Dio mio, fammi strumento della tua bontà – Mt 5, 37

Il valore del silenzio per il seguace di San Francesco 

I. Che cos’è la parola per il discepolo di San Francesco 

 

La parola  è lo specchio della sua mente e la voce del suo cuore; è veicolo del vero e dell’amore.

  1. è lo specchio della sua mente

 La parola della Minima combacia con quello che pensa. Lo specchio infatti non fa altro che riflettere l’immagine della persona così com’è, senza deformarla.

La Minima dice ciò che pensa, in lei non c’è falsità. Dice sempre la verità. In lei c’è corrispondenza tra ciò che pensa e ciò che dice. Chi l’ascolta non deve avere mai il dubbio che ciò che sta dicendo non corrisponde a verità. “Sia il vostro parlare sì, sì; no, no, dice Gesù, il di più viene dal maligno” (Mt 5, 37).

Ciò che avete in testa deve stare sulla vostra bocca. La Minima segue il Cristo somma ed eterna verità. Gesù ha detto sempre la verità, anche quando era scomoda per lui. Sapeva che proclamandosi Re, proclamandosi Figlio di Dio sarebbe stato messo a morte, ma quando è stato interrogato in merito ha detto la verità, non li ha ingannati. Ha detto: io sono Re! Io sono il Figlio di Dio!

Voi donne siete portate ad apparire quello che non siete: siete pallide e volete apparire colorite, siete basse e volete apparire alte, siete brune e vi fate bionde; ma con Dio non potete fare così. Dovete andare contro la vostra psicologia, ma dovete apparire quello che siete. La vostra parola deve esprimere la verità, deve esprimere il vostro pensiero, in modo che gli altri possano capirlo.

Perché la parola possa essere lo specchio della vostra mente, deve riflettere il vostro pensiero.

  1. è la voce del suo cuore

 La parola è specchio della sua mente, ma è anche voce del suo cuore.

È specchio, e quindi riflette secondo verità ciò che lei pensa, ma nel medesimo tempo è anche la voce del suo cuore, del suo amore, per cui se ciò che pensa può offendere, può ferire l’altro, tace.

Nelle parole della Minima ci deve essere il rispetto della verità e la salvaguardia dell’ amore.

Dio vuole che si ami il prossimo e che non lo si offenda, per cui quando la verità non è anche la voce del cuore, non si deve dire.

La verità non deve mai offendere, perché se offende è contro il disegno di Dio. La Minima dice sempre ciò che pensa, ma non dice tutto quello che pensa, perché la parola deve essere anche la voce del suo cuore. Poiché il cuore deve amare, deve edificare, deve illuminare, deve riscaldare, se la verità corrisponde alle esigenze del cuore, parla, altrimenti tace.

La parola della Minima prima di passare dalla mente alle labbra, passa dal cuore, per poter essere veicolo anche dell’amore, e così poter essere accolta come una parola che aiuta, sostiene e salva, e non che schiaccia e ferisce. La stessa riprensione, che ha sempre un fondamento di verità, deve essere fatta con carità, cioè deve prima passare dal cuore, perché possa produrre il bene. La correzione è un atto di squisita carità, e chi la riceve deve accorgersene.

“Il Signore corregge colui che egli ama e sferza chiunque riconosce come figlio” (Eb 12, 6).

  1. è veicolo del vero e dell’amore

 La parola  è lo strumento attraverso cui comunica la verità, perché Dio è verità; ma attraverso cui comunica anche l’amore, perché Dio è amore. Non basta la verità, ci vuole anche l’amore, altrimenti si è crudeli, si calpestano gli altri con inaudito cinismo.

Dio è verità e amore. Per agire come Dio dobbiamo unire la verità all’amore e l’amore alla verità. La parola per la Minima è un veicolo, un’automobile con due passeggeri: il vero e l’amore. Li trasporta entrambi contemporaneamente, mai solo il vero o solo l’amore.

La Minima se ha la verità e l’amore parla, ma se ha la verità e non l’amore tace. La verità che è luce, deve essere vivificata da questa fiamma che si chiama carità.

II. quali conseguenze ne fa derivare la minima

  1. Salvaguarda sempre la verità e la carità

La Minima vive sempre nella verità e nell’amore: pensa come vive e parla come pensa. In lei non c’è disaccordo tra ciò che fa, ciò che pensa e ciò che dice.

Nell’uomo ci sono pensieri, parole e azioni. Nella Minima c’è un coordinamento perfetto tra ciò che pensa, ciò che fa e ciò che dice. In altri termini, salvaguarda sempre la verità e la carità. In lei c’è uniformità perfetta tra pensiero, parola e azione. Poiché agisce nella verità e nell’amore, pensa nella verità e nell’amore, e parla nella verità e nell’amore.

  1. Mette la parola al servizio della carità

 La Minima, poiché segue la spiritualità penitenziale di san Francesco di Paola, con la parola riconosce tutti i suoi torti, e nello stesso tempo dà coraggio agli altri, che sono peccatori come lei.

Mette la sua parola al servizio della carità, perché sia sostegno ai deboli, speranza agli sfiduciati, sprone ai pigri, balsamo per le anime ferite, messaggio di pace, apportatrice di bene.

La sua parola è quindi:

  • Sostegno ai deboli

Quanta gente è debole! Alcuni sono deboli nell’intelligenza, sono gli ignoranti; la Minima parla per illuminarli.

Alcuni sono deboli nella volontà, sono gli abulici, non hanno voglia di fare il bene; la Minima li sostiene in quel poco che stanno facendo, “non spegne il lucignolo fumigante, non spezza la canna incrinata” (Is 42, 3).

Alcuni sono deboli nel cuore: o non sanno amare, o hanno deviato nell’amore, sono gli egoisti, i lussuriosi; la Minima li sostiene con l’esempio dei Santi che hanno vinto le loro stesse battaglie, in modo che Dio entri nel loro cuore e ne prenda possesso. È quello che diceva sant’Agostino: se questi e quelli, peccatori come me, sono riusciti a farsi santi, perché io non devo riuscirci?

La Minima con la sua parola sostiene chi è debole, chi vacilla, chi è caduto. Non lo schiaccia, ma lo sorregge se barcolla, gli dà una mano per rialzarlo, se è caduto.

  • Speranza agli sfiduciati

Lo sfiduciato è lo scoraggiato, colui che vede oscuro il suo futuro ed è ripiegato su se stesso. La Minima che possiede la verità del Vangelo e l’amore di Dio per gli uomini, attraverso la Parola di Dio ridà la speranza, apre nuovi orizzonti a coloro che sono sfiduciati, incoraggia, rialza, dà la mano, spinge.

  • Sprone ai pigri

Il pigro è colui che non vuole camminare nella via della santità, che non vuole fare quello che deve fare. L’errore del pigro non è quello di camminare lentamente, è quello di fermarsi; non è quello di fare quel poco che può fare, ma di non fare nulla. La Minima con la sua parola l’aiuterà ad accettarsi così com’è, ed a fare quello che è nelle sue possibilità di fare.

  • Balsamo per le anime ferite

Le anime ferite sono o quelle ferite dal peccato, o quelle ferite da una sofferenza, da una prova, da una ingiustizia umana.

La Minima, poiché è Missionaria della Parola di Dio, con le frasi della S. Scrittura può lenire ogni ferita, e non farla andare in cancrena.

La parola della Minima, fatta di verità e di amore, attutisce il dolore della ferita e non la fa sanguinare. È balsamo, è linimento.

  • Messaggio di pace

Non è vero che la Minima non parla, parla, ma per mettere pace; parla per ristabilire l’amore, l’ordine; parla per far superare il rancore, l’odio. La Minima non è la donna della discordia, ma della pace, della serenità, dell’equilibrio.

  • Apportatrice di bene

La parola della Minima è rugiada per coloro che l’ascoltano: ristora gli animi e produce il bene.

In qualsiasi luogo si trovi, in famiglia, nell’ambiente di lavoro, in società, in parrocchia, la Minima con la sua parola è apportatrice di bene.

“Come sono belli sui monti i piedi del messaggero di lieti annunzi che annunzia la pace, messaggero di bene che annunzia la salvezza” (Is 52, 7).

conclusione

concludo questa meditazione con le parole di san Paolo: “Nessuna parola cattiva esca più dalla vostra bocca, ma piuttosto parole buone che possano servire per la necessaria edificazione giovando a quelli che ascoltano” (Ef 4, 29).

È questo anche il mio consiglio: che nessuna parola cattiva esca più dalla vostra bocca, perché la parola cattiva non edifica, demolisce; ma piuttosto parole buone che escono dal cuore e che giovano a coloro che ascoltano.

Che chi vi ascolta possa poter dire come i discepoli di Emmaus: “Non ci ardeva forse il cuore nel petto mentre conversava con noi lungo il cammino, quando ci spiegava le Scritture?” (Lc 24, 32).