Mt 1, 18-24

da un ritiro predicato da P. Francesco Chimienti O.M.

Martina Franca 19 dicembre 2010

 

seconda meditazione

LA PROVA NEL MATRIMONIO VERGINALE

PER MARIA E GIUSEPPE

(Mt 1,18-24)

Tre idee:

  1. La prova per Maria e Giuseppe
  2. Le due soluzioni della prova da parte di San Giuseppe
  • La collaborazione di San Giuseppe con Dio.

  1. La prova per Maria e Giuseppe

 

  1. La prova per Maria SS. è diventare la mamma del Figlio di Dio durante il periodo che non vive sotto lo stesso tetto con San Giuseppe.

Deve diventare mamma quando lei non conosce uomo. Come fa a diventare mamma se non c’è un marito? Poi era vergine e voleva rimanere vergine, mentre doveva apparire madre ma non vergine. È tremenda la prova a cui è sottoposta la Madonna. Pensate che per accettare e affermare che lei era vergine nonostante la maternità divina si sono dovuti aspettare tre secoli, con il Concilio di Efeso. La prova per Maria SS. fu l’annunciazione e la maternità divina che avvenne proprio in questo periodo di tempo in cui i due sposi non vivevano insieme. Questa è la prova: essere incinta senza stare con lo sposo.

  1. La prova per San Giuseppe è quella di vedere Maria SS. incinta durante il periodo in cui non vivevano insieme.

Vi auguro di vedere una sola volta un caso simile per capire la sofferenza di Giuseppe. Applicatelo poi al vostro essere sposate con il Cristo e traetene le conseguenze.

Dice la Sacra Scrittura: “Maria, essendo promessa sposa di Giuseppe, prima che andassero a vivere insieme si trovò incinta per opera dello Spirito Santo”; ma questo lo sapeva lei, non lui.

San Giuseppe non sa nulla, ma è nel tormento perché stima moltissimo la sua sposa. Ecco l’interrogativo: è peccatrice o è innocente? San Giuseppe non aveva la soluzione.

  1. Le due soluzioni della prova da parte di San Giuseppe

San Giuseppe dovete stimarlo nella prova, non prima, quando tutto era tranquillo. La Madonna era bellissima, la più bella di tutte le creature che sono state, sono e saranno. Tutte le bellezze che Dio ha messo nelle diverse donne sono state riassunte nella bellezza di Maria SS.

  1. La soluzione umana

San Giuseppe si appiglia alla soluzione umana: ognuno a casa sua, ognuno a casa della propria mamma, senza che alcuno sappia nulla.

“Giuseppe sposo di Maria, che era giusto e non voleva accusarla pubblicamente decise di ripudiarla in segreto”. San Giuseppe si prende la colpa. Quando lo si verrà a sapere, dice, se la prenderanno con me. Non dà la colpa a Maria SS.

Andate a trovarli questi mariti che dinanzi alla moglie incinta si prendono la colpa. Qui è la grandezza di San Giuseppe, si prende la colpa dicendo praticamente: il farabutto sono io. L’ho messa incinta e l’ho lasciata. Quello che fanno la maggior parte degli uomini; i figli li lasciano alla donna.

  1. La soluzione di fede

San Giuseppe accetta tutto con fede. Dice la S. Scrittura: “Gli apparve in sogno un angelo del Signore e gli disse: «Non temere di prendere con te Maria, tua sposa. Infatti il bambino che è generato in lei viene dallo Spirito Santo».

Ha dovuto accettare per fede questa soluzione, ma nessun uomo, né voi, avreste accettato questa soluzione. Tutto questo avvenne perché si adempisse ciò che era stato detto dal Signore per mezzo dei profeti: “Ecco, la vergine concepirà e partorirà un figlio che sarà chiamato Emanuele, che significa Dio con noi».

Questo è la fede che lo dice, non il ragionamento; le prove umane non ci sono, mentre noi crediamo alle prove che cadono sotto i nostri sensi; non accettiamo le soluzioni di fede. San Giuseppe accetta la soluzione divina.

  1. San Giuseppe collabora con Dio:

“Destatosi dal sonno, Giuseppe fece come aveva ordinato l ‘angelo del Signore e prese con sé la sua sposa». Con la fede San Giuseppe capisce tutto, e volentieri collabora con Dio e con Maria SS. affinché il disegno di Dio si compia nel migliore dei modi.

Accettare la soluzione di fede è autentica santità; la soluzione umana non è santità, è diavoleria.

conclusione

  1. Ogni vocazione è sottoposta ad una prova

Se non vi convincete di questo griderete sempre all’ingiustizia umana, e non vale la pena, perché tutto è nelle mani di Dio. Ve lo dico con tutta la coscienza della mia esperienza sacerdotale e religiosa. Vi dovete convincer di questo: ogni vocazione, sia matrimoniale, sia professionale, sia di consacrazione, qualsiasi vocazione è sottoposta alla prova. Se non siete state sottoposte alla prova dovete aspettarla per superarla. E la prova è una ingiustizia apparente, non illudetevi; è una ingiustizia apparente, però vera. Dice San Pietro: la prova è provocata dal Signore, perché vuole vedere se avete costruito con pietre che resistono al fuoco della tentazione del diavolo, oppure avete costruito con la paglia. Se tutto brucia, non avete combinato proprio niente nella vostra vita religiosa, sacerdotale, professionale. Non illudetevi! Sono stato provato anch’io con l’Istituto.  Io pensavo di essere più necessario del Padre Eterno, per cui se andavo via da Taranto L’Istituto non si poteva fare. Cretino che non ero altro!

Ricordo che quando da fratino andai dal Padre Maestro e gli dissi: Me ne vado; mi domandò: Perché te ne vai? Risposi: Qui mi insultano tutti, non posso stare più, significa che non è casa mia. Mi rispose: Ma statti zitto, ci penso io. E ci pensò. Soluzione umana.

Con la prova il Signore vi dà la conoscenza di voi stesse, perche’ dovete sapere a che punto siete arrivate nella santità: siete arrivate ad un sogno, non ad una realtà. Lo fa apposta per il nostro bene per dirci: che stai combinando? Non hai virtù solida, hai costruito sì, ma sulla sabbia; è crollato ogni cosa, non lo vedi? lo pensavo alla malizia dell’uomo. No, devi pensare alla tua virtù.

Questa prova o l’avete avuta, o l’avete o l’avrete. E dovete ricordare che questa prova non viene una sola volta, ma una seconda e una terza volta, perché ancora non vi siete dette a che punto

siete arrivate nella via della santità; a voi stesse però, perché Dio già lo sa.

  1. La prova si supera con la fede

Soluzione umana? No. Soluzione di fede? Sì.

Sappiate che nella soluzione di fede non si vede, non si tocca, non si sente, ma soltanto si crede. Quando si ha una prova di fede si ha l’impressione di gettarsi nell’abisso e sfracellarsi; ma Dio nella sua Onnipotenza ti piglia per i capelli e ti fa adagiare sulla terra vellutata piano, piano.

Non ti succede niente di male, ti procura soltanto del bene; ma ti devi gettare però. Se non ti getti non succede niente. Si ubbidisce senza capire. Guai se volete capire. Ci vuole la fede, non il ragionamento. Non c’è logica; ma non è l’umano che voi cercate. Questa è la soluzione di fede.

  1. La virtù principale e vincitrice è l’ubbidienza, unita all’umiltà

La virtù principale è l’ubbidienza unita all’umiltà, o se volete l’ubbidienza frutto dell’umiltà, perché se non c’è l`umiltà non c’è l’ubbidienza. Si ubbidisce.

Come è andato via il demonio da me? Non quando ho consegnato la lettera al mio confessore dicendo che stavano facendo un dispetto per cui intendevo resistere al dispetto che mi veniva fatto. Ma quando il mio confessore ha preso la lettera, l’ha strappata e me l’ha gettata in faccia per disprezzo e poi ha detto: Non hai capito proprio niente del modo di agire di Dio.

Adesso ti sta dicendo se l`Istituto deve continuare a vivere o deve essere distrutto. Tu hai avuto l’annunzio e tu lo puoi distruggere. Solo tu lo puoi distruggere. Io gli ho detto: non lo voglio distruggere. Allora vai a Taranto, fai la valigia e parti per Pizzo. Non discutiamo. È inutile che mi vieni a portare questa ragione, quell’altra ragione; le ragioni sono tutte favorevoli a te, ma tu devi partire. Sono partito e mi sono trovato bene. Ho dato soddisfazione solo a voi. Mi potete disprezzare: abbiamo un Padre che non voleva ubbidire. Ma poi ho ubbidito. Perché non volevo ubbidire? Perché ero superbo e sono superbo. L’ubbidienza me l’ha imposta il mio Padre Spirituale, non è stata frutto della mia umiltà.

Dovete ubbidire e basta, così vincerete.

Voi sapete come sono diventato devoto della Madonna. Quando a Corigliano sono andato a dare l’unzione degli infermi a quel moribondo che non voleva confessarsi. Mentre me ne andavo, arrivato alla porta, ho sentito nell’orecchio questa voce: perché non fai recitare il rosario come ti hanno insegnato i tuoi Padri Maestri? Allora ho detto: voglio vedere chi ha ragione, se i miei educatori o io. Sono tornato indietro e al quarto mistero è avvenuto il miracolo. Dunque è vero che tutto ciò che noi chiediamo alla Madonna l’otteniamo. La prima grazia che otteniamo dalla Madonna è la salvezza eterna, e la si ottiene per mezzo del rosario.

Quindi la virtù principale e vincitrice è l’ubbidienza unita all’umiltà, anzi l’ubbidienza frutto dell’umiltà, perché se non c’è l’umiltà non c’è l’ubbidienza, e se non c`è 1’ubbidienza nella vita religiosa, nella vita di consacrazione c’è il fallimento. Non illudetevi!