Cuore a cuore con Dio nella preghiera continua – Gv 15, 10

da un’omelia di P. Francesco Chimienti O.M.

Otranto, 22.05.1976

 

SAN FRANCESCO

HA OTTENUTO TUTTO DA DIO CON LA PREGHIERA

(Gv 15, 10)

san francesco 1

 

 

  1. San Francesco ha tracciato la via dell’umiltà per arrivare a Dio

“Se osserverete i miei comandamenti, rimarrete nel mio amore” (Gv 15, 10), ha detto Gesù.

Chi non ama non ha conosciuto Dio, perché Dio è amore. Chi osserva i comandamenti ama Dio. I comandamenti di Dio sono: amerai il Signore Dio tuo e amerai il prossimo tuo come te stesso.

Dio è carità. I santi hanno realizzato nella loro vita la carità, che è amore di Dio e dei fratelli.

Tutti i santi hanno realizzato la carità, altrimenti non sarebbero santi. Non si può essere santi senza amare Dio e il prossimo. Ma la carità è una meta, è una montagna e per raggiungere questa montagna ci sono tante strade. Ogni santo ha tracciato la sua strada.

San Francesco è un caposcuola, ha tracciato la sua strada. Per raggiungere Dio, per raggiungere la carità, la santità, lui ha tracciato la strada dell’umiliazione.

Vuoi amare Dio? Umiliati!

            Vuoi amare il prossimo? Umiliati!

Umiliati dinanzi a Dio e avrai l’amore di Dio. Umiliati davanti al prossimo e avrai realizzato l’amore del prossimo.

La via dell’umiltà noi non la capiremmo e allora lui con due parole facilissime ce l’ha fatta capire.

Vuoi umiliarti dinanzi a Dio? Prega.

            Vuoi umiliarti dinanzi a Dio? Ubbidisci.

Prega e amerai Dio.

Ubbidisci e amerai Dio.

La via dell’umiltà, la via della penitenza è questa: preghiera e ubbidienza.

 

  1. San Francesco ha percorso la via dell’umiltà pregando

La prima penitenza è la preghiera. Non c’è penitenza più grande della preghiera. La vita di san Francesco è stata tutta una vita di preghiera.

È nato a Paola il 1416 ed è morto a Tours il 1507. A tre mesi un ascesso all’occhio gli minacciava la vista. La mamma fece voto a san Francesco d’Assisi di vestirlo per un anno del suo saio. Da piccolo Francesco si ritirava in disparte a pregare. Un giorno che san Francesco era raffreddato e doveva dire il rosario, la mamma gli disse:- Francesco, non toglierti il cappello!

Lui rispose:- Mamma, se stessi alla presenza della regina di Napoli mi faresti tenere il cappello?

– Certo che no!

– Ebbene, ora stiamo dinanzi alla Regina del cielo!

All’età di undici anni Francesco trascorse un anno a S. Marco Argentano. Aveva la sua cella e un romitorio distante 50 metri dal convento, dove pregava.

A Monteluco sta tre mesi presso gli eremiti a pregare. Dai 14 ai 19 anni si ritira in una grotta vicino a Paola a pregare; lì viene trovato da alcuni giovani che gli dicono:- Vogliamo vivere la tua vita!

Costruisce il convento. San Francesco vuole la sua cella dirimpetto al SS. Sacramento; fa praticare un’apertura, una finestrella, in modo che la notte possa stare sempre dinanzi al SS. Sacramento.

Dormiva poche ore. Passava tutta la giornata in preghiera, la sera cenava, prendeva un po’ di erbe e di legumi e incontrava quelli che andavano da lui. L’uomo di Dio si era riempito di Dio nella preghiera, e bastava una parola, un sorriso, un gesto per convertire le anime, per dare Dio alle anime.

Chi prega dà Dio alle anime. Chi non prega può dire molte parole, ma non convertirà nessuno, perché non darà Dio.

 

 

 

  1. San Francesco ha pregato per Otranto

 

Dopo Paola, san Francesco va a Paterno a fondare un altro convento; lì lo raggiunge la notizia che Otranto era stata invasa dai Turchi. San Francesco non leggeva i giornali, allora non c’era né la radio, né la televisione, ma il Signore tre mesi prima dello sbarco dei Turchi gli fece conoscere per rivelazione quello che stava per succedere. San Francesco si mette a pregare e dice ai suoi frati di pregare perché il Signore liberi l’Italia dal flagello dei Turchi. Manda a dire al re Ferrante di Napoli di interessarsi delle sue terre, mentre lui si stava preoccupando della conquista della Toscana.

A un Monsignore di Nicastro regalò tre mule, una per lui, una per la duchessa di Gerace e l’altra per il Vescovo di Nicastro, con la preghiera di celebrare ogni giorno durante la messa l’Oremus contro i Turchi, affinché il Signore si muovesse a pietà e liberasse l’Italia dal flagello dei Turchi.

L’occupazione avvenne a Otranto. Lui la vide in visione e disse ai suoi frati:- I Turchi sono sbarcati a Otranto. O Otranto, città infelice, vedo le tue piazze piene di cadaveri, e le tue vie cosparse di sangue!

Il conte Arena, calabrese, partì con un drappello di soldati per difendere Otranto, e passò da san Francesco per avere una benedizione. San Francesco li benedì e assicurò la sua protezione e la sua preghiera per la città di Otranto, poi regalò una candela ad ogni soldato. Uno di essi la gettò dicendo:- Con le candele dobbiamo cacciare i Turchi?

San Francesco mandò con loro un religioso: Padre Genovesi, come garanzia della sua protezione sulla città. I soldati cacciarono i Turchi da Otranto, di loro nessuno morì, eccetto quello che aveva rifiutato la candela.

Un ufficiale aveva avuto una brutta ferita al braccio, glielo dovevano amputare. Padre Genovesi la notte si accostò e disse nel nome di san Francesco:- Metti questa erba che mi ha dato fra’ Francesco e non temere, non ti succederà niente di male!

L’indomani era guarito.

San Francesco non conosceva Otranto, ma ha pregato per lei. Si ritirò per otto giorni a pregare senza uscire mai. E quando i Turchi furono cacciati, lui lo seppe per rivelazione. Uscì e disse ai frati:- Rallegratevi, il Signore ha avuto misericordia di me e di tutti, Otranto è stata liberata! I Turchi sono andati via dall’Italia.

Non c’è stata altra arma per commuovere il cuore di Dio diversa dalla preghiera.

Dio è un padre buono che ci ama, ma noi siamo spesso figli degeneri. Il Padre, se ama i figli li castiga. Chi non castiga mai i figli, non li ama. Ma è un castigo per correggere, per redimere. Così fa Dio con noi, quando ci allontaniamo da lui ci castiga per farci tornare a lui.

I Santi implorano da Dio la sua misericordia.

 

 

 

   conclusione

 

Pregate ed otterrete!

Qualsiasi problema si risolve con la preghiera. L’ha detto Gesù: Finora non avete ottenuto perché non avete chiesto nulla nel mio nome. Chiedete ed otterrete. Bussate e vi sarà aperto. Cercate e troverete.

Chi è quel padre che al figlio che gli chiede un pane gli dà una pietra, e a quello che gli chiede un pesce gli dà uno scorpione? Se voi che siete cattivi date cose buone ai vostri figli, tanto più il Padre vostro darà a chi glielo chiede il dono dello Spirito Santo, che è il dono dei doni, la grazia di Dio.

E allora pregate, pregate, pregate! Più pregherete, più sarete santi. Più pregherete, più possederete Dio.

Un sacerdote mi diceva: San Francesco è un santo vecchio! Che cosa ha da dire ai giovani, agli uomini di oggi?

San Francesco agli uomini di oggi ha da insegnare la strada della preghiera per arrivare a Dio. Chi prega ha la carità. Chi non prega non ha la carità. S’illude di amare, ma non ama. E allora: preghiera, preghiera, preghiera!