Beati gli invitati alle nozze dell’Agnello – Mt 9, 15

da un’omelia di P. Francesco Chimienti O.M.

Martina Franca  04.07.1998

GESU’ E’ LO SPOSO

(Mt 9, 15)

“Possono forse gli invitati a nozze essere in lutto mentre lo sposo è con loro?”

Il brano di oggi è un messaggio che Gesù trasmette a noi, a me religioso e a voi laiche di vita consacrata. I concetti sono due. Prima di tutto: lui è nostro sposo; secondo: questo è tempo di nozze.

 

  • Gesù è nostro sposo

Se noi vivessimo giorno per giorno con questo concetto che Gesù è il nostro sposo, perché ci ha scelti come spose e noi abbiamo accettato di diventare sue spose, se vivessimo la giornata come spose di Cristo, perché lo siamo veramente, la nostra santità sarebbe altissima. Sulla terra vivremmo nella gioia più serena.

  • Per prima cosa dobbiamo convincerci di essere spose, non perché l’abbiamo voluto noi. La tecnica dello sposalizio divino è identica alla tecnica dello sposalizio umano. Non siamo stati noi a dire a Gesù: Voglio essere la tua sposa; ma è lui che si è degnato di venire a casa nostra per dirci:- Vuoi diventare mia sposa? Gli abbiamo risposto di sì e siamo veramente spose.

Non mi fermo su questo primo concetto che vi consegno, e che ci dovrebbe riempire di gioia immensa perché colui che ci ha scelti è il Figlio di Dio, e perché nella scelta certamente c’è una preferenza. Infatti, se è venuto a casa mia e non è andato a casa degli altri significa che mi ha preferito e che ha un disegno di amore su di me.

Nella scelta l’uomo si ferma sulla bellezza fisica, Gesù invece sulla bellezza morale. Non ci dobbiamo esaltare e insuperbire, però sappiate che siamo stati scelti dal Figlio di Dio ad essere le sue spose.

Quando parliamo della Madonna diciamo che è stata scelta da Dio, perché in lei ha trovato tutte le condizioni per essere la mamma ideale del suo Figlio. Perché non dobbiamo dire le stesse parole per noi? Mi ha scelto, dunque mi ha preferito, e se mi ha preferito ha trovato una bellezza che io forse non conosco, ma lui conosce, e soprattutto ha visto in me quelle qualità necessarie perché io fossi veramente una sposa ideale. Se non lo sono dipende da me e non da lui, perché quando mi ha visto ha detto:- Questa è la sposa ideale per me. Queste parole le ha dette a tante persone, ma le ha dette anche a te. Ci dovrebbe riempire di gioia questo pensiero!

  •  La seconda cosa che vi voglio dire: Fate le spose

Queste parole le dico a me e le dico a voi, perché anch’io, anche se sono maschio, sono sposa di Cristo; per voi è più bello dire questo perché siete donne e quindi siete le spose anche dal punto di vista umano.

A che cosa si riduce tutta la vita di una sposa ideale? Si riduce all’amore.

La sposa ideale è una donna che vive di amore per il suo sposo e nell’amore trova tutti i modi per far felice lo sposo. La sposa ideale serve lo sposo, però il suo non è un servizio servile, è un servizio di amore. Giustamente diceva sant’Agostino:-  Servire Dio è regnare. È servizio!

Il servizio amoroso non ha niente a che fare con il servizio servile, perché la sposa ce la mette tutta per far felice lo sposo, ma nel medesimo tempo nell’amore trova la soluzione di tutti i suoi problemi in rapporto con lo sposo.

È qui che dovete capire il vostro ruolo.

Lo sposo va a letto e io devo andare a letto con lui. Il letto del mio sposo è la croce, quindi devo accettare la croce nell’amore, per identificarmi allo sposo.

Nell’amore dovete trovare la soluzione per accettare la sofferenza e la croce, ma se non amate lo Sposo, non potete mai identificarvi a lui.

Lo sposo ha una corona ed è la corona di spine. La sposa deve avere la corona di spine. Mi ripugna, ma poiché amo, nell’amore trovo la risoluzione di prendermi la corona di spine. Il mio sposo è flagellato e io flagellato, lui perseguitato e io perseguitato, lui non capito e io non capito. Questi problemi, come sposa che vuole identificarsi allo sposo, li risolvo solo con l’amore e nell’amore. Ecco perché a voi ho detto che la Minima vive di amore, ed ho aggiunto: vive nel fuoco, nelle avversità, nelle tribolazioni. Quante volte avete l’aridità, le distrazioni, le freddezze. Ma poiché amate, siete capaci di vivere nella neve così come nel fuoco della persecuzione, nelle sofferenze, nei combattimenti, nelle lotte col mondo, col demonio e con le passioni.

Elementi fondamentali dello sposalizio sono l’amore e la fedeltà nell’amore. L’amore deve essere fondato sulla fedeltà. Non potete diventare oggi nemiche dello sposo col peccato mortale e domani amiche con la grazia, ma sempre dovete vivere in grazia di Dio. Una volta che avete voltato le spalle al peccato e il petto alla grazia, una volta che Gesù vi ha chiesto di essere le sue spose e voi avete risposto di sì, occorre fedeltà, perché lui è fedele. Lo potete mettere fuori la porta, ma lì resterà finché non riaprite la porta di casa. Gesù non va via, è fedele; piange, ma sta dietro la porta di casa vostra e bussa perché vorrebbe entrare, in quanto voi spose siete la sua felicità.

  • Questo è tempo di nozze

Un altro concetto che vi consegno è che la vostra giornata dovrebbe essere sempre la giornata di un banchetto nuziale. A questo Gesù ci tiene. Difatti ha istituito l’Eucaristia come banchetto nuziale nel quale dà se stesso, e con se stesso dà tutti i suoi doni. La S. Scrittura parla di bevande inebrianti e cibi succulenti in abbondanza.

Dio imbandisce il banchetto, ci invita tutti e vuole che in questo banchetto non ci siano né lacrime né lutto, né dolore, ma soltanto gioia, serenità e pace. Da parte sua questi beni messianici sono donati alla sposa; da parte nostra possiamo accettarli o rifiutarli. A voi dico: Trasformate ogni giorno della vostra vita di spose in un banchetto nuziale.

Nel vangelo di oggi Gesù parla anche di lutto. Il lutto per noi spose ci sarà quando uccideremo nell’anima nostra il Cristo o quando lo cacceremo fuori dall’anima col peccato.

Come pure sarà giornata di lutto quando sapremo che le anime non amano il Cristo, lo cacciano fuori col peccato, lo uccidono, lo perseguitano, lo bandiscono dalla loro vita. Allora la sorte dello sposo, in lutto perché cacciato, diventa la sorte della sposa.

San Francesco ci ha detto di non fare un lutto sterile ma un lutto fecondo, piangendo con chi piange e gioendo con chi gioisce. Dunque, una volta che gli altri hanno cacciato Cristo dalla loro anima, noi ripareremo il loro peccato affinché il Cristo ritorni nell’anima dei nostri fratelli.

CONCLUSIONE

Vivete nell’amore e per l’amore e sarete veramente Minime, perché la Minima vive di fede e di amore abbandonata in Dio. Vive di amore sia nella neve che nel fuoco.