Io sono tua, Signore e Tu, tutto mio! – Ez 18, 30-32

Ez 18, 1-10 – Il richiamo di Dio alla fedeltà a Lui

18.08.1984

DIO CI CHIEDE LA FEDELTà

(Ez 18, 30-32)

          “Convertitevi e desistete da tutte le vostre iniquità, e l’iniquità non sarà più causa della vostra rovina. Liberatevi da tutte le iniquità commesse e formatevi un cuore nuovo e uno spirito nuovo. Perché volete morire, o Israeliti? Io non godo della morte di chi muore. Convertitevi e vivrete” (Ez 18, 30-32).

Mi fermo sul capitolo diciotto del profeta Ezechiele, che è il richiamo di Dio alla fedeltà a Lui.

  1. L’uomo non è stato fedele all’alleanza

Dio ha concluso una alleanza con il suo popolo e con noi. Abbiamo fatto un patto: noi avremmo osservato la sua legge e Lui ci avrebbe benedetti; noi saremmo diventati suo popolo e Lui sarebbe stato il nostro Dio.

L’alleanza è fondata sulla fedeltà. La fedeltà di Dio è certa, perché dura in eterno, dura per sempre, dice la S. Scrittura; la fedeltà dell’uomo invece non è certa, dura lo spazio di un mattino!

La storia dell’umanità, la storia dell’uomo, la mia storia, la vostra storia è una storia di infedeltà. Quindi, pur essendo diventate regine, come dice Dio per mezzo del profeta Ezechiele, pur essendo state ricoperte di doni, di gioielli, di grazie, noi ad un certo momento abbiamo preferito le ghiande che si danno ai porci. Abbiamo tradito la fedeltà a Dio; lo dobbiamo riconoscere!

Questa infedeltà è stata la causa della nostra rovina. Dio ha messo dinanzi a noi due piatti: il piatto della benedizione e il piatto della maledizione. È il patto del Deuteronomio, il patto del Sinai: Se tu osserverai la mia legge, sarai benedetto; se invece non osserverai la mia legge non sarai benedetto. Scegli, perché l’amore per essere amore deve essere libero. Dio vuole gli uomini liberi e amanti, amanti e liberi; niente deve essere fatto per forza.

Dopo aver scelto Dio l’abbiamo tradito. Dio è rimasto fedele al suo patto, noi non siamo rimasti fedeli al nostro patto.

Poiché abbiamo tradito la legge e abbiamo peccato, il peccato è stato la nostra rovina. Questo è l’unico male che esiste sulla faccia della terra.

Quando nel Padre nostro, diciamo: “Liberaci dal male”, vogliamo dire: liberaci dal peccato. La Chiesa, commentando il Padre nostro, ha sviluppato il concetto che il peccato è stato la nostra rovina.

  1. Che cosa fa Dio

Dio ritorna dalla sua sposa, quella sposa che è stata creata, è stata formata, è stata eletta regina e l’invita, per il suo bene, a ritornare all’antica fedeltà. Le dice: convertiti, cambia strada, hai preso una strada sbagliata, lascia il peccato e ritorna all’osservanza della legge di Dio, desisti da tutte le tue iniquità, non farle più!

Quello che chiede Dio e che io voglio sottolineare è questo: “da tutte”! Non da alcune iniquità sì e da altre no, come fa chi dice: i peccati mortali non li faccio, ma i peccati veniali li posso fare. Non è vero! Peccato è l’uno, peccato è l’altro; mancanza di amore è l’uno, mancanza di amore è l’altro. è vero che uno è mancanza di amore totale e l’altro è mancanza di amore parziale, ma è sempre mancanza di amore, è sempre mancanza, è sempre offesa.

“Da tutte”, ve lo sottolineo! La sposa deve essere tutta di Dio: Amerai il Signore tuo Dio, con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima e con tutte le tue forze, con tutta te stessa.

Il Signore, ogni qualvolta che viene a contatto con un’anima, sottolinea la totalità. Non vuole una parte di te, vuole tutta l’anima tua. Non devi serbare per te nulla, tutto devi dare a Dio. Questo vuole Dio.

Voi ancora non siete arrivate alla totalità. Avete conservato per voi qualche cosa. Alcune hanno conservato molte cose, altre poche cose. Dobbiamo arrivare a dare a Dio tutto. Nessuna creatura, nemmeno per un minuto, deve possedere il vostro cuore.

“Desistete da tutte le vostre iniquità”, da tutte, senza far distinzioni tra colpe gravi e colpe leggere. Come pure: “Liberatevi da tutte le iniquità”; da tutte, non dovete conservarne per voi nessuna, perché i comandamenti possono essere osservati, dice san Giovanni, perché non sono gravosi, e quando Dio ci ha comandato di fare qualche cosa, ci ha dato e ci darà sempre la forza per osservare quelle norme.

Quindi liberatevi da tutte le iniquità, e poi “formatevi un cuore nuovo e uno spirito nuovo”. Bisogna avere nuove convinzioni, non più quelle di ieri, basate sul compromesso, sull’interesse personale, ma un nuovo cuore, un nuovo spirito, che fa propri gli interessi supremi di Dio.

Ce lo ha insegnato Gesù: “Venga il tuo regno, sia fatta la tua volontà, sia santificato il tuo nome”.

Fate gli interessi di Dio soprattutto! Cercate Dio e la sua giustizia, aveva detto Gesù. Fate gli interessi di Dio e non i vostri, dirà san Paolo ai Filippesi. Formatevi una nuova mentalità, un nuovo cuore, un nuovo spirito.

Fate gli interessi di Dio senza compromessi: o con me, o contro di me; o con Dio o con mammona! È una scelta, non si può stare in mezzo al fiume, o si va a destra o a sinistra, o si sta su una sponda: la sponda di Dio, o sull’altra sponda: la sponda del diavolo. In mezzo al fiume non si può stare, perché in mezzo al fiume scorre l’acqua. È il male! E il male travolge, il male fa annegare, il male porta la morte, non la vita.

  1. Che cosa desidera Dio

Lo ha detto espressamente: Io desidero la tua conversione, io desidero la tua vita. Io non godo della morte di chi muore, io voglio che ti converta e viva.

Noi godiamo dei nostri nemici, quando sono puniti, Dio no, non gode della morte dei suoi figli. Li vuole tutti salvi, li vuole tutti santi, li vuole tutti felici.

Aggiunge poi l’ultima condizione e l’ultima benedizione, ripete sempre le stesse cose: Convertitevi e vivrete.

È vero o non è vero che i vostri guai sono incominciati quando non siete state fedeli ai doveri che dovevate compiere dinanzi a Dio? Quando non siete state fedeli alla promessa che avevate dato a Dio?

È vero o non è vero invece che sono incominciate le benedizioni di Dio su di voi e sulla vostra famiglia non appena avete lasciato il male e avete incominciato a fare il bene? Con questo non vi voglio dire che sarà lontana da casa vostra la sofferenza, perché la sofferenza è stata sempre la benedizione di Dio. Lasciate stare quello che dicono gli uomini del mondo, che non seguono il vangelo! La sofferenza è una beatitudine, l’ha detto Gesù, è una benedizione di Dio su di voi e sulle vostre famiglie.

È vero o non è vero che ogni volta che avete cercato la giustizia, la santità e il regno di Dio, tutto il resto: il mangiare, il dormire, il lavoro, la salute, è venuto? Mentre tutte le volte che avete lasciato Dio, purtroppo le vostre cose non sono andate dritte, ma sono andate storte?

          Bisogna fare l’esame di coscienza. Di chi è la colpa? Chi è infedele tu o Dio? Se Dio è fedele, sei tu che devi ritornare alla fedeltà, e Dio manterrà la parola.

L’ultima parola che Dio ci dice sulla fedeltà è questa: Sappiate che io vi giudicherò sulla vostra condotta, vi giudicherò sulla vostra fedeltà. Io guardo non le parole che mi dite: sì, sì; no, no. Io guardo le vostre azioni. Giudicherò ognuno di voi secondo la sua condotta. Se sei giusto vivrai, se commetti azioni inique morrai. Vi giudicherò dalle azioni, vi giudicherò dalla condotta, vi giudicherò dalla fedeltà alla parola data. Non chi dice: Signore, Signore, entrerà nel regno dei cieli, ma chi fa la volontà del Padre mio. È la condotta, è l’azione che conta.

Gesù per dimostrare questa verità, raccontò la parabola di quel figliuolo che disse che sarebbe andato in campagna a lavorare, così come voleva il papà, ma poi non ci andò; mentre l’altro fratello che aveva detto che non sarebbe andato, poi pentitosi andò veramente a lavorare. Disse Gesù: Ha fatto la volontà del Padre chi ha detto di no e ha fatto di sì, non chi ha detto di sì e ha fatto di no.

A quale categoria di persone appartenete voi? A chi dice sì e fa no, o a chi dice no e fa sì? Io vi vorrei invece di una terza categoria, quella di coloro che dicono sì e fanno sì; nemmeno della seconda, che dice no e fa sì.

          CONCLUSIONE

La mia conclusione è questa: Dio o lo si ama, o lo si teme, perché non c’è una terza possibilità.

Dio lo dobbiamo amare, oppure lo dobbiamo temere perché ci giudicherà e ci condannerà. Se non lo amiamo, né lo temiamo, ci sarà la condanna.

Amatelo! Non avrete nulla da perdere, ma tutto da guadagnare.