Lascia per raccogliere, abbandona per trovare – Gn 12, 1-9

da un’omelia di P. Francesco Chimienti O.M. 24.06.1985

CHE COSA DIO CHIEDE AL CHIAMATO:

LA RINUNZIA

 

“Vattene dal tuo paese”

(Gn 12, 1-9)

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Le parole che vi commenterò sono queste: “Vattene dal tuo paese verso il paese che ti indicherò”, ma la parola che mi ha colpito è “Vattene”. Non pensate però ad Abramo, adesso è a noi che il Signore dice: “Vattene”.

 

I. che cosa Dio chiede all’uomo che ha fatto la scelta di seguirlo

 Abramo già aveva lasciato il suo paese di origine ed era andato a Carran; già aveva fatto la scelta, e anche voi avete fatto questa scelta.

 

  1. La prima cosa che Dio chiede è la rinunzia

         “Vattene dal tuo paese, dalla tua patria, dalla casa di tuo padre”.

Vi comanda di lasciare il paese, la patria, la casa. Non vi posso ingannare. [… ].

Non ve ne andrete materialmente, come ho fatto io, ma ve ne andrete moralmente! Spiritualmente, non starete nel vostro paese, non starete nella vostra regione, non starete a casa vostra.

Ecco la prima cosa che il Signore comanda: la rinunzia, il taglio. Meditate queste parole, perché chi non se la sente di lasciare la casa, di lasciare il paese, di lasciare gli affetti più cari, non potrà seguire il Signore nell’avventura di fede.

[….]

Siete state chiamate, ma se amate le vostre comodità, i vostri affetti, il vostro nido, là starete: negli affetti, nel nido, nelle comodità. Dio non ha bisogno di uomini comodi, di donne ricercate, ha bisogno di anime austere come Giovanni Battista, come Francesco di Paola.

Quando l’uomo ha fatto la scelta, Dio chiede la rinunzia agli affetti più cari. Vi sentite di farla? Fatela e venite avanti, se non ve la sentite state a casa vostra; il Signore non ha bisogno di voi. Io invece vi dico che questa rinuncia in parte l’avete fatta e già la state attuando, giorno per giorno.

 

  1. La seconda cosa che chiede il Signore è quella di avviarsi verso l’ignoto in un’avventura di fede

“Vattene verso il paese che io ti indicherò”. Quale è questo paese? Non lo so. Neanche Abramo lo sapeva, ma Dio sì.

La vocazione è un’avventura verso l’ignoto. Mi appassiona, mi entusiasma, mi esalta questo, invece qualche altro quando sente che deve andare verso l’ignoto non si muove proprio. Che cosa sarà? Non lo so, ma chi mi ha detto: “Va’ verso il paese che io t’indicherò” è Dio, certamente sarà un’avventura meravigliosa, piena di gioie e piena di soddisfazioni. Ma bisogna credere alla parola!

Dalla S. Scrittura vediamo che Dio usa sempre lo stesso stile: “Vieni e seguimi!”.

Che cosa ne sarà di questo?, disse Pietro. Gesù risponde: Che te ne importa? Tu seguimi! Se io voglio che rimanga o non rimanga a te non importa niente.

Non sappiamo e non sapremo mai che cosa Dio ci ha preparato come sorpresa della nostra vita, però è certo, certissimo che è il meglio per noi. Dovete avviarvi verso l’ignoto. Non è un guaio, è una cosa bella. Io già l’ho fatta l’esperienza, è una cosa meravigliosa!

Andare verso l’ignoto è un’avventura che spaventa chi ha sessant’anni, mentre i giovani li entusiasma, ma è un’avventura di fede. È credere a una parola, avere la certezza che Dio non inganna, che Dio ha preparato dall’eternità il meglio per me, e nel tempo l’attuerà.

Quando mi chiamava per questa avventura, io non volevo, ma adesso sto vedendo l’avventura dell’Istituto nella sua realtà. E quando vi guardo in faccia e vedo la presenza di Dio in ciascuna di voi, dico che è una cosa meravigliosa. I vostri volti io non li conoscevo nel 1960, nel 1970 e ogni anno io conosco volti, che il Figlio di Dio ha preparato per me. è tanto bello lasciare quello per prendere questo che Dio mi ha preparato.

 

  1. La vocazione è un’avventura colma di benedizioni

È vero che Dio dice: Lascia e vattene verso il paese che io t’indicherò!, però promette la sua benedizione, anzi sette benedizioni, che secondo il concetto ebraico significa: tutte le benedizioni. Il numero sette, infatti, è il numero perfetto per gli Ebrei. Dicendo sette intendono dire tutte le benedizioni, così come dandoci i sette sacramenti, Gesù ci ha dato tutti i sacramenti necessari per accompagnarci in tutta la vita. Non ce ne possono essere altri. In qualsiasi momento abbiamo bisogno della grazia, subito c’è un sacramento. Con il sette ci ha dato tutto, come i sette candelabri.

Ci ha dato sette benedizioni, ve le enumero perché sono sublimi. Tutte si sono avverate in me, e tutte si avvereranno in voi, perché ciò che Dio dice è vero.

È vero che mi dice “taglia”; è vero che non mi dice dove mi condurrà, però mi promette le sue benedizioni. Anche a Paolo disse la stessa cosa: Vai a Damasco! Che debbo fare? A Damasco ti dirò quello che devi fare! Prima doveva andare a Damasco, poi avrebbe saputo quello che doveva fare; ma se lui non fosse andato a Damasco non avrebbe saputo quello che doveva fare.

 

II. “Farò di te un grande popolo”

è una cosa stupenda! I nostri genitori quando stanno per morire ci vogliono vedere, perché nei figli vedono perpetuarsi la loro discendenza. Io figli non ne ho, ma ho voi, un grande popolo! Così è per voi. Me lo dicono le prime catechiste: Padre, basta che io esca per il paese, che mi sento dire: Buon giorno! Cristo regni! Voi mi avete fatto la comunione! Voi mi avete educato!

Sono i vostri figli: non due figli o uno, ma un popolo! Non è vero che voi non sarete mamme, no, voi sarete mamme di un grande popolo, perché quelli che voi avete educato nella fede, che avete generato nel Battesimo, nella Cresima, nell’Eucaristia, nella Penitenza, anche loro genereranno, con la Parola che voi avete dato loro, altri figli a Dio. è un popolo, un grande popolo.

[….]

 

III. che cosa deve fare l’uomo che ha fatto la scelta di seguire Gesù

 

Prima abbiamo visto che cosa Dio chiede a noi, adesso dobbiamo vedere che cosa noi dobbiamo dare a Dio.

 

  1. Chi è chiamato deve eseguire il comando di Dio partendo con ciò che è e con ciò che ha

È bello sapere questo. Io penso di consolarvi con queste parole. Dice la Bibbia: “Allora Abramo partì come gli aveva ordinato il Signore”.

Bisogna eseguire il comando del Signore partendo con ciò che si è e che si ha.

Abramo aveva settantacinque anni quando lasciò Carran.

Dovete partire con ciò che siete, con i capelli bianchi o con i capelli neri, senza occhiali o con gli occhiali, a sessant’anni, a settant’anni, quarant’anni, vent’anni; figlie di quel padre e di quella madre. Dovete essere orgogliose dei vostri genitori. Io sono contadino. Prima avevo vergogna di mio padre contadino, e di dire che avevo fatto il pastorello, che avevo fatto il contadino. Adesso mi vanto!

Bisogna partire così come si è. Coi pantaloni rotti, i capelli bianchi, gli occhiali, il cuore che non funziona, una gamba che fa male.

E poi bisogna partire con ciò che si ha.

Abramo ha il nipote che si chiama Lot, e voi invece che si chiama Franco, che si chiama Giuseppina, Giovanni. Abramo ha la moglie che si chiama Sara e se la porta appresso, così tutti i beni che aveva acquistato, quindi bracciali e braccialetti, pellicce e pelliccette.

Dovete eseguire il comando di Dio, questo è l’essenziale, tutto il resto è roba vostra. Partite con ciò che siete e con ciò che avete.

Io sono felicissimo di avere un Istituto secolare, laico, consacrato nel mondo, che tra gli Istituti secolari voluti dallo Spirito Santo nella Chiesa sta all’estremità della laicità. Io non devo preoccuparmi in nulla di voi. Voi non siete mezze suore e mezze laiche, oppure laiche che vivono in comunità, no voi siete laiche, laiche, laiche.

Se non avete un lavoro io non mi preoccupo proprio; lo avrete. Chi ve lo darà? San Francesco. Lui è il vostro Padre, non io.

Padre, io non ho la casa! Avrai la casa.

Padre, non ho il mensile! Avrai il mensile.

Siete laiche, io non c’entro proprio per niente. È una cosa bellissima! A me l’anima tua interessa, come interessa a Dio. Io sono strumento.

Padre, io non so parlare, io sono timida. Dio farà di una timida un’eroica. Non esistono problemi, non ce ne sono, Dio farà tutto.

 

  1. Deve incamminarsi nella nuova avventura credendo alla chiamata di Dio

Credendo; perché chi non crede non si mette in cammino. Tutti quelli che si fermano sono nella crisi di fede; hanno ascoltato la Parola, ma non hanno creduto alla Parola. Dovete credere alla chiamata di Dio. Dovete dire: Dio mi ha chiamato e Dio farà di me quello che non sono.

 

[….]

 

CONCLUSIONE

 

Figlie mie carissime, avete cominciato l’avventura di questo viaggio. Dovete portare due valigie. Anche per Abramo è stata la stessa cosa. I bagagli da portare in questo viaggio sono la fede e la preghiera, e Dio sarà sempre con voi.

Voi credete che la decisione l’avete presa da sole? No, Dio vi ha dato tanta luce da farvi vedere con chiarezza che la decisione era questa.

C’è o non c’è questo Dio? Vi dirige o non vi dirige? Che sarà di voi? Il meglio, lo vedrete! Voi non potevate costruire il vostro avvenire così come Dio ve l’ha preparato e come Dio ve lo darà. Mi credete?