Chi ci aiuterà é Gesù, non temiamo

Dagli scritti di P. Francesco Chimienti dei Minimi

Nell’orto del Getsemani Gesù ha sofferto al pensiero della sua passione e morte, e per tutto ciò che sarebbe successo. Soffriva pensando alla sua passione e morte, con cui doveva distruggere il peccato. Questa era la volontà del Padre, questa era la missione che doveva compiere! A questa missione Gesù si riferiva quando diceva:  “C’è un battesimo che devo ricevere; e come sono angosciato, finché non sia compiuto!” (Lc 12, 50). A questa missione si riferiva, quando diceva:  “Quando sarò elevato da terra, attirerò tutti a me” (Gv 12, 32). Nell’orto del Getsemani, Gesù si trova nel dolore, nell’agonia e prega così:  “Padre mio, se è possibile, passi da me questo calice!” (Mt 26, 39). So che devo patire e morire in croce, perché questa è la tua volontà, ebbene, io ti dico: Se è possibile, non mi dare questa sofferenza, voluta da te, per distruggere il peccato! Potrei distruggere il peccato in infiniti modi, ma poiché tu hai stabilito proprio questo modo, quello della sofferenza, ti chiedo la grazia di non soffrire. Dio Padre non gli concede questa grazia: non gli toglie la sofferenza, gliela lascia, ma gli dà la forza di sopportare tutto e gli promette il trionfo. Nella lettera ai Filippesi leggiamo che Cristo Gesù è stato obbediente fino alla morte e alla morte di croce.  “Per questo Dio l’ha esaltato e gli ha dato il nome che è al di sopra di ogni altro nome; perché nel nome di Gesù ogni ginocchio si pieghi nei cieli, sulla terra e sotto terra” (Fil 2, 9-10).  Alla volontà di Dio è legata la sofferenza! Questa sofferenza è quella che noi chiamiamo croce legata al compimento del proprio dovere. Se Dio ti ha affidato un dovere, una missione, ti ha affidato qualcosa da compiere e ad essa ha unito la croce.
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La sofferenza legata al compimento del proprio dovere è una sofferenza voluta da Dio. Lo dimostra Gesù quando, nell’agonia del Getsemani, dice:       “Padre, se vuoi, allontana da me questo calice! Tuttavia non sia fatta la mia, ma la tua volontà” (Lc 22, 42). Il Padre gli manifesta la sua volontà, e il Figlio si uniforma.  Gesù ha accettato la sofferenza in uniformità alla volontà del Padre. Dopo aver pregato nell’orto degli Ulivi, Gesù si alza, va dagli apostoli e dice:  “Alzatevi, andiamo! Ecco, colui che mi tradisce è vicino. E subito, mentre ancora parlava, arrivò Giuda, uno dei Dodici, e con lui una folla con spade e bastoni mandata dai sommi sacerdoti, dagli scribi e dagli anziani … Essi gli misero addosso le mani e lo arrestarono” (Mc 14, 42-43. 46). Pietro prende la spada e stacca l’orecchio a uno dei servitori di nome Malco; ma Gesù, prima di fare il miracolo di riattaccare l’orecchio, dice a Pietro:  “Rimetti la spada nel fodero, perché tutti quelli che mettono mano alla spada periranno di spada. Pensi forse che io non possa pregare il Padre mio, che mi darebbe subito più di dodici legioni di angeli? Ma come allora si adempirebbero le Scritture, secondo le quali così deve avvenire?” (Mt 26, 52-54). Questa è la volontà di Dio, questa è l’ora delle tenebre! È necessario che ciò avvenga, perché devo compiere la volontà di Dio, devo compiere la missione di Redentore a cui è legata il massimo della sofferenza voluta da Dio. Non ci possiamo mettere contro, perché questa è l’ora delle tenebre, questa è la volontà di Dio! Quando Pilato, il Venerdì Santo disse a Gesù: “Perché non mi rispondi? Non sai che ho il potere di metterti in libertà e il potere di metterti in croce? Rispose Gesù: «Tu non avresti nessun potere su di me, se non ti fosse stato dato dall’alto»” (Gv 19, 10-11). Tu mi condannerai a morte, perché questa è la volontà di Dio, ed io devo fare la volontà di Dio! Questa è fede autentica! Gesù ha accettato la sua passione e morte in uniformità alla volontà di Dio.  Quando, dopo la discesa dello Spirito Santo, Pietro nel suo primo discorso ha parlato della passione e morte di Gesù, ha detto:  “Gesù, dopo che, secondo il prestabilito disegno e la prescienza di Dio, fu consegnato a voi, voi l’avete inchiodato sulla croce per mano di empi e l’avete ucciso”   (At 2, 23). San Pietro non sottolinea la croce di Gesù come malvagità degli Ebrei, ma come voluta da Dio. Infatti dice: Quel Gesù che è passato beneficando tutti per mezzo di miracoli e prodigi, è stato consegnato a voi secondo il prestabilito disegno e la prescienza di Dio!  Gesù, accettando la missione di essere il Salvatore del mondo, ha dovuto accettare di soffrire. Quando Dio Padre chiese al Figlio:- Chi manderò? Gesù rispose:- Manda me!  “Per questo, entrando nel mondo, Cristo dice: Tu non hai voluto né sacrificio né offerta, un corpo invece mi hai preparato” (Eb 10, 5). Dio Padre dice: Per dare la salvezza agli uomini io stabilisco che tu devi morire in croce!
La volontà di Dio si compie nel sacrificio e nella croce, nella sofferenza e nell’abbandono. Quando Gesù stava sulla croce disse sette parole; ve ne sottolineo tre: Nel primo momento, poiché soffriva per la salvezza, e Dio si era nascosto, dice:   “Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?” (Mt 27, 46). Dio Padre si è nascosto ed Egli patisce la sofferenza interiore, morale, che è tremenda e che è legata alla salvezza. Alla fine delle tre ore di agonia, dice al Padre: “Tutto è compiuto” (Gv 19, 30). Tu hai stabilito la salvezza per mezzo della croce; tutto quello che dovevo fare l’ho fatto.  “Padre, nelle tue mani consegno il mio spirito” (Lc 23, 46). Gesù si abbandona totalmente alla volontà di Dio.   Durante la sua vita pubblica, soprattutto nell’ultimo anno, continuamente Gesù usava queste espressioni: – Questo avviene, affinché si sappia che io faccio la volontà di Dio. – Io sono venuto sulla terra, per fare la volontà del Padre mio. La sofferenza legata al compimento del proprio dovere è sofferenza voluta da Dio, e si deve accettare in uniformità alla volontà di Dio, altrimenti c’è la ribellione e non si compie la propria missione. Questa è la croce per  Gesù!