Le nostre energie per il Cristo: non sprechiamole per altro – Lc 5, 27-32

da un’omelia di P. Francesco Chimienti O.M.

UNA FORMA DI PENITENZA

è INVITARE GLI ALTRI A CONVERTIRSI

(Lc 5, 27-32)

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  1. Dobbiamo imitare Gesù in ciò che dice e in ciò che fa

 Gesù è il nostro modello, sia per le azioni che compie, sia per le parole che dice. Nel vangelo di oggi ci sono tutte e due le cose: Gesù fa e dice. Noi dobbiamo imitarlo in entrambe le cose: invita Levi a seguirlo e dice di essere venuto a salvare i peccatori.

Stiamo nel periodo di quaresima, e ogni giorno la Chiesa mette sotto i nostri occhi un’azione di penitenza da compiere. Penitenze ne possiamo fare tante, ma è bene vivere la giornata con una sola azione di penitenza, non con mille, perché poi alla fine non si sa che cosa fare.

La Chiesa, il mercoledì delle ceneri, ci ha detto: riconciliatevi con Cristo, fatevi togliere il peccato. La prima penitenza è la confessione. Non si può andare avanti senza confessarsi. Non dite: io, peccati non ne faccio!, perché questa è una grossa bugia. Non si può fare penitenza se non si è convinti di aver peccato. Chi non si convince di aver peccato, non fa penitenza. La maggior parte della gente dice che non pecca, ecco perché non fa penitenza e non si confessa.

Ieri il Signore ci ha chiesto la penitenza di accettare le croci della giornata. Oggi ci dice di invitare gli altri a convertirsi.

 

  1. Gesù chiama anche i peccatori

 Vedete cosa ha fatto Gesù: ha trovato un peccatore, Matteo, un esattore delle tasse – i pubblicani erano i professionisti del latrocinio, perché facevano la cresta sulle tasse – Gesù lo chiama alla sua sequela.

Se fossi passato io un minuto prima di Gesù, l’avrei guardato e avrei detto:- Perdo tempo appresso a questo a dirgli: convertiti! Invece è passato Gesù e gli ha detto: Convertiti e vieni appresso a me.

“Egli, lasciando tutto, si alzò e lo seguì” (Lc 5, 28).

La più grande soddisfazione Gesù l’ha avuta dai peccatori, non dai giusti, come gli scribi e i farisei. Erano santi, ma non gli hanno dato mai una soddisfazione.

I peccatori hanno una generosità impensabile, soltanto che dobbiamo dare loro fiducia, cioè dobbiamo dire loro: Vieni pure tu. E vedrete che esultano:- Anche io posso diventare santo? Sì.

Io tengo dinanzi agli occhi l’episodio di quel giovane ricco, il quale aveva detto a Gesù che osservava tutti e dieci i comandamenti. Ed era vero. Era santo come me e come voi, ma quando Gesù gli ha detto di fare un passo in più nella santità, oltre ad osservare i dieci comandamenti: “Vendi quello che hai, dallo ai poveri, poi vieni e seguimi”, non l’ha fatto.

Vedete, è difficilissimo convertire un’anima consacrata, convertire un sacerdote, convertire un religioso, convertire un cristiano abituato a vivere la vita cristiana, cioè fargli fare una vita migliore, e non rimanere in quello stato in cui si trova; è difficilissimo! Invece quando ho predicato gli Esercizi spirituali a gente umile, le più grandi soddisfazioni le ho avute da loro. Hanno detto di sì e sono diventati santi. Sono di una generosità veramente ammirevole.

Levi, Matteo, è un pubblico peccatore. Gesù passa e dice: “Seguimi”! Lascia subito tutto e lo segue.

  1. Chi si crede giusto non sente il bisogno di convertirsi

 Gesù lo dice: “I sani non hanno bisogno del medico”. È inutile che perdi tempo appresso a quelli che vengono, dice a me il Signore, lasciali in santa pace, facessero quello che vogliono, va’ in via XXV Luglio, da quelli che non vengono mai in chiesa e dì: Vieni anche tu in chiesa. Quelli risponderanno in una maniera generosa, tale da lasciarti sbalordito.

Lo dice Lui: I sani non hanno bisogno del medico. Questi si credono sani e non hanno bisogno del medico.

Nell’ambiente sacerdotale sapete qual è il proverbio che circola? I sacrestani e i domestici dei conventi non ascoltano mai la Messa. Andate in cerca dei peccatori? Convertite i vostri domestici e i sacrestani che non ascoltano mai la Messa la domenica.

Quelli che non si confessano mai sono i sacrestani ed i domestici dei conventi. Ed è vero. Sono di una pelle così dura che neanche se arrivano le cannonate, le bombe atomiche si convertono, perché dicono: ma io sto sempre qua!

Che significa? Lo dice Gesù: si credono sani. Invece io non sono venuto a chiamare i giusti ma i peccatori a convertirsi.

La penitenza di oggi è invitare i nostri fratelli a confessarsi. Diciamo:- è quaresima, il Signore è morto anche per te, vieni pure tu. E sono di una generosità straordinaria.

Noi diciamo queste parole a coloro che già vengono. È tempo perduto! Dobbiamo bussare, come ha fatto Gesù, alla porta dei peccatori, di coloro che sono lontani, perché i vicini sono già vicini, e poi non li cambiate neanche se sparate altre quindici cannonate.

 

conclusione

Seguiamo Gesù. Facciamo come ha fatto Lui: senza guardare in faccia, se sono giusti o peccatori, ha chiamato tutti.

Chiamate tutti. Dite a tutti: La salvezza c’è anche per te.

Lui l’ha detto: Andate a predicare. Sono i peccatori che si devono convertire. Le più belle parole che sono uscite dalla bocca di Gesù sono: Non voglio la morte del peccatore, ma che si converta e viva.

Per mezzo della nostra parola dobbiamo dire a tutti: vieni che il Signore non vuole la tua dannazione; vuole che anche tu ti converta, viva in grazia di Dio e ti salvi. Vieni, sarai felice anche tu.