Eccomi! – IX segno: I.N.R.I.

NONO SEGNO: L’iscrizione I.N.R.I.

 

Gesù con l’iscrizione I.N.R.I. vi consegna l’obbligo della testimonianza.

I.N.R.I. sono le iniziali di: Gesù Nazareno Re dei Giudei. In latino: Iesus Nazarenus, Rex Iudeorum. Oltre alla iscrizione latina, sulla croce c’era quella in greco e in aramaico.

Dice il Vangelo: “Pilato compose anche l’iscrizione” (Gv 19, 19).

Tutti dovevano sapere per qual motivo quell’uomo moriva sulla croce e perché era stato condannato al supplizio crudele della croce. L’iscrizione la portava il condannato con una cordicella appesa al collo e il banditore, che andava avanti a questo corteo funebre, la proclamava o ad alta voce o con la tromba.

“Pilato compose anche l’iscrizione e la fece porre sulla croce; vi era scritto: «Gesù il Nazareno, il re dei Giudei». Molti Giudei lessero questa iscrizione,  perché il luogo dove fu crocifisso Gesù era vicino alla città; era scritta in ebraico, in latino e in greco. I sommi sacerdoti dei Giudei dissero allora a Pilato: «Non scrivere: il re dei Giudei, ma che egli ha detto: io sono il re dei Giudei». Rispose Pilato: «Ciò che ho scritto, ho scritto»”                (Gv 19, 19-22). I Giudei, quindi, non lo riconoscevano come loro re. Questa iscrizione, proprio l’originale, si trova a Roma in Santa Croce in Gerusalemme.

Non volendo che fosse scritto: re dei Giudei finivano per affermare che Gesù non era soltanto il re dei Giudei, ma era il re di tutti gli uomini e di tutti i popoli. La Chiesa poi l’ha dichiarato: Re universale dei secoli.

Con questo segno il Cristo dice: Ti consegno la testimonianza di vita. Tutti devono sapere chi tu sei. Testimonierai a te stessa, alla Chiesa e al mondo di essere quella che sei. Non devi fare il camaleonte, non devi nasconderti.

Testimonierai con la vita:

  • di essere cristiana,
  • di essere catechista, Missionaria della Parola di Dio,
  • di essere consacrata,
  • di essere Minima.

 

 

  1. Testimonierete di essere cristiane

Dice Gesù: “Voi siete la luce del mondo; non può restare nascosta una città collocata sopra un monte, né si accende una lucerna per metterla sotto il moggio, ma sopra il lucerniere perché faccia luce a tutti quelli che sono nella casa. Così risplenda la vostra luce davanti agli uomini, perché vedano le vostre opere buone e rendano gloria al vostro Padre che è nei cieli” (Mt 5, 14-16).

Poi Gesù aggiunge a ciascuno di noi: “Chi si vergognerà di me e delle mie parole davanti a  questa generazione adultera e peccatrice,  anche il Figlio dell’uomo si vergognerà di lui, quando verrà nella gloria del Padre suo con gli angeli santi” (Mc 8,38).

Non abbiate, perciò, paura degli uomini che vi circondano, perché sono adulteri e peccatori.

“Chi dunque mi riconoscerà davanti agli uomini, anch’io lo riconoscerò davanti al Padre mio che è nei cieli; chi invece mi rinnegherà davanti agli uomini, anch’io lo rinnegherò davanti al Padre mio che è nei cieli” (Mt 10, 32-33).

Consegnandoci l’iscrizione: I.N.R.I., Gesù ci dice: Io sono Gesù il Nazareno, il re dei Giudei. Non avendo permesso che fosse cambiata l’iscrizione, ho voluto testimoniare di essere veramente il re dei Giudei, anzi, il re di tutti i popoli.

Quando Pilato gli chiese: “Tu sei re dei Giudei?”, Gesù rispose: “Tu lo dici; io sono re” (Gv 18, 33.37).

Gesù chiarisce il suo concetto di regalità, dicendo: “Il mio regno non è di questo mondo; se fosse di questo mondo i miei servitori avrebbero combattuto perché non fossi consegnato ai Giudei; ma il mio regno non è di quaggiù” (Gv 18, 36).

Gesù dichiara apertamente di essere re e poi aggiunge: “Per questo io sono nato e per questo sono venuto al mondo: per rendere testimonianza alla verità. Chiunque è dalla verità, ascolta la mia voce” (Gv 18, 37).

Pilato gli chiese: “Che cos’è la verità?”, ma non attese la risposta.