Maestro, dove abiti? – Gv 1, 35-42

da un ritiro tenuto da i P.Francesco Chimienti O.M.

Taranto, 06.01.1985

il catechista manifesta agli uomini con la testimonianza

il Cristo che salva

Risultati immagini per maestro dove abiti

Il catechista annunzia non solo con la sua parola, ma con la sua testimonianza di vita. Quando Gesù si è incontrato con due discepoli di Giovanni Battista: uno era Andrea, l’altro Giovanni, che presi dalla curiosità gli corrono dietro, si volge, perché sente dei passi, e dice: “Che cosa cercate?”. Ed essi dicono: “Dove abiti?”. “Venite e vedete”.

Il Cristo non si conosce con le parole, è l’inizio di una nuova vita. La conoscenza porta all’operare. Chi conosce apprezza, ama e imita; chi non conosce non apprezza, non ama, né imita. La conoscenza per la conoscenza non vale niente.

Dire: “Ecco l’agnello di Dio”, è troppo poco! Dire: “Venite e vedete”, è molto di più.

Andrea fa l’esperienza del Cristo: va col Cristo, abita con lui, lo sente parlare, lo vede vivere; rimane entusiasta, va a casa del fratello e gli dice: Simone, abbiamo incontrato il Messia. Simone faceva difficoltà. Andrea tagliò corto, lo prese e lo condusse da Gesù. Dice: Le parole non valgono niente, vieni e vedi, vieni a fare l’esperienza. Lo condusse, lo tirò, lo forzò, perché l’esperienza che lui aveva fatto gli aveva dato tanta forza, tanta luce, ed era convinto che anche il fratello, facendo anche lui l’esperienza, avrebbe cambiato vita.

Filippo incontra Gesù che gli disse: “Seguimi”. Filippo fece l’esperienza di Gesù per una giornata, e non potè fare a meno, lasciandolo, di andare dal suo compagno Natanaele.

Anche Natanaele faceva molta difficoltà. Sapete che cosa disse Filippo? “Vieni e vedi”.

Questo voglio dire a voi: non si tratta di cambiare la vita del catechista, ma di modellare la propria vita sul grande modello che è il Cristo, sul grande modello degli apostoli, sul grande modello del vangelo.

Il catechista deve far fare all’altro l’esperienza del Cristo: ossia l’esperienza della preghiera. Non parlare della preghiera, ma pregare insieme, fare l’esperienza della penitenza, della confessione. Il Cristo è venuto a salvarci dai peccati, andiamo a fare l’esperienza della confessione. Io avanti e tu dietro.

Pochi giorni fa una catechista ha fatto fare ai suoi ragazzi questa esperienza che mi ha commosso, perché è roba dello Spirito Santo. Mi chiama e dice:- Padre, adesso io e la mia classe ci confessiamo. La nostra lezione di catechismo è confessarci: io avanti e loro dietro. Io sono peccatrice, e gli altri diranno: Se è peccatrice la catechista, sono peccatore anch’io. Io ho bisogno di essere lavata. Anch’io ho bisogno di essere lavato, dirà il ragazzo. Io, dopo aver confessato le mie colpe, sento la gioia del ritorno a Cristo. Anch’io, dirà il ragazzo, dopo aver confessato le mie colpe, ho sentito la gioia del ritorno a Cristo.

Insieme dobbiamo pregare, insieme dobbiamo confessarci, insieme dobbiamo fare l’esperienza della comunione. Non basta parlare dell’Eucaristia, di Gesù che si dà come cibo alle anime nostre, è troppo poco. Bisogna fare l’esperienza della comunione. Tu non potrai mai dire: confessatevi, ma io non mi confesso; fate la comunione, ma io non la faccio.

Io non ho mai concesso a nessun catechista di dire: Padre, io non sono capace di parlare e quindi non posso fare il catechismo. Io tengo la quinta elementare, io non sono laureata. Solo a pochissime catechiste ho concesso di non fare più il catechismo. Lo sapete a chi? Quando mi hanno detto: – Padre, ciò che annunzio è in contrasto con ciò che vivo. Solo a queste ho concesso di non fare più il catechismo, perché chi annunzia e non fa, costruisce un muro con una mano e lo demolisce con l’altra. Le parole volano, ma gli esempi trascinano. Vale più l’esempio che la parola.

Guai se il catechista non fosse testimone di ciò che dice; mentre vi posso dire oggi con tutta verità che la stragrande maggioranza delle mie catechiste mi hanno sempre detto:- Padre, mi avete costretto a cambiare vita, perché quando sono andata a fare catechismo e ho visto che ciò che dicevo non era conforme a ciò che facevo, la prima a cambiare vita sono stata io.

Ricordate le parole di Gesù: “Andate e predicate il mio vangelo ad ogni creatura”; però ricordate che ha detto anche subito dopo: “e siate miei testimoni”. Gli Atti degli Apostoli, parlando della prima Chiesa dicono che gli apostoli, i cristiani convertiti lasciavano il tempio e uscivano per le vie del mondo per testimoniare quel Cristo nel quale avevano creduto.

Voi siete catechisti, voi siete annunziatori, ma prima di essere annunziatori, ricordatevi che dovete essere testimoni. Non deve esserci mai contrasto tra ciò che dite e ciò che fate.

 

              Conclusione

  1. Farsi salvare dal Cristo che salva

L’accostamento dell’uomo al Cristo porta sempre alla conversione, al cambiamento di vita. Portate gli uomini al Cristo e vedrete che cambieranno vita.

L’esperienza di essere catechista vi ha cambiati? Se vi ha cambiati significa che avete fatto l’esperienza del Cristo, perché Cristo quando avvicina l’uomo lo cambia sempre, da figlio del diavolo in figlio di Dio, da servo del diavolo in figlio di Dio, erede del paradiso. Gesù non dà le tenebre ma la luce, non fa dei diavoli. Dovete essere strumenti di Dio per rivelare il Cristo agli uomini. Oggi non è lui che cammina per le vie del mondo; oggi sei tu che cammini. Prestagli la voce.

 

  1. I catechisti a tempo pieno

Ci sono catechisti che sono strumenti di Dio per rivelare il Cristo al mondo, facendo l’apostolato a tempo determinato. Sono i cristiani sposati, dei quali io sono andato sempre orgoglioso, perché sono capaci di trovare sempre quell’ora di tempo, mettendo da parte i diversi interessi professionali e familiari, da dare a Dio per salvare il prossimo. Però nel mondo, per grazia di Dio, ci sono anche i catechisti a tempo pieno; sono i catechisti consacrati.

Alcuni danno a Dio poco, perché possono dare soltanto quel poco, e la Chiesa è loro grata, ma se il Signore vi chiama ad essere catechisti a tempo pieno, consacrati, fatelo.

Dice san Paolo: Chi è sposato deve pensare al proprio marito e alla propria moglie, non ha il tempo per fare altre cose; ma chi non è sposato si dia al Cristo a tempo pieno. Sono coloro che dicono al Cristo: Dove vai tu vado io, dove tu non vai io non vado. Tutto il mio tempo è per te, i miei occhi sono per te, la mia intelligenza è per te, la mia parola è per te, il mio cuore è per te, la mia vita è per te, il mio portafoglio è per te. Beate quelle anime che sono chiamate, a cui il Cristo, come a Filippo, dice: “Seguimi”.

C’è differenza? La differenza dipende dalla chiamata. Non rifiutate se il Signore vi chiama a essere catechisti a tempo pieno, poiché la gioia che vi aspetta è una gioia immensa. Ci sono panorami e orizzonti che vi aspettano, impensati e impossibili. Solo Dio lo sa che cosa deve fare di voi e della vostra vita.

Beati coloro che mettono a disposizione di Dio tutto il proprio tempo, se il Signore li chiama.

  1. Essere strumenti di Dio per condurre al Cristo i fratelli, affinché facciano l’esperienza del Cristo

Permettetemi l’immagine della chioccia e dei pulcini. Lei va avanti che becca, e i pulcini dietro che beccano. I pulcini mangiano così come mangia la mamma gallina.

La mamma mia, che è stata la mia prima catechista, la ricordo così: mi veniva a svegliare la mattina, ma io prendevo sonno un’altra volta. Allora mi gettava dal letto, mi metteva in ginocchio e mi diceva: Diciamo il Padre nostro insieme. Lei avanti e io dietro.

Ricordo che la sera quando andavo a letto, dopo un minuto arrivava lei. Io già dormivo. Mi svegliava:- Hai pregato? Dicevo: Mamma, tengo sonno, lasciami in pace!

– Beh, figlio mio, la preghiera. Andiamo! Padre nostro … Lei avanti e io dietro!

Fate fare l’esperienza. Conduceteli a Cristo. Portateli dinanzi a Gesù Sacramentato e fate la genuflessione con loro, pregate con loro, fate la comunione con loro.

La più bella esperienza che ho fatto, come parroco a Taranto, è stata l’esperienza del sacramento della Cresima dato ai giovani, agli adulti. Nessuno voleva fare il catechismo, poi finalmente si convincevano e quando incominciavano a farlo mi dicevano:- Padre, credevo che il catechismo fosse roba da bambini, invece adesso vedo dinanzi a quali sublimi verità mi trovo. Non è roba da bambini, ma è roba da grandi.

Chiudo questa meditazione con le parole che disse Gesù a Natanaele, al quale aveva rivelato di averlo visto sotto il fico: “Vedrai cose maggiori di queste”.

Anche voi vedrete il cielo aperto e gli angeli di Dio salire e scendere sul Figlio dell’uomo (Gv 1, 51).