Lv 19,2 Mt 5, 48

da un’omelia di P. Francesco Chimienti O.M.

Martina Franca 20 febbraio 201 l

SIATE SANTI

PERCHÉ IO, IL SIGNORE, VOSTRO DIO, SONO SANTO

(Lv 19,2)

 

 

VII domenica T.O. Anno A

L’omelia la svolgo su questo tema del Levitico: “Siate santi perché io, il Signore, vostro Dio, sono santo” (Lv 19,2 ). Gesù aggiunge a queste parole del Levitico: “Siate perfetti come è perfetto il Padre vostro celeste” (Mt 5, 48). Questa è l’esortazione di Dio a me e a voi nella giornata di oggi.

Queste parole siano il tema del ritiro.

  1. Siate santi

La prima cosa che dovete sapere è che tutti, tutti siamo chiamati alla santità. Questo invito Dio lo rivolge a tutti: “Siate santi”. Prima del Vaticano II c’era la convinzione che alla santità erano chiamati alcuni e alla mediocrità tutti. Oramai la Chiesa ha parlato con chiarezza: tutti i cristiani sono chiamati alla santità. La santità non è soltanto per i sacerdoti, i Vescovi, i Papi, ma per tutti gli uomini.

  1. Il regno di Dio soffre violenza

Non soltanto dovete convincervi che siete chiamati alla santità, ma la dovete volere fortemente, cioè con una volontà efficace, partendo dalla convinzione che a chi vuole, tutto è possibile, anche questo. E dipende non da Dio ma dalla nostra volontà, tanto è vero che Gesù ha dovuto dire: “II regno dei cieli subisce violenza e i violenti se ne impadroniscono” (Mt 11, 12). Quindi si tratta di volerlo fortemente, si tratta di impadronirsene, non del conseguimento di una meta, che o viene prima o viene dopo non fa niente. No, no, si tratta di impadronirsene! E qui compaiono i famosi nemici: il mondo, il demonio, la superbia, la concupiscenza degli occhi, la concupiscenza della carne. Questi nemici faranno di tutto per non farci diventare santi, invece il Signore ci dice: Ricordatevi che dovete diventare santi per forza. E Gesù insiste sulla volontà: “Se qualcuno vuole venire dietro a me”; quindi chi vuole “rinneghi se stesso, prenda la sua croce” (Mt 16, 24). Come pure al giovane ricco: “Se vuoi entrare essere perfetto, va’, vendi quello che possiedi, dallo ai poveri; e vieni! Seguimi!” (Mt 19, 21). “Se vuoi”: si tratta di volontà. E san Paolo, nella lettera ai Corinzi, mette l’accento sull’uomo, non su Dio, perché Dio è il primo a volere la nostra santità e fa tutto. Non possiamo mettere da parte la nostra volontà, l’apporto umano; per questo dice: “Io ho piantato, Apollo ha irrigato “ (1Cor 3,6).

La volontà deve essere tradotta in azione, ma deve essere una volontà capace di superare tutte le difficoltà.

Quindi nella lotta contro il nemico, contro il demonio, contro il mondo, contro i nemici interni: la concupiscenza degli occhi, la concupiscenza della carne e la superbia della vita, ce la dobbiamo mettere tutta, con la convinzione che supereremo le difficoltà e vinceremo la battaglia, non nel nostro nome ma nel nome e nella potenza di Dio. San Paolo dice: “Tutto posso in Colui che mi dà la forza” (Fil 4, 13), “non io per, ma la grazia di Dio” (1Cor 15, 10). Dio mi aiuterà nel conseguimento di questa meta e di questo traguardo? Sì! Ti ha creato per questo motivo. E quando il Signore stabilisce una cosa è così, perché è sempre efficace nelle cose che vuole.

Chi rende inefficace il disegno di Dio non è Dio, ma è l’uomo. A me interessava soltanto dirvi che chi fa tutto è Dio, ma ci vuole la parte dell’uomo, che si mette in moto con la volontà. Dovete avere la forza di Vittorio Alfieri: “Volli, sempre volli, fortissimamente volli”. Questi raggiungono la santità. Pensate, a 40 anni Alfieri ha dovuto imparare il latino e il greco, e per impararlo poiché gli veniva la tentazione di alzarsi dal tavolino per fare altro, si fece legare alla sedia!

La santità comporta rinuncia. Non pensate di procedere in carrozza sulla via della santità. C’è da sudare, c’è da rinunziare alle cose che piacciono. Col voto di castità abbiamo rinunciato anche agli affetti e all’amore lecito. Non potete dire: Questo si può fare! No, no. All’amore lecito tu hai rinunciato! Hai rinunziato a volere anche delle cose sante per fare la volontà di un altro che interpreta la volontà di Dio, e che anche quando sbaglia nell’interpretarla, ubbidendo fai bene. Ma è rinuncia, rinuncia alle proprie convinzioni, sante, sante! Come pure, con il voto di povertà hai rinunziato non solo al superfluo e all’utile, ma tante volte devi rinunziare anche al necessario. È rinunzia, rinunzia! Ma che voi volete esercitarvi nei voti, che sono gli strumenti più adatti per conseguire più facilmente la sommità della montagna della santità, senza la rinunzia, questo non è possibile. Non è possibile, convincetevi! Lasciate, ma non è possibile.

  1. “II regno di Dio non è cibo o bevanda” (Rm 14, 17)

Vi devo dire, nel nome di San Paolo, un’ultima verità. Vi metterete a ridere ma ve la devo dire, perché oggi si fa così; ma questa moda, che è anche dei sacerdoti, degli apostoli, non è secondo la volontà di Dio. Lo dice San Paolo ai Romani: “Il regno di Dio non è cibo bevanda, ma giustizia, pace e gioia nella Spirito Santo” (Rm 14, 17).

Nell’apostolato non c’entra né il cibo né la bevanda, né la pizza né la birra: questa è roba buona per mangiare e stare bene, ma non per conseguire la santità, né per essere efficaci nell’apostolato. Ill regno di Dio è giustizia: dare a Dio quello che è di Dio, cioè il primo posto, l’amore supremo, e dare agli uomini il terzo posto, perché il secondo posto spetta a noi: amare se stessi. Non basta non uccidere gli altri, occorre anche non uccidere se stessi.

Dare a Dio quello che è di Dio e dare a Cesare quello che è di Cesare. Questo è il regno di Dio.

È pace: lasciare il peccato e vivere in grazia di Dio. Questa è la pace! Chi vuole stare in pace con Dio deve lasciare il peccato e deve vivere in grazia.

Il regno di Dio è giustizia, dare a ciascuno il suo; è pace, mettersi d’accordo con Dio e col prossimo; è gioia nello Spirito Santo. Quando voi avrete fatto questo sarete nella gioia, avrete il Paradiso sulla terra. Ve lo auguro con tutto il cuore, però permettete che io dica queste parole contro di me? Mi sono fermato: mi accontento della mia mediocrità. Preghiera sì, ma tanto quanto. Mortificazione sì, ma tanto quanto. A Dio lo amo, ma tanto quanto. Non vado né avanti, né indietro. Invece, no! I santi Padri ci dicono che chi siede sulla mediocrità non va avanti con certezza, ma va con certezza indietro. Volete la santità? La dovete volere fortemente, con la vostra volontà; ma nel medesimo tempo, dovete chiedere questo dono al Signore. Dite: Signore, fa’ che anch’io sia santa, secondo il tuo Cuore divino.