At  12, 1-11

da un’omelia di P. Francesco Chimienti O.M.

IL DOVERE DI PREGARE PER IL PAPA

(At  12, 1-11)

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  1. Pietro fu liberato per la preghiera dei cristiani

 Oggi è la festa di san Pietro e san Paolo. Mi fermerò su queste parole degli Atti degli Apostoli: “Pietro era tenuto in prigione, mentre una preghiera saliva incessantemente a Dio  dalla Chiesa per lui” (At  12, 5).

Il re Erode perseguitava la Chiesa e perseguitava gli Apostoli. Ne aveva imprigionato uno, chiamato Giacomo. Di apostoli chiamati Giacomo ve ne erano due, che noi chiamiamo Giacomo il minore e Giacomo il maggiore; come due apostoli si chiamavano Giuda: Giuda Iscariota, che fu il traditore, e Giuda Taddeo, che scrisse una lettera apostolica.

Nella persecuzione, il re Erode aveva catturato Giacomo il minore, vescovo di Gerusalemme, e lo aveva gettato giù dal pinnacolo del Tempio. Questo fu il martirio di san Giacomo. Poiché il re si era accorto che questo gesto era stato gradito dalla popolazione giudaica, aveva deciso di far catturare un secondo apostolo. I grandi, incominciando dai sindaci, dai consiglieri comunali, dagli amministratori provinciali, ministri, deputati e senatori, fanno di tutto per avere il favore popolare; che poi l’ottengano in forma onesta o disonesta non interessa affatto. Così fece Erode. In altri termini il mondo è stato sempre lo stesso. Non dovete credere che prima facevano così e adesso facciamo meglio; oppure adesso facciamo peggio e prima si faceva meglio. No, sempre così ha fatto l’uomo.

Un giorno questo uomo, per ottenere il favore popolare fece imprigionare Pietro per farlo uccidere. Pietro fu messo in prigione, guardato da quattro picchetti di soldati, cioè da sedici soldati: quattro dinanzi alla prigione, quattro nel corridoio, quattro all’altra porta e quattro al cancello esterno. E per non farselo scappare, gli avevano messo una catena al collo e due catene ai piedi. Chi è stato a Roma, a S. Pietro in Vincoli, dove c’è il Mosè di Michelangelo, nella cripta, sotto l’altare centrale ci sono le catene con cui era stato legato perché non scappasse, perché l’indomani ci sarebbe stato il processo, che si sarebbe dovuto concludere con la morte. Uno dopo l’altro poi sarebbero stati presi gli altri apostoli. Questo era il disegno di Erode.

San Pietro cosa poteva fare legato in quel modo? Era notte, si è avvolto nel mantello e si è messo a dormire. La Chiesa di Gerusalemme cosa fa? I mezzi che Gesù ha consegnato a noi per salvare la Chiesa sono: sacramenti e preghiera. Allora si misero a pregare e a supplicare il Signore affinché facesse la grazia della liberazione di Pietro. Il Signore ascoltò la loro preghiera. Se non avessero pregato, Pietro sarebbe stato liberato? Secondo me, no. È la preghiera supplice dei fedeli che fu ascoltata da Dio , che mandò un angelo nella prigione per liberarlo.

Gli angeli quando entrano e quando escono non hanno bisogno di chiavi, come fece Gesù dopo la risurrezione e come faremo noi quando risorgeremo col nostro corpo alla fine del mondo. Avremo un corpo agile come lo spirito, come il pensiero.

L’Angelo svegliò Pietro, gli tolse le catene, gli aprì la prigione e lo fece uscire tra i soldati senza che si accorgessero di nulla. San Pietro, che aveva creduto di avere una visione, quando si trovò fuori e l’angelo era sparito, capì che il Signore lo aveva liberato e andò nella casa dove si erano riuniti i cristiani. Bussò alla porta. Prima non volevano credere ai loro occhi, poi gioirono e ringraziarono il Signore.

  1. Dobbiamo pregare per il Papa

 San Pietro è il vicario di Cristo, il capo della Chiesa. Gesù è andato in cielo, ma sulla terra ha lasciato un altro Cristo che deve dirigere la Chiesa, è il Papa. Ieri si chiamava Pietro, oggi si chiama Giovanni Paolo II. Ieri si chiamava Giovanni Paolo I, l’altro ieri Paolo VI, l’altro ieri Giovanni XXIII. Sono 273 fino ad oggi. Il Papa di oggi è Giovanni Paolo II. C’è gente che gli vuole bene, ma quanta gente gli vuole male. Porta la croce, la croce di tutti gli uomini; lo dobbiamo aiutare.

Come si aiuta il Papa? Con la preghiera. Ricordo l’episodio  che raccontò Giovanni Paolo I. Durante il conclave, quando si incominciò a vedere dallo scrutinio che la maggioranza era orientata per il cardinale Luciani, il cardinale che gli sedeva accanto gli passò un biglietto con su scritto: Auguri, porterai la croce di tutti, però ricordati che ci saremo noi a sostenerti!

Fu fatta l’elezione e lui divenne pallido dalla commozione, dalla paura, dal timore e si mise a piangere. Questo cardinale e gli altri cardinali che erano vicini lo consolarono dicendo: Si ricordi, Santità, che novecento milioni di uomini pregheranno ogni giorno per lei.

Chi sono questi novecento milioni di uomini? Noi cristiani.

conclusione

Essere Papa è una cosa difficilissima, perché è portare la croce di tutto il mondo, ma è sostenuto dalla potenza di Dio , dal coraggio che gli infonde Gesù e dalla nostra preghiera.

Questo è il pensiero che vi consegno stamattina: pregate sempre per il Papa. Un cristiano che non prega ogni giorno per il Papa non è legato a lui, non è un buon cristiano.

Lo fate ogni giorno? Se non lo fate, lo farete da oggi.