Almeno tu, aiutami! – Gv 10, 11-18

Gv 10,11-18 – Io sono il buon Pastore

Gv 10, 11-16 – I sacerdoti sono gli scelti dal Cristo

da un’omelia di P. Francesco Chimienti O.M.

Martina Franca, 21.04.1991

GESù DICE: AIUTAMI A SALVARE LE ANIME

(Gv 10, 11-18)


  1. Gesù è venuto per salvare tutti gli uomini


“Ho altre pecore che non sono di questo ovile, dice Gesù; anche queste io devo condurre” (Gv 10, 16).

Gesù aveva avuto dal Padre il compito di salvare tutti gli uomini, e per esprimere questo usa la similitudine del Buon Pastore: Io sono il Buon Pastore, gli uomini sono le pecore. È chiaro che Gesù parlava al popolo d’Israele, che era il popolo prediletto. Dice: Voi siete le mie pecore, però, ricordatevi che non sono venuto solo per voi, sono venuto per salvare tutti; infatti ho altri uomini da salvare che non appartengono al popolo d’Israele, è necessario che anche questi siano salvati. Anche questi devono arrivare alla vita eterna. Come realizzerò questo nei secoli?


  1. Gesù ci ha chiamati a collaborare con lui


Per realizzare la salvezza degli uomini nel tempo, Gesù ha istituito il sacerdozio, mediante il quale ci saranno altri pastori che, nel suo nome, condurranno gli altri uomini alla vita eterna, quindi alla salvezza. Ha inoltre voluto la vita consacrata.

Gesù chiama a collaborare con lui per la salvezza delle anime tutti i cristiani e in modo particolare i laici impegnati, cioè coloro che, oltre al battesimo, hanno ricevuto una seconda e ulteriore consacrazione con i voti. Essi hanno detto:- Signore, io sono a tua disposizione. Al posto tuo mi metterò io per portare altre anime alla salvezza.

Questo vuole il Signore da noi. Infatti in Palestina, sulla pietra dell’orto del Getsemani, io sentivo sempre questa parola: Aiutatemi! Non: Aiutami!, perché in tal caso Gesù avrebbe chiesto soltanto a me l’aiuto, ma ho sentito: Aiutatemi!

Nell’orto del Getsemani stavamo come Istituto ad adorare il sangue che scorreva dal Corpo di Gesù. Lì Gesù ci ha detto: Aiutatemi a salvare le anime!

Ho sentito queste stesse parole quando siamo saliti sul Calvario e ci siamo fermati presso la croce: Ho sete di salvare altre anime. Aiutatemi, aiutatemi, aiutatemi! Ed io gli ho risposto:- Ti aiuteremo!

La stessa risposta avete dato voi: Ti aiuterò. Mi impegno a salvare i miei fratelli.

Rinnoviamo questo proposito. Costi quello che costi, vogliamo aiutare Gesù a salvare le anime!

Non abbiate paura di far questo nell’ambiente in cui vivete, perché Gesù aspetta questo aiuto. In altri termini, se tu vai dagli uomini, il Cristo va; se tu parli, egli parla; se tu sorridi, egli sorride; se tu ami, egli ama, e l’uomo può percepire l’amore del Cristo, il suo sorriso, la sua ansia apostolica e convertirsi.

Non dovete credere che tutti sono restii all’azione di Dio. Gli uomini sono liberi di accettare o meno Dio, ma vogliono essere aiutati a salvarsi. Voi avete detto:- Signore, io ti aiuterò a salvare le anime! Mantenete questa parola!


  1. Confermiamo la nostra vocazione


La giornata delle vocazioni per noi è la rinnovazione dell’impegno apostolico ad aiutare Gesù a salvare le anime; inoltre pregheremo affinché altri accettino la chiamata di Gesù e lo aiutino a salvare le anime.

Le parole che il Cristo ci dice sono queste: Aiutatemi, perché nessuno mi aiuta. Io per salvare le anime offro la mia vita. Anche voi se volete salvare le anime dovete offrire la vostra vita.

Noi abbiamo già offerto la nostra vita al Cristo con la consacrazione. Abbiamo offerto il nostro corpo col voto di castità, i nostri beni col voto di povertà, la nostra volontà e la nostra intelligenza col voto di ubbidienza. Non abbiamo altro da dargli, perché, se l’avessimo, gliel’avremmo dato; ma, pur avendo donato al Signore la vita, possiamo riprendercela.

A parola gli abbiamo offerto la nostra vita, però non appena il Signore ci dice: Va’ alla strada vicino a casa tua, va’ a scuola, va’ in parrocchia, troviamo delle scuse e diciamo:- Mi fa male la testa!

Ma se hai dato la vita al Signore, che c’entra la testa? La testa è una parte del tutto. Se hai dato il tutto, perché ti riprendi la testa?

Oppure dite:- Se avvicino quell’uomo non so cosa mi dirà! Ma se hai dato la vita, cosa sono per te l’onore, il disonore, l’apprezzamento, la stima e la disistima degli uomini? Niente di fronte alla vita.

Dice Gesù:- Io ho offerto la mia vita e non la riprendo! Il mercenario non dà la vita per salvare le pecore; ma non credo che noi possiamo agire come i mercenari.

conclusione

Gli altri celebreranno la giornata delle vocazioni, pensando di chiedere al Signore altre vocazioni nella Chiesa che possano collaborare col Cristo alla salvezza delle anime; noi penseremo a realizzare la nostra vocazione in tutto e per tutto, per aiutare il Cristo a salvare le anime.

Vi auguro di avere la stessa ansia apostolica del Cristo! Vi auguro di avere lo stesso zelo che aveva Gesù durante la sua vita.

    “Lo zelo per la tua casa mi divora” (Gv 2, 17).

Che non vi lasci in pace questo zelo, che vi divori, che vi mangi!

Lasciatevi mangiare dallo zelo della conquista delle anime. Questa è la frase che vi consegno.

Vi auguro che alla vostra morte gli altri possano dire le parole che le vedove, mostrando i lavori di Tabità, dicevano a Pietro:- Faceva soltanto del bene.

Vi auguro con tutto il cuore che, alla vostra morte, gli altri di voi possano dire:- Lo zelo della casa del Signore l’ha divorata! Era matta, matta per Dio e per la salvezza delle anime! Elogio più grande non si potrà fare di ciascuna di voi!

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *