Non è dato di capire a tutti… Chi può, intenda! – Mt 9, 14-17

da un’omelia di P. Francesco Chimienti O.M.

Martina Franca  05.07.2003

 

GESU’ E’ LO SPOSO

DELL’ANIMA NOSTRA

(Mt 9, 14-17)

 

  •    Gesù è lo sposo delle anime

 Gesù, rispondendo ai farisei e ai discepoli di Giovanni sul problema del digiuno, dice: “Possono forse gli invitati a nozze essere in lutto mentre lo sposo è con loro? Verranno però i giorni quando lo sposo sarà loro tolto e allora digiuneranno” (Mt 9, 15).

Nella risposta Gesù per due volte si definisce lo sposo. Avevano tante definizioni di Gesù: fratello, amico, redentore, mediatore! Questa è una definizione che mi piace molto: Gesù è lo sposo dell’anima mia.

 

  • Gesù è in particolare lo sposo dei consacrati

Gesù è lo sposo di tutti i cristiani, però in particolare è lo sposo dei consacrati. La stragrande maggioranza degli uomini si sposano sulla terra e prendono come sposo un uomo o una donna, ma i consacrati, volutamente, non dividono il loro cuore con uno sposo umano, e nella consacrazione scelgono volutamente di essere le spose di Cristo. Quindi noi, io e voi, abbiamo scelto di essere le spose di Cristo. Lui è lo sposo nostro con delle condizioni, delle ragioni più profonde e più ampie dello sposalizio con gli altri cristiani che condividono nel matrimonio l’amore con un’altra creatura. Noi non condividiamo l’amore con altre creature, ma soltanto col Cristo. Abbiamo ragioni più intime e più profonde per essere le spose autentiche del vero Cristo.

 

  1. Presentatevi a lui come spose

Se Gesù si è dichiarato nostro sposo, io dico: trattatelo come sposo, e presentatevi a lui come spose. Questo pensiero ve l’ho consegnato alla fine degli Esercizi Spirituali dell’anno scorso. Ve l’ho dato come sintesi di tutto: Io sono tua, tutta tua, per sempre tua!  Ho detto: vivremo alla luce delle verità di Gesù nostro sposo e noi sue spose, e ripeteremo ogni giorno: Sono tua, tutta tua, per sempre tua!

 

 

alcune considerazioni

Paolo dice che la sposa, se vuole fare la sposa nel matrimonio cristiano, sia sottomessa al marito

 

La stessa cosa dico a voi: se volete fare le spose secondo la mentalità di Dio, la prima cosa che dovete fare è quella di essere sottomesse al Cristo, perché san Paolo dice: la sposa sia sottomessa allo sposo, così come la Chiesa è sottomessa al Cristo. C’è una sottomissione fatta per amore, che diventa obbedienza ai dieci comandamenti, ai precetti della Chiesa, al Vangelo, ad ogni Parola di Dio. Ora se voi accetterete il pensiero di Dio espresso, non quello presupposto, non quello manifestato attraverso gli avvenimenti e le persone, farete felice certamente il vostro sposo e in questo matrimonio spirituale – si chiama verginale – ci sarà il massimo dell’amore, il massimo della uniformità alla volontà di Dio.

Fate l’esame di coscienza sulla parola “sottomessa”. Sono sottomessa?

 

Dire sposa significa vivere almeno alcune ore della giornata nell’intimità più profonda col proprio sposo

L’unione coniugale è il tempo dell’intimità più profonda e dell’amore più profondo, perché l’amore è nella donazione: uno dona e l’altra dona. Tutti e due donano. La donazione è scambievole, e poi c’è il frutto: il figlio. Il figlio non è il frutto della passione, ma è frutto dell’amore.

Se volete fare le spose e volete considerare Gesù come sposo dovete avere almeno alcune ore di intimità profonda con lui.

Vi consegno tre momenti di intimità profonda:

 

  • La S. Messa

Gesù sposo si presenta a noi spose, e noi ci presentiamo a lui come spose quando partecipiamo al suo sacrificio. Lì c’è l’intimità più profonda. Al Padre il Cristo si presenta come il capo del corpo mistico, si presenta con noi, e con noi fa unità profonda col Padre e con lo Spirito Santo. Noi diventiamo corpo di Cristo e siamo corpo di Cristo, e come corpo di Cristo ci presentiamo al Padre: noi col Cristo, il Cristo con noi. Lui si sacrifica e noi ci sacrifichiamo con lui. Non c’è rapporto con questo Sposo più profondo del sacrificio della Messa.

 

  • La Comunione

Nella Comunione eucaristica lui diventa me e io divento lui. Io mangio, perché diventi come lui.

 

  • L’adorazione

Sia nel primo aspetto, sia nel secondo, sia nel terzo, che noi chiamiamo adorazione o visita a Gesù Sacramentato, è allora che la sposa si presenta e dice tutto ciò che vorrebbe dire al proprio sposo, ma lo dice nell’amore.

Nella Messa la sposa si offre per amore; nella Comunione si immedesima per dimostrare l’amore più profondo; nella visita a Gesù Sacramentato si presenta nella uniformità del proprio volere al volere dello sposo. Non ci sono aspetti più profondi nello sposalizio verginale, se non questi tre.

In altri termini, nello sposalizio verginale l’intima unione si realizza nell’Eucaristia: sia quando noi consideriamo Gesù presente, vivo e vero, corpo, sangue, anima e divinità nell’Eucaristia; sia quando si offre al Padre nella S. Messa per togliere i nostri peccati; sia quando si offre a noi nella Comunione, affinché la sua santità diventi la nostra santità; sia quando in ginocchio stiamo in preghiera dinanzi a lui, manifestando i nostri sentimenti più profondi, più intimi, più nascosti. Allora si realizza l’unione sponsale.

 

 

CONCLUSIONE

 

  1. Queste due cose le dovete ricordare: la sottomissione, che non è la violazione della nostra personalità; e l’unione intima col Cristo che avviene nell’Eucaristia.

 

  1. La cosa che mi sta più a cuore è la visita a Gesù Sacramentato. Noi religiosi abbiamo il grande privilegio di avere Gesù in chiesa e in cappella, però noi viviamo le nostre giornate come se Lui non ci fosse, aspettando quelle ore di preghiera comune. Gesù invece ha detto: “Venite a me, voi tutti, che siete affaticati” (Mt 11, 28), e noi la nostra fatica la comunichiamo a tutti, eccetto a Lui; da tutti andiamo, ma non da Lui.

Quello che più di tutto mi sta a cuore è l’andare, anche se si tratterà di un minuto o due minuti, lo farete felice, e non uscirete dalla chiesa senza avere ricevuto da Lui almeno tre doni: la luce, l’amore e la forza. La luce per capire i misteri di Dio e vivere onestamente; la forza per mettere in pratica quella Parola di Dio; l’amore per amare Lui e amare il prossimo.

 

  1. Quando andate da Lui presentatevi come spose, perché lui vi accoglierà con la tenerezza dello sposo

Quando parlo di lui Sposo, e di me e di voi spose, ho davanti agli occhi Ester che, condannata a morte, si presenta al suo sposo, che aveva la facoltà di condannarla a morte. Si presenta come sposa, e lui l’accoglie come sposa, non come moglie; l’accoglie come sposa e non fa il re, non fa il giudice, ma l’accoglie con la tenerezza dello sposo.

Che Gesù è il nostro sposo non l’ho mai messo in discussione, perché lo ha detto Lui; che io sono sua sposa non l’ho mai messo in dubbio, perché consacrandomi ho scelto nell’amore esclusivo, perfetto, solo Lui. Nel vostro e nel mio interesse presentiamoci a Lui come spose e ci tratterà non con amore, ma con la tenerezza dell’amore.

 

  1. Ricordate inoltre che Gesù è uno sposo fecondo. Se noi da spose non salviamo le anime o non abbiamo le vocazioni significa che infeconde siamo noi, non Lui. Presentatevi a lui come sue spose e ripetete quelle parole che avete detto l’anno scorso agli Esercizi Spirituali: Signore, sono tua, tutta tua, per sempre tua.