Ger 15, 10.16-21

La Missione profetica – Ger 15, 10. 16-21

 

 

 

da un’omelia di P. Francesco Chimienti O.M.

 30.07.1986

 

LE PROMESSE DI DIO AL PROFETA

(Ger 15, 19-20)

 

Oggi, leggendo il cap. 15 del profeta Geremia, sono rimasto colpito da queste parole:

          “Se tu tornerai a me, dice il Signore, io ti riprenderò e starai alla mia presenza; se saprai distinguere ciò che è prezioso da ciò che è vile, sarai come la mia bocca. Essi torneranno a te, mentre tu non dovrai tornare a loro, ed io, per questo popolo, ti renderò come un muro durissimo di bronzo; combatteranno contro di te ma non potranno prevalere, perché io sarò con te per salvarti e per liberarti” (Ger 15, 19-20).

Queste parole sono state dette al profeta Geremia, perché oggi Dio doveva parlare con esse a me, che sono un profeta, cioè colui che deve parlare al posto di Dio. Ogni cristiano è profeta ed io sono profeta, perché sono cristiano, ma anche perché sono sacerdote. Voi siete profeti perché siete cristiane ed anche perché avete ricevuto la missione particolare da parte della Chiesa di essere catechiste.

Commentando questo passo della S. Scrittura, vi dirò che cosa dice il Signore al profeta e vi parlerò delle promesse che Dio gli fa.

          In un momento di scoraggiamento il profeta si lamenta col Signore. Il Signore lo conforta con delle promesse:

 

  1. Se tu ritornerai a me, io ti riprenderò e starai alla mia presenza

Questa è la prima promessa.

Il Signore dice: “Se tu ritornerai a me”, perché il profeta si era da lui allontanato, in quanto aveva annunziato il pensiero di Dio e tutti gli si erano messi contro, per cui aveva detto: Infelice me, che ho accettato la missione di dover parlare al posto di Dio! Sono oggetto di litigi, di contrasto, tutti mi maledicono!

Il profeta stava in un periodo di scoraggiamento e in un luogo solitario, lontano dagli uomini e da Dio, per cui si lamenta e dice: Signore, se fare il profeta significa andare incontro a questo, fallo tu il profeta, oppure manda un altro, perché io non voglio farlo più!

Allora il Signore, che ha bisogno degli uomini, gli dice: Figlio mio, ritorna a me, io ti riprenderò e starai alla mia presenza! In altri termini Dio gli dice: Io dimenticherò tutto quello che hai fatto in questo periodo di lamenti e di fuga dalle tue responsabilità e ti tratterò come ho trattato il figliuol prodigo, che era andato via dalla casa paterna, aveva dissipato tutto, però, quando è tornato il padre lo ha trattato bene: lo ha vestito e gli ha dato tutto ciò che aveva prima; lo ha accolto nella sua casa e lo ha fatto stare sempre con lui. Lo ha accolto come se niente fosse stato, anzi gli ha fatto festa, gli ha dato il vestito, i calzari, gli ha preparato un banchetto, ha chiamato i suonatori ed i cantori e ha fatto festa, e gli ha detto: Tutti i miei beni saranno i tuoi, tutto ciò che è mio è tuo, tutto ciò che è tuo è mio.

Questa stessa cosa Dio dice oggi a me e a voi, se ritorneremo all’amore della nostra giovinezza, quando dicemmo il nostro sì al Signore con entusiasmo, con amore, con passione perché in questo sì vedevamo la realizzazione di tutti i nostri sogni.

Il Signore vi dice: Vi siete fermate, vi lamentate perché le cose vanno male, vi siete allontanate da me, siete come tanti passeri solitari che pigolano e gemono, però se ritornate a me, io dimenticherò il passato e vi tratterò come prima, così come ho trattato il mio Figlio prediletto.

 

  1. Se tu farai il bene ed eviterai il male io renderò il tuo apostolato fecondo

 

“Se tu saprai distinguere ciò che è prezioso da ciò che è vile, sarai come la mia bocca” (Ger 15, 19).

Dio non si riferisce alla distinzione intellettuale tra il bene e il male, ma a quella pratica, perché Dio parla sempre di vita, mai d’intelletto! Egli ci dice: Se tu sai distinguere il bene dal male per farlo, io ti renderò come la mia bocca. La bocca è lo strumento per mezzo del quale Dio parla e noi parliamo e annunziamo la Parola. Questa parola è una parola che dà vita, è una parola che salva, è una parola che converte.

Quindi è come se Dio mi dicesse: Io renderò il tuo apostolato fecondo, però devi fare il bene e devi evitare il male. Se tu farai solo questo, che è la prima penitenza, sarai un profeta ed io metterò sulla tua bocca le mie parole che salvano, che convertono, che cambiano la vita dell’uomo, cioè che rendono fecondo il tuo apostolato. In altri termini indicherai agli uomini la via retta da percorrere, per mezzo della Parola, e sarai strumento di salvezza: gli uomini si convertiranno a me ed io li salverò.

Rendere fecondo l’apostolato è una grande promessa! La condizione è fare il bene ed evitare il male.

 

  1. Ti renderò come un muro durissimo di bronzo; combatteranno contro di te, ma non potranno prevalere, cioè io ti darò tanta forza che tu potrai combattere con i più grandi nemici e vincerli.

          “Con te mi lancerò contro le schiere, con il mio Dio scavalcherò le mura” (Sal 17, 30).

Dice il salmista: anche se dovessi combattere contro un esercito schierato in battaglia, io vincerò, non perché sono tanto potente da vincere un tale esercito, ma perché Dio mi darà la forza necessaria per poter vincere chiunque.

Nella mentalità di Dio non esiste un nemico esterno, né interno, che potrebbe vincerci, perché Lui ci darà tanta forza da poter sconfiggere l’avversario, il mondo e le passioni.

Ha detto Gesù: “Io ho vinto il mondo” (Gv 16, 33), quindi ti darò la forza, perché anche tu lo vinca.

Gesù ha vinto il demonio col suo sangue preziosissimo; lo ha legato alla croce e quindi non può farci più nessun male.

Gesù ha vinto la concupiscenza della carne, degli occhi e la superbia della vita, che sono dei nemici tremendi che sentiamo dentro di noi di giorno e di notte. Gesù li ha vinti e ci ha dato la confessione e la comunione come rimedi. Per mezzo della forza del Corpo e del Sangue preziosissimo di Gesù, noi saremo come un muro di bronzo contro il quale i nemici si romperanno la testa. I nemici saranno abbattuti, non grazie alla nostra forza – non bisogna mai presumere delle proprie forze – ma per la forza che Dio ci darà.

Il salmista dice: “Tu mi doni la forza di un bufalo” (Sal 92, 11).

Il paragone col bufalo è un paragone bellissimo, perché il bufalo contro il suo avversario abbassa la testa e gli si getta contro, e non si ferma nel suo furore scatenato fino a quando non lo incorna. Se il nemico sale sopra un albero, il bufalo si avventa contro l’albero. Guai a colui che incontra un bufalo infuriato, perché se lo insulta avrà la peggio.

Dice il Signore: Io ti darò la forza di un bufalo, cioè ti farò infuriare contro il demonio, il mondo e le passioni, e non smetterai di combattere fino a quando non li avrai sconfitti.

          Non possiamo mai lamentarci col Signore. Avremo i nemici che ci attaccheranno, che ci faranno del male, ma non potranno fare più di quanto il Signore permette. Infatti quando diede il permesso al demonio di tentare Giobbe, disse: Ti raccomando, toccalo solo nei beni esterni, ma non toccarlo nel corpo! Poi, disse: Ti raccomando, puoi toccarlo nel corpo, ma non nell’anima; puoi toccarlo nel corpo con una malattia, ma non me lo devi far morire!

C’è un limite che è stabilito da Dio, al di là del quale nessuno può andare. Dio permette la sofferenza, perché la sofferenza è lo strumento col quale possiamo collaborare con Dio per la salvezza degli uomini. Facciamo questo quando mettiamo nel calice del Sangue preziosissimo di Cristo le nostre poche gocce d’acqua.

Io all’offertorio non metto molta acqua nel vino, vi metto solo poche gocce, che sono il simbolo della nostra sofferenza, perché questa nostra sofferenza è poca. Non facciamo i piagnucoloni! È poca dinanzi alle gioie che il Signore ci ha dato da quando siamo nati e ci darà fino a quando morremo. Noi siamo portati più a vedere le sofferenze della giornata anziché le gioie, ma se ci fate caso notate che in una giornata ci sono le sofferenze, ma ci sono anche tante gioie. C’è la gioia di stare bene in salute, la gioia di vedere i nostri parenti bene in salute. Camminiamo e viviamo la nostra giornata nella serenità: si va al mercato, si compra, non accade nessun incidente, si ritorna, si paga, si cucina e va tutto bene, tutto è saporito e mangiamo; tra di noi c’è l’amore fraterno, si scherza e si ride. E queste non sono gioie? C’è la serenità, c’è il sole, la luce, il fresco e così fino a sera!

 

  1. “Io sarò con te per salvarti e per liberarti” (Ger 15, 20)

Io sarò con te significa: ti proteggerò e nessuno potrà farti del male.

          “Se Dio è per noi, chi sarà contro di noi?” (Rm 8, 31).

Quando Dio è con noi chi ci potrà vincere?

Gesù ha detto agli apostoli: “Sono con voi tutti i giorni fino alla fine del mondo” (Mt 28, 20).

Gesù disse a san Paolo: “Coraggio! Come hai testimoniato per me a Gerusalemme, così è necessario che tu mi renda testimonianza anche a Roma” (At 23, 11).

Se Dio è con noi, chi potrà essere contro di noi? Dio è il tutto, Dio è l’onnipotente, Dio vede e prevede tutto; quindi siamo in mani sicure!

Quando noi sappiamo che “tutto concorre al bene di coloro che amano Dio” (Rm 8, 28), siamo sicuri che nessuno ci potrà toccare se Dio non lo permetterà; ma il Signore permette una sofferenza solo se da essa deriva un bene maggiore, e per ciascuno di noi e per la collettività.

Promesse più belle di queste non potevano esserci! Ecco perché dobbiamo essere fedeli al messaggio e ripeterlo così com’è, senza aver paura di nessuno, perché Dio è con noi.

Se qualcuno ci vuol fare del male, dice il Signore: Se ti prendono prigioniero ti libererò io, se invece ti vogliono uccidere io ti salverò.

Quindi per noi c’è una protezione continua, sia nelle piccole cose che nelle grandi cose, sia nelle cose che potrebbero farci del male apparentemente, che nelle cose che ci potrebbero far del male definitivamente. Quando meno ve l’aspettate Dio interviene per liberarvi. Con queste parole però il Signore non ci ha voluto dire che non soffriremo, che non avremo nemici che ci attaccheranno. Ci ha voluto dire che soffriremo, che i nemici ci vorranno fare del male, ma non ce lo faranno, perché lui starà sopra di noi con la sua protezione, simile alla nube che accompagnò il popolo ebreo nel deserto.

Dio starà sopra di te, andrà avanti a te e libererà il tuo cammino da ogni pericolo; starà alcune volte sopra, altre volte avanti, altre volte dietro per liberarti dai nemici che ti inseguono e che potrebbero farti del male. Tu nemmeno te ne accorgerai, perché dovrai continuare il tuo cammino nella via del bene. Io fermerò i nemici che vengono contro di te.

 

          CONCLUSIONE

Impegniamoci ad essere fedeli alla missione ricevuta da Dio. Questo il Signore vuole da ciascuno di noi. Ci ha dato una missione e la dobbiamo compiere nella fedeltà, e tutte le promesse di Dio si avvereranno in ciascuno di noi.