Dio fammi strumento nelle tue mani – At 9, 1-20

da un ritiro ai catechisti tenuto da P. Francesco Chimienti O.M.

Grottaglie, 27.04.1997

 

LA VOCAZIONE DI SAN PAOLO

(At  9, 1-20)

 

Oggi vi parlerò della vocazione di san Paolo, perché la maggior parte di voi è catechista e ha l’obbligo di scoprire i segni vocazionali nei ragazzi del catechismo e aiutarli a maturare. Altri invece sono genitori, e anche loro come genitori cristiani sono pregati di scoprire se nei figli ci sono dei segni vocazionali di qualunque specie: frati, suore, sacerdoti, religiosi, Istituti Secolari.

È compito nostro scoprire i segni e aiutare i ragazzi , nel nome di Dio , a realizzarli, perché Dio  realizza se nella libertà lo accettiamo e lo favoriamo.

I personaggi principali di una vocazione sono tre. In realtà sono quattro: tre si vedono e uno non si vede. I tre che si vedono sono: il Cristo, l’interessato, cioè colui che è chiamato, e l’intermediario, cioè colui che aiuta a realizzare la vocazione. Il quarto personaggio, che nessuno vede, ma che c’è, e del quale non si può fare a meno, è la Vergine Santa, perché non si può generare un figlio senza l’aiuto di una donna.

I personaggi, nella vocazione di san Paolo, sono tre: il Cristo, che chiama; Paolo, che è il chiamato; Anania, che è l’intermediario tra il Cristo e Paolo.

 

  1. Gesù chiama Paolo ad essere apostolo

è Gesù che chiama. Questa è la vocazione. Secondo san Giovanni Bosco il 60% è chiamato da Dio  a consacrarsi a lui; secondo Gesù, molti sono i chiamati. Se nelle vostre classi di catechismo fate la stessa percentuale di san Giovanni Bosco, due terzi sono chiamati.

Esiste un intervento di Dio  verso la persona chiamata. A Paolo ha posto una domanda:- Perché mi perseguiti? Non è detto che sarà sempre questa la domanda, perché Gesù si adatta alla mentalità di ogni uomo, però mentre tu cammini, senza che tu lo sappia, incontri chi ti pone una domanda; oppure mentre stai in chiesa, mentre vai a letto, quando vai a scuola, quando qualcuno ti insulta. E le domande sono varie: Perché vivi? Qual è il fine della tua vita? A che serve quello che stai facendo? Perché studi? Perché lavori? Perché stai senza far niente? Chi aspetti? Cosa aspetti? Voi sapete quale domanda Dio  vi ha rivolto o quale domanda Dio  vi rivolge, o voi rivolgerete ai vostri ragazzi.

Gesù ha chiamato quest’uomo e gli ha chiesto:- Perché mi perseguiti? Fermati, dimmi il perché. Paolo non l’ha saputo dire. La maggior parte di noi cammina all’impazzata, senza sapere dove va, senza sapere che cosa fa e senza sapere che cosa vuole ottenere da questo suo modo di fare.

 

  • Il chiamato, a sua volta, deve porre due domande:

 Chi sei, o Signore?

La vita del cristiano è vita di fede; e la nostra fede deve essere intelligente, deve essere basata sulla conoscenza del Cristo. Devi conoscere la sua vita: dalla nascita alla morte, alla risurrezione e all’ascensione al cielo; devi conoscere la sua passione e morte; non ti devi vergognare di conoscere Gesù, Figlio di Dio , nella sua miseria di vero uomo, che ha subito tutta l’umiliazione della malvagità dell’uomo, che ha subito l’ingiustizia ed è morto nell’ingiustizia.

            Chi sei tu, Signore? Io sono il Figlio di Maria, il Figlio di Dio , io sono la pietra angolare sulla quale deve essere edificato il tuo edificio spirituale. Ti salverai se mi conoscerai e mi seguirai; ma non ti potrai salvare se non credi in me, se non mi conosci e non mi segui. Tutta la tua vita avrà un nome se sarà costruita su di me. Io sono la vite e voi i tralci: se tu sei innestato in me con la vita della grazia, col Battesimo, con i sacramenti, vivi, meriti, dai molto frutto; ma se non vivi in me, tu sei simile al tralcio che non è innestato nella vite, quindi ti seccherai e i rami secchi dal vignaiolo, che è mio Padre, saranno tagliati, cadranno per terra, saranno raccolti dagli angeli e gettati nel fuoco dell’inferno.

Anche tu devi porti questa domanda: Chi sei tu, o Signore, che dici a me:- Mi vuoi sposare? Chi sei? Quanti soldi hai? Sei bello? Gesù ti dirà:- Sono un povero e non sono bello. Gli uomini mi hanno disprezzato, si sono coperti la faccia per non vedermi, però sappi che io ti farò felice; sono il Figlio di Dio , con me tutto potrai fare, e senza di me non potrai fare nulla.

Fatevi un’idea grande di Dio , perché Dio  è molto più grande di voi; è molto più grande del cielo e della terra, ma dovete conoscerlo, dovete sapere chi è.

 

Che devo fare?

Dopo aver conosciuto Gesù, devo chiedergli che devo fare. La vita cristiana non si ferma alla conoscenza, perché non è scienza, non è sapere, è vita da vivere secondo il Vangelo. I più grandi santi sono stati analfabeti. Il mio san Francesco sapeva appena leggere e scrivere, non era dotto. Il cristianesimo non è scienza, consiste nel volere e nel fare. Voi potete sapere tutta la profondità del concetto di povertà, ma non vale a niente se non siete poveri. Gesù ha detto:- Beati coloro che sono poveri; essi sanno veramente che cos’è la povertà.

Insegnate ai vostri ragazzi a vivere la vita cristiana, non soltanto a sapere, a conoscere. Insegnate loro a vivere i dieci comandamenti, non solo a recitarli a memoria. Insegnate a dire le preghiere, non a sapere a memoria le preghiere. Insegnate a vivere ogni frase della Parola di Dio , non a sapere a memoria la Parola di Dio . Insegnate ad andare a Messa, non a sapere in quante parti si divide la Messa.

 

 

  1. Le risposte di Gesù

  •  “Io sono Gesù, che tu perseguiti”

Io sono il tuo Dio , sono Gesù, il Figlio di Dio , il Figlio di Maria, il Salvatore, colui che è morto in croce per te e che ti ha dimostrato, risuscitando, che esiste l’altra vita.

 

  • “Alzati”

Lascia lo stato in cui ti trovi e cambia vita, convertiti: lascia il male e fa’ il bene; lascia questa vita insulsa, che non significa niente e intraprendi l’altra vita, piena di beni, piena di meriti.

 

  • “Entra nella città”

Continua a fare quello che stavi facendo. Non devi cambiare proprio niente. Andavi a Damasco? Va’ a Damasco, va’ dove devi andare, esercita la stessa professione, avvicina gli stessi amici, va’ nella stessa casa, vivi nello stesso ambiente.

 

  • “Ti sarà detto ciò che devi fare”

Lì, in città, dove tu ti trovi, dove tu vivi, dove tu eserciti la professione ti sarà detto ciò che devi fare, perché devi vivere di fede.

Se togliete la fede dalla vita del cristiano, gli avete tolto gli occhi: non vede; gli avete tolto gli orecchi: non sente; gli avete tolto i polmoni: non respira più. Se credi ti salverai, se non credi non ti salverai. Tutto dipende dalla fede.

Dobbiamo vivere di fede, dobbiamo incominciare l’avventura di fede. Non sapremo niente prima, lo sapremo sempre dopo, volta per volta. Dobbiamo credere che Dio  ci guida e che per noi sarà il meglio. Non lo vedremo, ma dobbiamo crederlo, così come è capitato ad Abramo. Il Signore gli disse:- Prendi tuo figlio, sali sul monte Moria e offrilo a me in sacrificio. Abramo avrebbe potuto rispondere: Signore, se io lo uccido, come farò ad avere una grande discendenza? Invece no, ha creduto.

Tutto si sa in generale; ma in particolare niente! Se sapessimo tutto quello che ci potrebbe accadere, non faremmo nulla, non andremmo in nessun luogo perché dovunque si va, la vita è piena di difficoltà e soprattutto di sofferenza, e ci scoraggeremmo.

 

2. Gesù invia Anania a salvare Paolo

  •  Il comando del Signore all’intermediario

 Il Signore chiama Anania e gli dice: “Va’ sulla strada chiamata Diritta, e cerca nella casa di Giuda un tale di nome Saulo; ecco sta pregando, e ha visto in visione un uomo, di nome Anania, venire e imporgli le mani perché recuperi la vista” (At  9, 11-12).

La vocazione parte sempre da Dio .L’intermediario deve far vedere al chiamato che c’è una chiamata di Dio , alla quale deve rispondere possibilmente positivamente.

Dio dice alla catechista: Datti da fare, va’ e cerca i segni vocazionali nei tuoi ragazzi.

Uno dei segni che il Cristo dà è questo: “sta pregando”, perché chi si deve dare a Dio  deve essere un uomo di preghiera. Se non ha pregato, deve pregare. Deve avere la passione della preghiera, perché con la preghiera si parla con Dio ; deve avere passione per Dio  che lo chiama a lavorare nella sua vigna per il bene delle anime, per la loro salvezza.

Un altro segno vocazionale è l’osservanza dei comandamenti. È il segno che scoprì Gesù nel giovane ricco, il quale disse:- Io i comandamenti li osservo fin da piccolo. Gesù si compiacque e gli disse: Ebbene, adesso io ti chiamo alla maggior perfezione, poiché osservi i comandamenti.

Un altro segno è quello di voler amare Dio  e amare i fratelli, voler aiutare Dio  a salvare le anime e aiutare i fratelli a salvarsi.

Questi sono i segni racchiusi nelle parole che il Signore dice ad Anania. Difatti, quando i due si mettono a parlare, Paolo dice proprio questo, che intende cambiare vita e fare quello che prima non faceva.

 

 

 

 

conclusione

 

  1. Dio ha bisogno dell’uomo: sia del chiamato che dell’intermediario, pur lasciandoli liberi.

Ha bisogno dell’uomo che deve dire di sì ed ha bisogno dell’uomo che deve invogliare l’interessato a dire di sì, cioè a superare le difficoltà, perché le difficoltà per realizzare la vocazione sono molte.

 

  1. Dio ha bisogno dell’amore, della generosità, della sofferenza del chiamato

Alla chiamata di Dio  il chiamato deve rispondere con l’amore. Ci vuole un amore immenso, ci vuole generosità.

Disse Gesù al giovane ricco: “Va’, vendi quello che hai, dallo ai poveri; poi vieni e seguimi” (Mc 10, 17). Quel giovane non lo seguì, perché scelse le ricchezze, non Gesù.

Poi ci vuole la sofferenza: “gli farò vedere quanto dovrà soffrire”. Io sofferente, flagellato, sputacchiato, coronato di spine, crocifisso e tu flagellato, coronato di spine, crocifisso.

I segni del chiamato sono:

  • l’amore: deve amare Dio e il prossimo;
  • la preghiera: se non ha pregato prima, deve pregare ora;
  • la generosità: non deve dire mai basta;
  • l’osservanza dei comandamenti, perché chi osserva i comandamenti ama Dio , vive nella grazia, acquista meriti, vive nella fede, riceve il paradiso.

 

  1. Dio ha bisogno anche dell’intermediario

Ecco il grande valore dei genitori cristiani e il grande valore dei catechisti. La Chiesa tiene in gran conto i catechisti, perché sono coloro che gettano i semi e si accorgono dei germi vocazionali. I ragazzi li stimano e quindi li seguono. La parola messa da voi catechisti nel cuore dell’uomo, può fruttificare in qualsiasi momento.

Intermediari sono i sacerdoti, i catechisti, i genitori, tutti coloro che desiderano che il regno di Cristo si dilati e si preoccupano delle vocazioni con generosità, senza dire mai basta nel servizio di Dio .

 

  1. Aiutiamo il Cristo a trovare catechisti consacrati, che si dedicano a tempo pieno al servizio del regno di Dio

Oggi la Chiesa vuole che si parli anche della vocazione dei laici consacrati, cioè di coloro che rimangono nel mondo, ma che consacrano la loro vita negli Istituti Secolari, inventati dallo Spirito Santo, perché la società non segue più come una volta le suore, i frati e i sacerdoti, ma segue i laici. Nessuno conosce chi sono, però sono consacrati a tempo pieno, perché la fede e la salvezza dipende dalla predicazione.

La Chiesa oggi ha bisogno di un esercito di catechisti. Chi sta in parrocchia e vive attivamente la vita della parrocchia lo sa. Ci vogliono catechisti che preparano alla prima comunione, non solo i fanciulli e i ragazzi, ma anche i giovani e gli adulti che sono stati sempre lontani dalla Chiesa. Essi hanno bisogno di una catechista disponibile a tempo pieno e a tutte le ore, perché devono lavorare e portare avanti la famiglia e nel medesimo tempo devono conoscere Cristo.

Aiutiamo il Cristo a trovare catechisti anche a tempo determinato: professionisti, padri e madri di famiglia che mettono a disposizione di Dio  un’ora, due ore la settimana, affinché la salvezza arrivi a tutti gli uomini.

Gesù, prima di salire al cielo, ha detto a tutti:- Andate per il mondo intero e predicate il vangelo ad ogni creatura, perché chi crederà alla vostra catechesi si salverà, riceverà i sacramenti e la forza dello Spirito Santo; ma chi non crederà alla vostra parola si dannerà.

La fede, dice san Paolo, viene per mezzo della predicazione, che si attua per mezzo della Parola di Dio . Tutto dipende da voi, ecco perché io prego continuamente il Signore che mandi un esercito di catechisti, perché ne abbiamo bisogno in tutti i campi.

Il Papa, parlando della nuova evangelizzazione, ha chiamato a raccolta a Roma i sacerdoti, le suore, gli Istituti Secolari, le organizzazioni cattoliche, perché tutti devono parlare, tutti devono predicare, tutti devono fare la catechesi, perché facendo la catechesi danno la fede e la salvezza.