Chiamati ad …ascoltare – Mt 11, 20-24

da un’omelia di P. Francesco Chimienti

12.07.1983 (Esercizi Spirituali catechisti)

 

 

I DIFETTI NELL’ASCOLTO DELLA PAROLA DI DIO

(Mt 11, 20-24)

 

Gesù faceva due cose, durante la sua vita pubblica. In modo particolare: predicava e operava miracoli: guariva, risuscitava pure i morti. Però queste due azioni avevano un fine; non predicava per predicare, né guariva per guarire. Il fine era la conversione delle anime. Predicava affinché gli uomini che incontrava potessero ascoltare e poi cambiare vita, cioè potessero convertirsi. Se ascoltavano e cambiavano, si convertivano e si salvavano, perché la missione di Gesù è la salvezza delle anime; se invece ascoltavano, oppure vedevano i miracoli che confermavano la sua potenza infinita e la sua divinità e non si convertivano, Gesù si dispiaceva, perché era venuto per salvare e purtroppo le anime non volevano salvarsi.

San Giacomo diceva ai suoi fedeli di Gerusalemme, e quindi a noi, oggi: “Siate di quelli che mettono in pratica la parola e non soltanto ascoltatori” (Gc 1, 22).

Gesù, ieri parlava a quelle anime per convertirle e salvarle, adesso sono io, che nel nome di Gesù, parlo a voi per convertirvi e per salvarvi; altrimenti a che valgono gli esercizi spirituali, se non ci cambiamo e non ci salviamo? Avremo perduto del tempo.

Gesù annunzia oggi, con questo vangelo, i difetti principali che hanno i fedeli dinanzi alla Parola di Dio e dinanzi ai miracoli di Dio, perché ogni giorno siamo spettatori dei miracoli di Dio.

 

  1. L’ostinazione

Il primo difetto è l’ostinazione.

“Guai a te, Corazin! Guai a te, Betsaida! Perché, se a Tiro e a Sidone fossero stati compiuti i miracoli che sono stati fatti in mezzo a voi, già da tempo avrebbero fatto penitenza, ravvolti nel cilicio e nella cenere” (Mt 11, 21).

Il difetto di queste città è l’ostinazione. Così facevo, così faccio e così farò; non voglio cambiare!

Anche se Gesù annunzia, attraverso la sua predicazione, tutto il vangelo della salvezza, questi abitanti di Corazin e di Betsaida, ascoltano la Parola di Dio, ma non la tramutano nella vita, non mettono in pratica ciò che Gesù dice, cioè non cambiano, non si convertono, non fanno penitenza.

L’ostinazione è il peccato delle anime con la testa dura. Sono le anime che nel cervello hanno il cemento armato. E chi le tocca? E chi le cambia? È impossibile, sia toccarle, sia cambiarle. Testa dura! Ostinazione!

Ogni mattina mi alzavo e non pregavo, domani mi alzerò e non pregherò. Ieri prima di mangiare non dicevo il Padre nostro, domani prima di mangiare il Padre nostro non lo dirò. Ieri andavo a letto e mi addormentavo senza ringraziare il Signore e senza pregare? Ebbene dopo aver finito il corso degli Esercizi spirituali e aver chiesto a Dio perdono di tutti i peccati, domani a sera sapete che cosa farò? Andrò a letto e non pregherò. Avevo questa amicizia pericolosa che mi ha portato al peccato la prima, la seconda e la terza volta? Proposito: domani starò con la stessa amicizia, che mi porterà allo stesso peccato. Ieri la domenica andavo a mare senza andare a Messa? Ebbene domenica prossima, 17 luglio, sapete che cosa farò? Andrò al mare e a Messa non andrò. Ieri rubavo e domani ruberò. Ieri leggevo cose che non dovevo leggere e domani continuerò a leggere cose che non devo leggere. Il Signore mi chiama e io ho detto no. Sapete che cosa farò domani? Il Signore mi chiamerà e io dirò di no.

Questa si chiama ostinazione; ma sapete che cosa dice Gesù? Che Tiro e Sidone nel giorno del giudizio avranno una sorte meno dura della loro! Sappiate, dice Gesù, che questo tempo degli Esercizi spirituali, o questo tempo in cui ascoltate la Parola di Dio, perché la dobbiamo ascoltare ogni giorno, è un tempo di misericordia; però un giorno, nel giorno del giudizio, io ve ne chiederò conto. La misericordia si cambierà in giorno di giustizia. Sappiatele queste cose, perché voi, del timore di Dio, non ne volete proprio sapere.

In Dio ci sono due tempi: il tempo della misericordia e il tempo della giustizia. Il tempo del pellegrinaggio dell’uomo sulla terra è tempo di misericordia, è l’Amore-Misericordia; poi quando finisce questo tempo, che voi chiamate morte, e che io chiamo incontro con Dio ripetendo le parole del Signore, viene il giorno dell’Amore-Giustizia, e ci chiederà conto: Sei stato quattro giorni, cinque giorni con me, io per mezzo del predicatore ti ho detto questo e questo, tu hai visto con chiarezza che sei chiamata alla santità, che devi lasciare il peccato, che devi vivere in grazia di Dio, che la più grande disgrazia è il peccato, la più grande felicità è vivere sempre in grazia di Dio, che cosa ne hai fatto di queste parole che io ti ho detto? Ti sei ostinata a vivere nel peccato e secondo le tue convinzioni o ti sei cambiata? Adesso rendimi conto.

Si rende conto! Non dovete credere che di questi giorni di misericordia non dobbiamo rendere conto.

Io devo rendere conto se vi ho dato tutto; voi dovete rendere conto se avete fatto tutto.

 

  1. La presunzione

Il secondo difetto o vizio dinanzi alla Parola è la presunzione.

“E tu, Cafarnao, sarai forse innalzata fino al cielo? Fino agli inferi precipiterai!”             (Mt 11, 23). È la risposta di Gesù.

Poiché Gesù la sua predicazione l’aveva fatta prevalentemente a Cafarnao, gli abitanti si ritenevano dei privilegiati, per cui sarebbero andati certamente in paradiso. Poiché Gesù andava sempre a predicare lì e operava lì tanti miracoli, si sentivano al sicuro, anche se ascoltavano la Parola di Dio e non la mettevano in pratica. Questa si chiama presunzione. Presunzione di salvarsi senza meritare, cioè senza operare, senza fare le azioni per andare in paradiso.

Basta essere cristiani! Basta unirsi in matrimonio col sacramento! Basta fare la prima comunione, dicono a me i genitori dei bambini, per cui poi non si preoccupano di mandarli al catechismo e a Messa la domenica. Fatta la prima comunione già stanno in paradiso. Così voi. Ho fatto un corso di Esercizi spirituali, quindi andrò in paradiso.

Dice Gesù: “Se in Sodoma e in Gomorra (le due città principali, che con le altre città della pentapoli furono distrutte dalla giustizia di Dio per mezzo del fuoco, perché compivano peccati che gridavano vendetta al cospetto di Dio e rifiutavano di ascoltare i profeti che Dio mandava loro), fossero avvenuti i miracoli compiuti in te, oggi ancora esse esisterebbero!” (Mt 11, 23), cioè si sarebbero convertite. Questa si chiama presunzione.

  1. Chimienti ha detto che dobbiamo andare a Messa? O vai o non vai è lo stesso! Ha detto che dobbiamo pregare? E va bene! Vi ricordate cosa disse Gesù: arriverà il giorno in cui busserete alla porta del paradiso e io vi dirò: chi siete?

–  Siamo le catechiste della diocesi di Taranto. E io vi risponderò:- Non vi conosco.

– Abbiamo mangiato con te, fatto la comunione! Ti abbiamo ascoltato quando parlavi in piazza!

– Hai fatto quello che ti ho detto? No. Vai all’inferno. Sono le parole di Gesù! Voi il vangelo lo leggete a modo vostro. Pensate che ogni intervento di Dio nell’anima vostra, non avrà un seguito? No, o ha un seguito positivo, cioè vi convertite, o se non vi convertite, se non vi cambiate, interverrà con la sua giustizia. Ci sarà il fuoco eterno.

Ecco i due difetti: ostinazione nelle proprie idee, nelle proprie convinzioni, senza cambiarle alla luce di Dio; e presunzione.

Sapete che cosa dirò io al Signore?

– Signore, io voglio venire in paradiso.

– E chi sei tu?

– Sono un sacerdote, sono un religioso, ho predicato.

– E hai fatto come tu predicavi? No. All’inferno.

Non dovete credere che solo a voi domanderà conto. No. Siamo tutti uguali dinanzi a Dio, giustizia infinita. Se hai fatto come lui ha detto andrai in paradiso; ma se non hai fatto come lui ha detto tu in paradiso non ci andrai, perché lui premia i buoni, ma castiga i cattivi. Quindi nessuna presunzione e nessuna ostinazione.

 

 

CONCLUSIONE

 

Volete sapere che cosa sono la presunzione e l’ostinazione, che voi avete? Sono due rami, due manifestazioni di un albero, che si chiama superbia.

Oggi diremo al Signore:- Signore, dammi l’umiltà, perché se vivo umilmente, come la Madonna, come la Mamma cara, divento santa sulla terra e godrò in paradiso per l’eternità il mio Dio. Signore, abbi misericordia di me; ma io voglio venire dietro di te! Se peccherò, se mi sporcherò, ti chiederò volta per volta misericordia e amore; ma voglio venire dietro di te, come una bella pecorella, perché tu sei il mio pastore. Dietro di te mi voglio salvare. Anzi ti dico: Eccomi, mi metto nelle tue mani, salvami!