Verso il vero Bene – Es 14, 21-31

da un’omelia di P. Francesco Chimienti O.M.

21.07.1981

 

LA PARTE DI DIO E LA PARTE DELL’UOMO

 NELLA CONVERSIONE

(Es 14, 21-31)

 

Questa mattina vorrei commentarvi il passo dell’Esodo che parla del passaggio del Mar Rosso.

Il popolo quando vide i carri, i cavalieri e i guerrieri del faraone si mise a gridare contro il Signore. Gridare a Dio è il primo passo verso la conversione, la preparazione alla conversione.

La conversione è preparata dalla preghiera e dalla fede dell’uomo, è operata da Dio, come il passaggio del Mar Rosso è stato operato da Dio, però si realizza se l’uomo collabora con Dio, perché se non collabora la conversione non avviene.

 

  1. La parte di Dio nell’opera della conversione

Dio compie due azioni: una a favore d’Israele e una contro gli Egiziani.

Dice la S. Scrittura che Dio sospinse le acque con un vento forte; il mare si divise. Il Signore combattè per Israele. Il Signore salvò Israele! Questa è la parte di Dio a favore d’Israele. Nel mare io vedo il male, il peccato. Nel forte vento vedo l’azione dello Spirito Santo. Dio Padre si serve dello Spirito Santo per operare la conversione dell’anima.

Lo Spirito Santo nel giorno di Pentecoste si manifestò prima di tutto con un forte vento: un boato che aprì porte e finestre; poi si manifestò con le lingue di fuoco su ciascuno degli apostoli e dei presenti, tra cui c’era anche Maria Santissima. Chi opera la conversione di un’anima, chi distrugge il peccato nell’anima è lo Spirito Santo.

Come il vento sospinse il mare, lo divise in due parti e rese asciutta la terra sulla quale dovevano passare gli Ebrei, così lo Spirito Santo spinge, distrugge, allontana dall’anima il male.

Quando vi volete convertire, dovete pregare il Signore che operi nell’anima la conversione. Tutto è opera di Dio. Ve lo dico perché dovete essere le apostole che aiutano Dio a convertire le anime.

La conversione è opera di Dio. Voi potete solo pregare per preparare il terreno; pregare perché il Signore attui la conversione, pregare perché l’anima perseveri dopo la conversione operata da Dio.

Per mezzo della preghiera Dio interviene e converte l’anima. Non ci può essere conversione senza questa azione divina. Quando un’anima è in peccato tra Dio e l’anima c’è un abisso e per superarlo ci vuole un ponte, un ponte infinito, tale è l’abisso tra l’uomo e Dio; non lo può costruire nessun uomo, né lo possono costruire tutti gli uomini uniti insieme, ci vuole la potenza infinita della misericordia di Dio. Gesù è questo ponte che avvicina Dio all’anima e che porta l’anima a Dio, mette in rotta il demonio e gli alleati del demonio, cioè coloro che tengono avvinta l’anima nel peccato.

L’azione di Dio contro gli Egiziani: furono travolti in mezzo al mare. Gli operatori del male, come gli Egiziani, saranno travolti dal loro stesso male e andranno all’Inferno.

 

  1. La parte dell’uomo nell’opera della conversione

Tre sono le azioni dell’uomo per collaborare con lo Spirito Santo:

 

  • Decidersi a partire dall’Egitto, cioè decidersi a lasciare la schiavitù del peccato, la schiavitù del demonio, perché ogni peccato ci rende schiavi del demonio.

Disse il figliol prodigo che era nel peccato: “Mi alzerò e andrò da mio padre”.

La grazia viene da Dio, ma la spinta, l’ispirazione è dello Spirito Santo che fa vedere con chiarezza lo stato da lasciare e lo stato da prendere.

L’azione dell’uomo è di collaborare con lo Spirito Santo: detestare lo stato in cui si trova e accettare lo stato in cui deve andare.

 

  • Camminare in mezzo al mare all’asciutto: partire e camminare come il figliol prodigo, che si mise in cammino verso la  casa  del    Il  peccato  continuerà  ad esistere, però Dio, con

l’azione dello Spirito Santo traccia una strada e l’uomo continua a camminare in mezzo al male, senza però esserne infangato.

Ecco la seconda collaborazione dell’uomo: partire dalla schiavitù del peccato, camminare verso la luce, pur continuando a sentir le voci del demonio, delle passioni, del peccato, del mondo.

 

  • Arrivare all’altra sponda come gli Israeliti dopo aver attraversato il Mar Rosso a piedi asciutti. Quindi bisogna attraversare il male che sta nel mondo e arrivare alla sponda della grazia, alla sponda di Dio.

 

 

  1. La parte di Mosè

Mosè fece due cose: prima pregò e credette; poi stese la mano, cioè collaborò con Dio nel portare a termine l’opera della conversione, iniziata da Dio con la grazia e con l’opera dello Spirito Santo, ma portata a termine attraverso l’azione di un uomo che lo rappresentava qui sulla terra.

I sacerdoti devono aiutare, collaborare con Dio, rappresentarlo sulla terra, dire la parola, dare il conforto, dare la soluzione, dare la luce, perché se Mosè non avesse steso la mano, Dio non avrebbe operato quel miracolo.

 

CONCLUSIONE

Dopo il passaggio del Mar Rosso il popolo d’Israele lodò e ringraziò il Signore, temette Dio e credette nel suo servo Mosè.

Ecco le tre azioni dell’uomo convertito:

 

  1. Lodare Dio: Grazie, Signore, che hai operato le tue meraviglie dentro di me”.

 

  1. Temere Dio e diffidare di se stesso. Temere di offendere Dio e di abusare della sua grazia. Il timore di Dio è l’inizio della vera sapienza e l’inizio della mia salvezza.

 

  1. Credere in Dio e credere al suo Vangelo, credere nel Papa, nel Vescovo, nei sacerdoti, che sono strumenti della conversione, e continuare a credere nel Padre che è stato messo a guida dell’Istituto e a guida di tutte voi, come Mosè fu messo a guida del popolo d’Israele per condurlo verso la terra promessa.