Incarnazione del nostro carisma dell’annunzio della PdD nella realtà della Chiesa di oggi e di sempre

da un ritiro predicato da P. Francesco Chimienti O.M.

Martina Franca 20 febbraio 2011

 

 

prima meditazione

 

L’INCARNAZIONE DEL NOSTRO CARISMA

DELL’ANNUNZIO DELLA PAROLA DI DIO

NELLA REALTÀ DELLA CHIESA DI OGGI E DI SEMPRE

 

Il tema che svolgerò oggi e l’incarnazione del nostro carisma dell’annunzio della parola di Dio nella realtà della Chiesa di oggi e di sempre.

L’ho diviso come conversazione, in tre parti:

L’apostolato secondo il carisma della parola di Dio

La catena del rosario per le vocazioni.

L’apostolato secondo la spiritualità minima.

 

 

  1. l’apostolato secondo il carisma della parola di dio

 

Il carisma dell’Istituto nell’apostolato è l’annunzio della Parola di Dio, ma ognuna di voi incarna una sottolineatura del carisma come anche della spiritualità minima.

Non solo il carisma dobbiamo presentare alla società ecclesiastica, che si chiama Chiesa, ma anche le varie sottolineature, perché se ad un Vescovo diciamo che annunziamo la parola di Dio, lui freddo era e freddo rimane: non sa che farsene. Invece dovete dire che questo carisma è utile alla Chiesa, anzi è necessario perché esistono nella sua diocesi delle situazioni completamente negative dal punto di vista dell’annunzio della parola di Dio. Chi annunzia la parola di Dio ai drogati? Ma se non incarnate il carisma, se non lo rendete visibile, voi siete inesistenti nella Chiesa, nella diocesi e nella parrocchia. Se invece il carisma lo incarnate nella parrocchia in diversi modi, il Parroco vi dirà certamente: Grazie, meno male che ci siete voi che mi fate questo: anzi io nemmeno ci avevo pensato. La testimonianza del carisma dal punto di vista personale lo avete tatto. Dove siete andate avete annunziato la parola di Dio; ma la Chiesa se n’è accorta? No!

Qualche parrocchia se n’è accorta, ma la Chiesa no. Voi siete annunziatrici della parola di Dio. Tutte dovete essere a disposizione del Padre e della Dirigente per il vostro specifico apostolato. E questo lo fate.

Difatti agli esercizi esponete il vostro apostolato e la Dirigente sa dove andate, cosa fate.

Dovete innanzitutto tenere presente che quando lavorate nella parrocchia, lavorate nella Chiesa; quando lavorate nella Diocesi, lavorate nella Chiesa; quando lavorate in una Nazione, voi lavorate nella Chiesa.

Per l’incarnazione del carisma dovete tener presenti tre termini: l’annunzio della Parola di Dio; i destinatari: gli ultimi; e il fine: la conversione, la salvezza, la fede.

Lo incarnate il carisma? Se il vostro apostolato corrisponde a questi tre termini: annunzio della Parola di Dio, e l’avete fatto; avendo come destinatari gli ultimi, e abbiamo cominciato a farlo ma prima non l’abbiamo fatto, perché siamo andati da coloro che già avevano l’annunzio. Per voi i piccoli sono coloro che non conoscono, coloro che non sanno e coloro ai quali nessuno va. Dovete aver presente la parabola della pecorella smarrita. Gesù lascia al sicuro le novantanove pecorelle che vanno in parrocchia, dove c’è la catechista e va in cerca di chi non va. Questo è quello che noi chiamiamo “il nuovo” dell’Istituto. Siamo partiti dal noto e andiamo verso l’ignoto. Ma l’ignoto adesso deve diventare noto. Poi c’è il fine. Noi facciamo il catechismo ma non per far sapere che siamo laureati in teologia o in Sacra Scrittura. Noi andiamo per salvare le anime. Noi abbiamo un fine: la conversione, la salvezza o mantenerli nella fede, perché chi crede si salva; chi non crede non si salva. Noi diamo la parola di Dio perché la parola di Dio dà la fede, la conversione e la salvezza. Quando parliamo diamo la salvezza.

Questo l’avete fatto? Personalmente! Adesso dobbiamo farlo comunitariamente in modo che tutti lo devono vedere e tutti lo devono sapere che noi facciamo l’apostolato agli ultimi, a coloro che non conoscono Gesù, e che quando parliamo non siamo preoccupati della dottrina ma della salvezza dei nostri fratelli.

Per scendere nel pratico vi indico cinque forme di organizzazione del carisma e otto luoghi specifici dove incontrare gli ultimi.

 

 

 

 

 

  1. Cinque forme di organizzazione

Il Vescovo ci ha detto che dovremmo interessarci di questi apostolati specifici:

 

  • La diffusione della conoscenza della Sacra Scrittura

Noi dobbiamo diffondere la conoscenza della Sacra Scrittura. Entra nel nostro carisma questo? Sì, perché i destinatari di questo apostolato sono gli ultimi, coloro che non conoscono, non sanno, e noi andiamo da coloro che non sanno e dai quali nessuno va. Tenete presente anche questo: non sanno e nessuno va, nessuno si interessa. Quindi non solo da chi non sa.

 

  • La formazione di gruppi biblici impegnati nella comprensione della Bibbia

Si tratta della conoscenza. Formare dei gruppi biblici per capire la S. Scrittura: sarebbe l’esegesi, ma noi non diamo molto peso all’esegesi; diamo il peso, ma non molto peso perché il terzo aspetto del nostro carisma è parlare non solo per conoscere il pensiero di Dio, ma per conoscerlo e farlo: beati coloro che ascoltano la parola di Dio per metterla in pratica.

 

  • La formazione dei gruppi biblici per la pratica della lectio divina

Questo sì, questa è roba nostra! Mentre l’esegesi è roba nostra, ma ci dobbiamo dare il peso dovuto; questa e roba nostra con tutto il peso possibile. Noi prendiamo il nome di “lectio divina” per il nostro metodo perché è un termine molto ampio. Questo metodo lo abbiamo insegnato, ne abbiamo già dato prova, mille volte. Qui vi dovete distinguere. Questo è il vostro carisma. Quando andate da coloro che dicono di sapere, sappiate che non sanno, ecco perché andiamo noi. Noi andiamo sempre da coloro che non sanno, da coloro che non fanno.

Non sanno che attraverso questa Parola devono cambiare vita, devono confessarsi, andare a messa ogni giorno, lasciare il peccato e vivere in grazia di Dio. La lectio divina non come scienza, ma come conoscenza per fare. E voi insegnerete come si fa: mettersi dentro in uno dei personaggi, fermarsi sulla parola che vi colpisce. Una cosa che io ho notato è che l’azione dello Spirito Santo è immediata. Senza che voi spieghiate l’ingranaggio umano, lo Spirito Santo fa un salto, insegna Lui personalmente come si fa la lectio divina.

Il P. Generale o.m. ci ha suggerito altri due apostolati: i Cenacoli della Parola e il catecumenato.

Quale apostolato dovete fare? Non tutti. Ognuna incarnerà un aspetto specifico del carisma.

 

  1. Otto luoghi specifici dove incarnare il carisma

 

  • Ospedali: andare dagli ammalati

Le vostre sorelle che sono andate dagli ammalati e hanno fatto l’apostolato con gli ammalati mi hanno detto che è di una efficacia straordinaria, sia perché gli ammalati di cristianesimo sapevano solo di aver ricevuto il Battesimo; sia perché non si trovavano in una condizione di rassegnazione, ma di ribellione nei confronti di Dio che li faceva soffrire. La Parola di Dio ha portato tanta serenità che vale la pena di pensare a questi fratelli a cui nessuno pensa poiché lo stesso cappellano pensa ai sacramenti mentre voi con la parola di Dio preparate alla salvezza eterna, ai sacramenti. Quattro sorelle hanno fatto questa esperienza. Con queste quattro sorelle c’era l’Istituto intero.

Devo dirvi che se il vostro apostolato fino adesso è stato passivo perché avete aspettato che gli altri vi chiamassero, adesso deve essere non solo passivo, ma anche attivo, cioè dovete interessarvi voi di andare anche negli ospedali dove non siete state invitate. Quindi trovare il dirigente, parlare, proporvi.

Potete andare anche dagli ammalati che stanno a casa, ma non andate come medico o infermiere, ma come Missionaria della Parola di Dio.

 

  • Comunità di recupero: i drogati

Esistono le comunità di recupero. Dei drogati e degli ammalati voi avete fatto già l’esperienza e vi ho detto che è un vostro apostolato. Nessuno ci va, siete andate voi e siete state accolte bene; avete ottenuto degli ottimi risultati. Dio vi ha detto: Vi aspetto da questi miei figli: sono gli ultimi, i diseredati, nessuno ci pensa, venite voi. Ha voluto questo Istituto per questo motivo. Alcune sorelle hanno fatto questa esperienza. Chi si sente di andare va, chi non se la sente, non ci va. Non tutti devono essere convogliate verso lo stesso apostolato.

 

  • Le carceri

La diocesi vi ha chiamate per la catechesi ai carcerati. Anche questa è stata un’esperienza positiva. Il Signore ci ha indicato questo apostolato. Se ce lo chiedono, lo faremo sempre; se non ce lo chiedono, la vostra Dirigente andrà dal Vescovo per dirgli che siamo disponibili. Quindi apostolato attivo, non solo passivo. Noi siamo a disposizione anche per i carcerati. Dio ci ha dato già la risposta, ve lo dice il Padre, non abbiate timore: è un nostro apostolato.

Ci sono dei carcerati che vogliono ricevere i sacramenti. Li preparerete voi.

 

  • Il catecumenato

Il catecumenato avrà un grande sviluppo perché arriva gente che proviene da altre religioni, in modo particolare gli albanesi, i romeni; dovendo ricevere il battesimo hanno bisogno di un certo catecumenato.

Non c’è nessuna associazione che si interessi del catecumenato, se non qualche buona catechista. Questa esperienza ce l’hanno già parecchie di voi. Fatelo, è un nostro apostolato. Comunicate le vostre esperienze al Padre per avere la certezza che questi sono apostolati dell’Istituto. Anche S. Paolo ha avuto bisogno di confrontarsi con gli Apostoli per essere sicuro di non aver corso invano. Fatemele sapere queste cose. Il catecumenato è sia per coloro che vengono dalle altre religioni, sia per gli adulti delle nostre parrocchie che vogliono sposarsi in chiesa ma non hanno il battesimo o la prima comunione. Non hanno proprio niente perché mai venuti in chiesa. Questo è catecumenato. E ci vuole la santa pazienza, non di un mese, ma di un anno. Un po’ alla volta, ma bisogna fare dei cristiani.

 

  • La Scuola

Se fate l’insegnamento di religione fatelo come Missionarie della parola di Dio col fine di dare la fede, di dare la conversione e la salvezza. Fate gli interessi di Dio. Siete professoresse di religione con la laurea, mandate dalla Curia, andate di diritto e lo dovete dire in particolare ai professori e alle professoresse.

Non siete insegnanti di serie B. Essendo Missionarie della parola di Dio, vi servite dell’insegnamento di religione, come ha fatto Don Giussani, per capovolgere l’insegnamento della religione e dare un altro volto all’Italia. Noi non daremo un nuovo volto all’Italia ma alla scuola daremo un altro volto: un ambiente dove si serve Dio, si conosce Dio e si ama Dio con la parola di Dio. Altrimenti non fate le MdP.

 

 

  • Mensa dei poveri

La Chiesa viene in soccorso dei poveri e dà i pacchi viveri. Io veramente non condivido che si debba dare da mangiare il pane, ma non ci si debba interessare di dare la Parola. Comunione e Liberazione ha preso in mano la gestione del Banco Alimentare, ma perché dobbiamo dare solo il pacco, senza parlare di Dio? Leggete il capitolo degli Atti degli Apostoli.

Gli apostoli, fedeli esecutori dell’insegnamento di Cristo, si sono interessati dei poveri, ma dei poveri cristiani o di coloro che volevano diventare cristiani, per questo quando mi avete detto che il parroco vi ha chiesto di tenere delle catechesi ai poveri della Charitas, sono stato contento, perché sono quelli che di cristianesimo non sanno niente. Se siete chiamate, andate, o se vedete che ci sono, proponetevi. Dovete passare all’apostolato attivo e non soltanto passivo, altrimenti sarete sempre disoccupate.

 

  • Missioni alle famiglie

Più di qualcuna di voi sta lavorando nei centri di ascolto. È la missione nelle famiglie, che da circa dieci anni la Chiesa italiana sta promuovendo. Voi non potete mettervi fuori. La famiglia cristiana sta a terra con tutte le ruote, tutte e quattro non una sola. Ora la missione ci sta. Sono gli ultimi, non conoscono niente.

Gli altri vanno a fare le conferenze di pedagogia, di psicologia. Voi dovete portare nelle famiglie la parola di Dio. Mi avete detto che è venuto ad ascoltare il parroco, gli è piaciuto e vi ha dato il permesso di continuare.

Quante volte, figlie mie, ve lo devo dire: l’annuncio della parola di Dio non c’è stato a causa del Concilio di Trento, ma adesso arranchiamo. Vogliono parlare della Libia, della Tunisia, dobbiamo parlare di Dio.

Gli apostoli, quando hanno convertito il mondo pagano non l’hanno convertito con la pedagogia, ma con la parola di Dio. Imparatelo a memoria: “La fede viene dall’ascolto e l’ascolto riguarda la parola di Cristo” (Rm 10, 17) Dite: Io non vengo nel mio nome, io vengo qui nel nome di Dio.

Gesù, prima di San Paolo, ha detto: Andate e predicate.

Voi stavate sedute. Arriva l’arcangelo Gabriele e vi dice: Alzati, e va”! Questo secondo aspetto comunitario dell’Istituto dobbiamo sviluppare. Dovete farvi conoscere dal Vescovo.

 

 

  1. la catena del rosario per le vocazioni

 

Una di voi mi ha suggerito di fare una catena delle MdP che durante la giornata ad una determinata ora recitino il rosario. Ho steso qualche appunto che vi leggo, ma voglio ascoltare le vostre osservazioni prima di decidere.

 

  1. Stabilire o tutte le ore della giornata, oppure sei ore, dodici ore, secondo l’impegno che ciascuna di voi si prende. Questa catena avrà valore solo in determinati periodi. Io vorrei si attuasse durante la Quaresima e l’Avvento, nel mese di maggio e di ottobre. La catena è fatta tenendo presente la disponibilità di ogni singola Missionaria che si impegna; che so: dalle 5 alle 6, almeno una, perché se dalle 5 alle 6 non c’è nessuna la catena è spezzata.

 

  1. A questa Missionaria si può aggiungere un’altra Missionaria che si impegna per tutta l’ora o mezz’ora per una parte del rosario: ne dice uno oppure due.

 

  1. Questo consiglio l’ho accettato come venuto dallo Spirito Santo e sono contento: il fine è di strappare le vocazioni dalle mani del Cuore di Gesù per mezzo della Madonna della Bona Nova, come hanno fatto quei frati con l’adorazione di Gesù Sacramentato. Noi strapperemo le vocazioni dalle mani del Cuore di Gesù per mezzo della Madonna della Bona Nova. Io vi potrei organizzare tutto, ma ognuna di voi deve darmi la sua disponibilità. Io starò con voi. Farò come S. Clelia Barbieri: unisce la sua voce ogni volta che le figlie sue dicono il rosario, e c’è sempre una delle suore che sente la voce per cui testimonia che la Madre è sempre con loro. Io starò con voi. Mi è piaciuta questa iniziativa e vorrei che si portasse a termine. Ognuna di voi sa quali sono le ore possibili. Chi non può, pazienza; ma sono contento anche se parlate di 20 minuti, indicando però l’orario.