Con Te, Signore sulla via della croce – Mt 9,14-15

La quaresima è un periodo di lutto,

perché  Gesù ha consumato la sua passione e morte

durante la quaresima

Gesù prima della Pasqua è stato crocifisso, è morto, e dopo essere stato deposto dalla croce, è stato messo nel sepolcro.

Sapendo che il nostro Sposo è stato angariato, flagellato, sputato, incoronato di spine, è stato deriso, caricato di una croce, tradito, abbandonato, crocifisso, possiamo essere felici?

La quaresima è il periodo in cui noi ricordiamo gli avvenimenti dolorosissimi del nostro Sposo, per cui non possiamo stare allegri. Stiamo in lutto, perché ricordiamo la passione e morte di Gesù. L’ultima settimana di quaresima è la settimana santa, in cui si consumerà il sacrificio totale di Gesù.

La quaresima è un periodo di lutto, perché il nostro Sposo è lontano, ha sofferto ed è morto. Gesù ha avuto la sofferenza più crudele e più ingiusta, perché è stato ripudiato dagli uomini, dai sommi sacerdoti; il suo popolo ha gridato: “Crocifiggilo!”, è stato flagellato, coronato di spine, tradito dagli amici, lasciato solo. Gli hanno fatto quello che hanno voluto, fino a metterlo in croce come il più grande dei delinquenti.

La quaresima è il periodo in cui ricordiamo che con Gesù crocifisso, ai piedi della croce stava la Vergine Santa, l’Addolorata.

La Madonna è stata ai piedi della croce e non ha avuto paura di essere apostrofata come la mamma di un delinquente. È stata lì! Non sappiamo se piangeva o meno, ma certamente è stata nel più profondo dolore, o, se volete, con una spada che trafiggeva il suo cuore.

Per la Chiesa la quaresima è il periodo del lutto; per san Francesco di Paola lo è stato tutto l’anno, perché Gesù non è lontano da noi per quaranta giorni, ma è lontano da noi per l’intera nostra vita. Ecco perché lui ha voluto tracciare la strada della vita quaresimale.

Gesù non ha sofferto, patito e morto soltanto in quaresima o nella settimana santa, ma soffre, patisce e muore crocifisso in mezzo a un mare di dolori ogni giorno. Rinnova questo sacrificio ogni giorno nella S. Messa, per scontare i peccati dell’uomo. Per questo per san Francesco non ci sono stati solo quaranta giorni di lutto, ma ci sono stati novantuno anni di lutto; quindi tutta la vita. Egli ha voluto testimoniare nella Chiesa che ogni giorno, per chi segue il Cristo, è giorno di lutto, perché Gesù non c’è visibilmente e perché soffre e muore.

CONCLUSIONE

Questo è un periodo di lutto, questo è un periodo di penitenza! Se non volete fare penitenza per tutta la vita, almeno fatela in quaresima.

Ricordatevi che la prima forma di penitenza è distruggere il peccato dalla vostra vita e dalla vita dei vostri fratelli. Questa distruzione deve avvenire con la lotta fino all’ultimo sangue. Non desisteremo da questa lotta fino a quando non avremo sradicato dalla nostra anima ogni sorta di peccato.

Ricordate sempre le parole di Gesù: “Che giova all’uomo guadagnare il mondo intero, se poi perde o rovina se stesso?” (Lc 9, 25).

E ancora: “E non abbiate paura di quelli che uccidono il corpo, ma non hanno potere di uccidere l’anima; temete piuttosto colui che ha il potere di far perire e l’anima e il corpo nella Geenna” (Mt 10, 28).

Concludo con le parole di san Paolo: “Attendete alla vostra salvezza con timore e tremore!” (Fil 2, 12).