Poni, Signore una custodia alle mie labbra! – Lc 9, 23

Vediamo la croce nella dottrina di Gesù  

Finora abbiamo visto questa verità nei fatti, ora vediamola nelle parole di Gesù.

Gesù diceva:

“Se qualcuno vuol venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce ogni giorno e mi segua” (Lc 9, 23).

La croce è una condizione del discepolato! Chi non prende la sua croce non può essere suo discepolo!

Per essere discepolo di Cristo bisogna fare la volontà di Dio: accettare ogni cosa, soprattutto la sofferenza fisica, la sofferenza morale e la sofferenza voluta da Dio, legata al compimento del proprio dovere.

Gesù ci invita a prendere la croce, Lui l’ha presa; ad accettare la croce, e Lui l’ha accettata; ad offrire la croce, e a seguirlo sulla via della croce per tutte e quattordici le stazioni, incominciando dalla condanna ingiusta, per finire alla sepoltura.

La dottrina che Gesù ha insegnato, adesso vuole che sia praticata da ciascuna di voi. Dice: Figlia mia, vuoi essere mia discepola? Prendi la croce che io ho portato e sulla quale sono stato crocifisso. La consegno a te! Ti ho chiamata ad essere cristiana, ti ho chiamata ad essere consacrata, ti ho chiamata ad essere apostola, ti ho chiamato ad essere minima, ebbene sappi, prima di accettare questa missione, che ad essa è legata soltanto ed unicamente la croce. Ti darò questa croce!

  • Ma è lunga! Questa è.
  • È pesante! Questa è.

Gesù però aggiunge: “Il mio giogo è dolce e il mio carico leggero” (Mt 11, 30).

San Giovanni poi dirà: “I suoi comandamenti non sono gravosi” (1Gv 5, 3).

Potete prendere la croce, accettarla e seguire Gesù; non vi accadrà niente di male; l’ha portata lui, la potete portare anche voi. Solo così farete la volontà di Dio.

Non pensate, perciò, che, accettando di essere cristiane, di essere consacrate, di essere apostole, di essere minime, sarete benedette da Dio e sarete esenti da ogni sofferenza e da ogni croce. No, c’è una sofferenza voluta dalla malizia degli uomini, c’è una sofferenza legata alla debolezza del nostro fisico e c’è anche una sofferenza voluta da Dio, quella legata al  compimento della propria missione!

San Paolo nel primo viaggio apostolico annunziò il Vangelo, dette la fede e battezzò. Nel secondo viaggio, ritornando nelle stesse città evangelizzate, si sentiva dire dai battezzati:- Paolo, da quando siamo stati battezzati, invece di entrare nel regno dei cieli, siamo entrati nel regno della sofferenza, della croce!

E Paolo confortava i cristiani: “È necessario attraversare molte tribolazioni per entrare nel regno di Dio” (At 14, 22).

Nel compimento del proprio dovere c’è la croce. Paolo col battesimo li aveva fatti cristiani. Al suo ritorno li trova nella sofferenza, perché avevano testimoniato di essere cristiani.

È necessario soffrire molto per entrare in Paradiso! Questa è la ragione perché Gesù risorto, ai due discepoli di Emmaus, che erano addolorati e tristi e che si lamentavano della fine ignominiosa del loro Maestro, per cui si ritenevano dei falliti, dei disperati, dice:

“Stolti e tardi di cuore nel credere alla parola dei profeti! Non bisognava che il Cristo sopportasse queste sofferenze per entrare nella sua gloria?”(Lc 24, 25).

Adesso Gesù ti dice: Figlia mia, ti consegno la croce! Te l’ho consegnata quando sei stata battezzata; te l’ho riconsegnata nel giorno in cui sei stata cresimata; te l’ho consegnata tutte le volte che hai ricevuto il sacramento della Penitenza, ed ogni giorno quando ricevi la Comunione. Ti ho consegnato la croce quando ti ho mandato nel mondo ad annunciare il mio Vangelo e quanto ti ho chiamato alla sequela di San Francesco di Paola, anzi della spiritualità minima che è tutta una croce; sappi però che, se prenderai, se accetterai e se offrirai a Dio questa croce, mi darai il segno più grande del tuo amore, perché non c’è amore più grande di colui che offre la sua vita per la persona amata.

Paolo dirà: la grandezza dell’amore di Gesù, sta nel fatto che non è morto per i suoi amici, ma per i suoi nemici.

            “A stento si trova chi sia disposto a morire per un giusto; forse ci può essere chi ha il coraggio di morire per una persona dabbene. Ma Dio dimostra il suo amore verso di noi perché, mentre eravamo ancora peccatori, Cristo è morto per noi” (Rm 5, 7-8).

Ricordatelo: l’osservanza dei comandamenti, l’osservanza dei precetti della Chiesa comporta sempre una croce; così pure l’osservanza delle Costituzioni comporterà sempre una croce. Lo stare al vostro posto comporterà la croce, il compiere il proprio dovere comporterà sempre la croce.

Di tutto vi potrete lamentare, ma non della croce, perché l’ha messa Gesù come condizione per la sua sequela. Una volta che abbiamo accettato la sua sequela, dobbiamo accettare anche la sua croce!