Beati noi peccatori, amati dal Signore – Lc 5, 31-32

da un ritiro alle catechiste a Grottaglie, 05.03.1989

tenuto da P. Francesco Chimienti O.M.

L’AMORE DI CRISTO PER I PECCATORI

(Lc 5, 31-32)

“Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati; io non sono venuto a chiamare i giusti, ma i peccatori a convertirsi” (Lc 5, 31-32).

Queste parole mi hanno colpito in una maniera particolare, perché io sono un peccatore, e mi sono state di grande conforto.

San Paolo diceva: Io sono stato un persecutore della Chiesa, sono stato un bestemmiatore, ma adesso il Cristo mi ha voluto tanto bene che mi ha convertito, mi ha dato la sua grazia, e per grazia di Dio sono quello che sono. Secondo me, questo è avvenuto perché io dovevo andare dagli altri uomini e magnificare e inneggiare alla misericordia di Dio, perché se ha convertito me, miserabilissimo peccatore, persecutore della Chiesa e bestemmiatore, nessuna meraviglia che possa convertire anche voi.

Io e voi in cielo canteremo alla misericordia di Dio che ci ha salvati. Il conforto e la consolazione che Dio ha dato a me, attraverso queste parole, li voglio comunicare a voi.

 

 “si fa più festa in cielo per un peccatore convertito, che per novantanove giusti” (Lc 15, 7)

Io ho sempre detto: Signore, ti ringrazio che sono peccatore, perché hai fatto più festa in cielo quando io sono ritornato a te, che per san Francesco di Paola e tutti gli altri santi, perché quelli erano le novantanove pecore belle e buone e non hai fatto festa, invece l’hai fatta a me, peccatore. La stessa cosa diceva san Paolo. Quindi questa meditazione non riguarda i giusti, ma interessa solo i peccatori. Si fa più festa in cielo per un peccatore che si converte; non per il peccatore, ma per il peccatore che si converte, perché il peccatore che non si converte dà dolore a Dio.

Le due parabole che dimostrano l’amore di Dio per i peccatori sono: il figliol prodigo e la pecorella smarrita, di cui ci parla san Luca.

 

  1. Il figliuol prodigo (Lc 15, 11-32)
  2. La pecorella smarrita (Lc 15, 1-7)

 

2. l’atteggiamento di gesù verso i peccatori

 

L’atteggiamento di Gesù ve lo dico con le parole della S. Scrittura: La mia delizia è stare in mezzo ai peccatori (cfr. Pr 8, 31).

Prima ha detto che si fa festa quando un peccatore torna da lui, ed ora dice: La mia gioia, la mia delizia è stare in mezzo ai peccatori.

 

conclusione

Mi dovete permettere che vi racconti un fatto come conclusione, perché oggi dovete partire con questa certezza: qualsiasi peccato Dio me lo ha perdonato e me lo perdonerà se mi andrò a confessare. Non esistono peccati che non possono essere perdonati.

          Nel 300 dopo Cristo, un grande uomo di nome Girolamo era un grande letterato, conosceva le lingue orientali, dall’ebraico all’aramaico, conosceva il greco e il latino benissimo. Il Papa diede a lui l’incarico di tradurre la Bibbia originale nella lingua latina; si chiama la “Volgata”, traduzione che la Chiesa ha preso come propria traduzione e che non l’ha voluta cambiare mai. Era un grande letterato e per penitenza volle andare in Palestina per lavorare nella grotta di Betlemme. Lì faceva penitenza, si flagellava, scriveva, traduceva, pregava, dormiva per terra.

Un giorno il Cristo gli apparve e gli disse:- Girolamo, dammi qualche cosa di tuo.

Rispose Girolamo:- Tutte le penitenze che ho fatto e che sto facendo, te le do. Disse Gesù:- No, Girolamo, queste non le voglio, dammi qualcosa di tuo.

Pensa e ripensa, san Girolamo disse:- Signore, ho tradotto la Bibbia, questo lavoro che ho fatto lo do a te, sei contento?

– No, Girolamo, qualche cosa di tuo!

– Signore, tutte le preghiere che ho fatto e che faccio, le offro a te!

– No, Girolamo, no, voglio qualche cosa di tuo.

Disse san Girolamo:- Ma che cosa tengo di mio? Signore, tutte le mie proprietà, i miei beni, i miei averi che ho lasciato a Roma, li offro a te.

– No, Girolamo, qualche cosa di tuo, che mi faccia felice.

Girolamo pensa e ripensa, poi dice:- Signore non ho più niente, dimmelo che cosa devo darti ed io te la darò. Gesù gli disse:- Girolamo, dammi i tuoi peccati perché te li lavi.

          Le stesse parole il Cristo dice a ciascuno di noi questa sera: Se mi vuoi far felice dammi i tuoi peccati, perché possa avere la gioia di lavarli nel mio sangue.