San Francesco, il santo della carità

da  un’omelia di P. Francesco Chimienti O.M. Taranto, 2 aprile 1977

Omelia al rientro della processione

Francesco di Paola,

il santo della carità

 

 

Ho sentito dire che S. Francesco è un Santo vecchio, perché è nato nel 1416. Mi sono chiesto: S. Francesco è un Santo vecchio o un Santo giovane? Ha ancora da insegnare qualcosa agli uomini di questo tempo?

La risposta che do è questa: S. Francesco con la sua vita ci ha insegnato che per amare Dio bisogna pregare, umiliarsi, ubbidire. Ora vi spiegherò queste cose ad una ad una, poi mi direte se S. Francesco è un Santo vecchio o giovane.

Francesco è il Santo della carità. Veramente tutti i Santi sono santi della carità, perché non si può essere santo se non si ama Dio e se non si ama il prossimo. Ma S. Francesco è un fondatore, è un patriarca, è un caposcuola. Egli è stato mandato da Dio per insegnare che per raggiungere l’amore di Dio e del prossimo bisogna pregare, umiliarsi, ubbidire.

  1. Per avere la carità bisogna pregare

Se volete la carità dovete pregare. La preghiera vi fa superare l’arido deserto della vostra solitudine.

  1. Francesco definisce la preghiera un fedele ambasciatore che giunge fino a Dio. I Capi di Stato, quando devono comunicare tra loro si servono di ambasciatori, non vanno di persona perché loro non possono andare. Così l’uomo non può arrivare fino a Dio. è arrivato fino alla luna, forse arriverà anche più lontano, ma non arriverà mai nei cieli, nel Paradiso. Per arrivare a parlare a Dio, l’uomo deve servirsi di questo fedele ambasciatore, che si chiama preghiera. Quante grazie legate alla preghiera! Se voi sapeste il valore della preghiera stareste sempre a pregare. Gesù ha detto: “Pregate sempre”.La vostra preghiera sia continua.
  1. Francesco è stato esagerato, noi diremmo oggi, nella preghiera. Si ficcava nella grotta e pregava la mattina, il mezzogiorno, la sera; dormiva poche ore al giorno, pregava sempre. Noi diciamo che era esagerato, ma è virtù eroica. S. Francesco ci insegna ancor’oggi che se vogliamo amare Dio e i fratelli dobbiamo pregare.
  1. Per aver la carità bisogna essere umili

 La seconda ricetta che S. Francesco ci ha dato per raggiungere la carità è l’umiltà. In famiglia c’è la carità se c’è l’umiltà. In ufficio c’è la carità se c’è l’umiltà. In chiesa c’è la carità se c’è l’umiltà. Un uomo umile disarma, mentre un uomo superbo spinge a resistere con tutte le forze.

  1. Francesco ha scelto di essere nella Chiesa, non il piccolo né il minore, ma il minimo, il più piccolo di tutti. I suoi figli li ha chiamati Minimi e lui si è considerato il minimo dei Minimi. Ha seguito l’esempio di Gesù, che come dice S. Paolo: “pur essendo Dio non considerò un tesoro geloso la sua uguaglianza con Dio, ma spogliò se stesso facendosi obbediente fino alla morte e alla morte di croce” (Fil 2, 6-8).

  1. Per avere la carità bisogna ubbidire

 La terza ricetta che S. Francesco ci dà per avere la carità è l’ubbidienza. Gesù si è fatto ubbidiente fino alla morte di croce.

  1. Francesco ci ha detto: se vuoi la carità con Dio devi ubbidire a Dio e ai suoi comandamenti. Ama Dio chi ubbidisce al Vangelo e ai Comandamenti. Chi non ubbidisce alla legge di Dio non ama Dio, e se dice di amarlo è bugiardo.

L’amore di Dio e dei fratelli si raggiunge con l’ubbidienza. Chi ubbidisce più, ora?

Per avere la carità, il papà deve fare il papà, la mamma deve fare la mamma, il figlio deve fare il figlio, il Presidente del Consiglio deve fare il Presidente del Consiglio, e noi che siamo semplici cittadini dobbiamo fare i semplici cittadini. Ognuno deve stare al suo posto. In un orologio tutto funziona se ogni rotella sta al suo posto. Se una rotella non funziona, tutto l’orologio non funziona.

conclusione

 

            Queste sono le tre medicine che S. Francesco ci ordina di prendere, se vogliamo la carità: la preghiera, l’umiltà e l’ubbidienza. Questa sera mettetevi sul comodino queste tre medicine e prendetevele.

La prima medicina è una pillola: la preghiera. La seconda medicina è una iniezione di 10 cc.: l’umiltà. La terza medicina, l’ubbidienza è uno sciroppo, anzi una cosa più forte, è una supposta. Prendetevi queste tre medicine ogni giorno, e avrete la carità.