Signore, guarisci la mia incredulità – Gv 20, 24-29

Martina Franca, 03.07.1998

 

LA FEDE NELLA RISURREZIONE

(Gv 20, 29)

 

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Oggi la Chiesa festeggia san Tommaso apostolo. Le parole che vi voglio commentare sono: “Perché mi hai veduto, hai creduto: beati quelli che pur non avendo visto crederanno!”                     (Gv 20, 29).

 

  1. La fede è adesione alla Parola di Dio

La fede vera, non la fede umana ma quella divina, è accettazione o adesione alla Parola che Dio ha detto, perché l’ha detta Dio, il quale né si può ingannare, perché ciò che dice è vero, né ci può ingannare, perché è verità assoluta. In lui non c’è inganno, ci dice san Giovanni.                         L’inganno è tenebra, lui invece è luce. Io accetto la Parola di Dio e la metto in pratica, perché         l’ha detta lui, e lui non si inganna perché è verità infallibile, né mi può ingannare perché è santo, è luce.

 

  1. La fede non è constatazione sensibile

L’evidenza o il fatto storico, è quando io sono presente e controllo con i miei sensi, che sono gli organi di controllo della verità. Più sensi intervengono a controllare un fatto, più il fatto è storico, è evidente. Ma qui ci troviamo dinanzi alla constatazione, non alla fede.

Se dico: Ho visto Tizio, ho ascoltato Caio, siamo andati a colazione alle nove!, queste cose sono vere perché le ho costatate e controllate con i sensi. Ma credere significa accettare un fatto perché l’altro l’ha detto, non perché tu l’hai costatato.

Tommaso ha escluso la risurrezione di Gesù, perché non l’ha controllata, non l’ha costatata di persona. Gesù invece voleva la fede. Aveva detto: “Andate e dite ai miei fratelli che io sono risorto”. Prima dovevano credere all’annunzio, poi andare in Galilea e là lo avrebbero visto               (cfr. Mt 28, 7).

Gesù si è fatto vedere, non in Galilea ma in Gerusalemme, perché ha dovuto cambiare programma per salvare i suoi apostoli e far vedere che ciò che aveva detto era vero.

A Tommaso dirà: Devi accettare l’annunzio senza vedere, senza sentire, senza toccare. Questa è la fede! Tu adesso dirai: “Signor mio e Dio mio!”. Dirai che hai creduto alla mia umanità e alla mia divinità. Invece non hai creduto per niente né alla mia umanità né alla mia divinità, perché lo hai costatato; ma quando una cosa si costata non c’è fede.

Io adesso credo che c’è il Paradiso, ma domani, quando il Signore mi chiamerà, non crederò più, perché lo vedrò. Adesso credo al mio Dio, ma domani non crederò più, perché lo vedrò e lo            godrò. Adesso io credo a san Francesco, alla Madonna e a tutte le altre verità che il Signore ci ha rivelato perché ora non le vedo, non le sento, non le tocco; ma domani la fede non ci sarà più. La fede è nel tempo, non è nell’eternità.

 

  1. Dio si rivela a chi crede

Nel processo umano prima constato poi credo, come Tommaso che prima ha constatato poi ha creduto nel Signore risorto. Nel processo divino prima credo poi constato.

Se avrete la santa pazienza di credere e di fare ciò che Dio dice, avrete la gioia di constatare che quello che avete fatto nella fede, nell’adesione a quella Parola è vero. Di esempi il Signore me ne ha dati non mille, ma centomila. Ogni giorno io constato che ciò che Dio ha detto è vero, per cui la mia fede è solida.

Gesù ha detto: “Cercate innanzitutto il regno di Dio e la sua giustizia e tutto il resto ve lo darò in
sovrappiù”. Questa verità io la costato ogni giorno con voi. Chi compie il proprio dovere di Missionaria della Parola di Dio, mettendo Dio al primo posto, prima di papà e mamma, prima dei propri interessi, risolve come d’incanto tutti i suoi problemi, anche familiari, perché glieli risolve Dio. Chi invece non crede rimane impigliata nei propri problemi che anziché risolversi si complicano sempre di più.

 

 

conclusione

 

Secondo Gesù prima viene la fede, l’adesione alla sua parola, poi la constatazione. Secondo Tommaso prima veniva la constatazione e poi la fede, ma Gesù gli ha detto: Questa non è fede!

Credete e vedrete le meraviglie di Dio.

Mettete Dio al primo posto e tutto il resto andrà al suo posto.