Gv 1, 45-51 – Dio è Verità

da un’omelia di P. Francesco Chimienti O.M.

LA FALSITA’ E IL RIMEDIO ALLA FALSITA’

(Gv 1, 45-51)

Le parole che mi hanno colpito sono le parole di Gesù quando vide Natanaele: “Ecco davvero un Israelita in cui non c’è falsità” (Gv 1, 47).

E dinanzi alla meraviglia di Natanaele, il Signore Gesù gli rispose: “Prima che Filippo ti chiamasse, io ti ho visto quando eri sotto il fico” (Gv 1, 48).

 

 La falsità

 

La falsità purtroppo è uno dei difetti di coloro che si danno a Dio. Questo è il difetto più grosso che noi abbiamo, voi ed io: la falsità, l’inganno, la finzione. È un difetto grosso, grossissimo.

Si può essere falsi nei pensieri, quando i nostri pensieri non corrispondono alle azioni. Si può essere falsi nelle parole, quando i pensieri non corrispondono alle parole, e le parole non corrispondono ai pensieri. Si può essere falsi nelle azioni, quando le azioni non corrispondono alle idee, per cui si trae in inganno coloro che vedono o coloro che ascoltano.

Mi fermerò su due aspetti particolari della nostra falsità, che sarebbero:

 

La falsità nelle virtù

Facciamo vedere agli altri di essere virtuosi, mentre non lo siamo; quindi traiamo in inganno. Ve l’ho detto, è il nostro difetto principale. Mi fermerò su quelle virtù che mi stanno tanto a cuore:

 

  • La falsità nella carità

La vostra carità sia senza finzioni, dice san Paolo, cioè senza inganno. Tante volte davanti alla persona interessata facciamo vedere di essere aperti, comprensivi, di dare, di ascoltare, di essere favorevoli, di stimare, di gareggiare nella stima, per cui se ne va edificata; quando poi non c’è più, la giudichiamo, la critichiamo, mormoriamo contro di lei, mettiamo in evidenza alcuni suoi difetti, il suo modo di agire, di parlare, di fare. Questa non è carità, perché tra le convinzioni che abbiamo della creatura, e quello che facciamo vedere c’è contraddizione.

La carità consiste nel comprendere l’altro, nel mettere in evidenza gli aspetti positivi dell’altro. Quando invece davanti facciamo una faccia e di dietro ne facciamo un’altra, questa si chiama: carità pelosa, carità falsa, finta.

Diceva san Paolo: Fate ogni cosa senza critiche e senza mormorazioni. Se farete questo sarete perfette, perfette nella carità. Questo significa avere una carità senza finzioni. Fino a quando non eliminerete dalla vostra condotta le critiche, le mormorazioni, i giudizi maligni, voi la carità la guarderete col binocolo e sarete false.

 

  • La falsità nell’umiltà

Un’altra virtù che vorrei sottolineare come virtù che non deve essere osservata con falsità o con finzione è l’umiltà.

Ci può essere però una umiltà vera e una umiltà apparente.

Tutte le volte che vi lodano e vi compiacete, avete una umiltà falsa: dite di essere peccatrici, ma in realtà vi esaltate.

Tutte le volte che vi sottopongono a delle umiliazioni: vi dicono che siete peccatrici, che siete ignoranti, che non osservate la virtù, e voi non le accettate come vere, perché sono vere, la vostra umiltà è falsa. Tra ciò che dite e ciò che fate non c’è continuità. Non c’è conseguenza logica tra ciò che pensate: essere peccatrici, e la vostra reazione a ciò che dicono di voi in senso negativo. Così pure, se non accettate le correzioni di una persona qualunque, o superiore o inferiore o uguale a voi, sappiate che avete un’umiltà falsa. Non vi dico poi se vi arrabbiate, se imprecate, se diventate nemici! Non soltanto non siete umili, ma la vostra superbia è arrivata alle altezze di Lucifero, il quale voleva mettere il suo trono al di sopra del trono di Dio.

Ripeto: se non accettate le umiliazioni, o se rimanete soddisfatte delle lodi, la vostra umiltà è falsa.

 

  • La falsità nella preghiera

Un’altra virtù in cui possiamo peccare per finzione è la virtù della preghiera. Predicare agli altri la necessità della preghiera, di consacrare molto tempo alla preghiera, poi non pregare è falsità nella preghiera. C’è falsità tra quello che si dice e quello che si fa. Pensare di dare a Dio tutto il tempo possibile, ma poi non darlo, metterlo sempre al secondo posto, posporlo negli interessi degli ingranaggi della giornata, significa essere false anime di preghiera.

 

  • Il sacrilegio

Un  vizio che io lo chiamo: la falsità delle falsità, è il sacrilegio. Far vedere di essere puri e santi e non confessarsi mai, oppure confessarsi dopo anni. Ciò che siamo dentro dobbiamo manifestare fuori, e ciò che mostriamo fuori dobbiamo esserlo dentro; non dobbiamo mai avere vergogna di essere peccatori.

Se sono peccatore mi vado a confessare; ma dire di essere peccatori e non andare mai a confessarsi, questo è un insulto a Dio, un sacrilegio. Come pure, confessarsi e non dire tutto quello che di sporco abbiamo nell’anima per farcelo lavare dal sangue preziosissimo di Cristo, è sacrilegio. Questo significa essere falsi.

L’altro sacrilegio è fare la comunione mentre dentro c’è il diavolo. Ho preso già la mazza e ho cacciato Dio dal mio cuore, poi lo vado a prendere per metterlo nella bocca del diavolo. Questo si chiama la falsità delle falsità. Se qualche volta l’abbiamo fatto dobbiamo chiederne perdono per tutta la vita a Dio. Se non l’abbiamo mai fatto, dobbiamo dire: Signore, mai sia!, perché Dio odia il male e il peccato, aborrisce il male e il peccato, ma questo peccato non solo lo aborrisce, ma lo umilia in una maniera tale che lo distrugge, perché nelle mani del peccatore o nelle mani del santo peccatore, Cristo diventa merce del diavolo.

Per salvare la tua apparenza di santità, vendi la santità delle santità, che è il Cristo, il Santo, il Santissimo, al  diavolo. Mai sia, figlie mie! Mai sia! Io una sola cosa voglio da voi, che non commettiate il peccato, ma se lo commettete, abbiamo un avvocato potente presso il trono di Dio, il Cristo Gesù. Confessiamoci, e lui ci perdonerà, ma mai compromesso col diavolo. Fate la comunione, nessuno vi obbliga a fare la comunione col peccato mortale.

Gli altri che penseranno, che diranno? Pensino quello che vogliono. Se penseranno che sono peccatore avranno detto il vero, perché veramente sono peccatore.

Queste quattro cose ve le chiedo con le lacrime agli occhi: essere vere nella carità, vere nell’umiltà, vere nella preghiera e vere nella santità.

 

 

  1. il rimedio alla falsità è la presenza di Dio

 

Lo ha detto Gesù: “Io ti ho visto quando eri sotto il fico”. Natanaele rimase meravigliato, ma Gesù gli disse: Io ti conosco, perché ti vedo.

La presenza di Dio è il rimedio alla nostra falsità. In qualsiasi momento dovete dire:

 

  • Dio mi vede

Se Dio vi vede, siate consequenziali. Non esiste muro che possa proibire a Dio di vedervi; non esiste stanza che possa proibire a Dio di vedervi; non esiste luogo né in cielo né sotto terra né alle estremità della terra dove Dio non vi vede; non esiste segreto del cuore che Dio non conosce.

 

  • Dio mi giudicherà

Ricordate le parole di san Paolo: Voi non mi potete giudicare perché non sapete niente di me; e nemmeno io giudico me stesso, perché nemmeno io conosco tutto quello che faccio e soprattutto con quale intenzione lo faccio. Voi ed io dobbiamo aspettare il giudizio di Dio. Solo Dio vede e vede bene; solo Dio ci giudicherà.

Dio ci vede e Dio ci giudicherà. Dio legge i nostri pensieri, vede la nostra parola prima che  la pronunziamo, vede le nostre azioni come le facciamo e con le intenzioni con le quali le facciamo. Tutti possiamo imbrogliare, ma Dio no.

Poiché le nostre azioni, le nostre parole, i nostri pensieri sono visti da Dio, li dobbiamo compiere sempre alla presenza di Dio.

Io ti ho visto, io ti vedo, io ti vedrò, dice il Signore. Non esiste azione che non sarà giudicata da me. Io scruto il cuore e i sentimenti di ogni uomo e vi darò la ricompensa secondo quello che avete fatto.

Mi giudicherà secondo verità, quindi non potrò imbrogliarlo.

 

Quando commettete il male, lo potete coprire e potete imbrogliare come volete, alla fine si scoprirà. Se non sarà sulla terra, sarà certamente in cielo, dove, dice sant’Agostino, sarà a vostra vergogna, e non dinanzi ad un uomo che rappresenta Dio, come sarebbe stato sulla terra il confessore, ma dinanzi a tutti gli uomini. Non c’è prudenza umana che possa farla a Dio; non ci potrà essere abilità che potrà coprire il nostro peccato; non ci saranno tenebre e isolamento che potranno coprire il nostro peccato.

Io vi consiglio di assumervi le vostre responsabilità dinanzi a Dio e dinanzi agli uomini. Il mio sì è sì, il mio no è no. Ciò che penso faccio, e ciò che faccio penso; ciò che dico faccio e penso, ciò che penso dico e faccio.

Assumetevi le vostre responsabilità e sappiate dire: faccio il bene perché è secondo Dio, non faccio il male perché è contro Dio. Siate sempre veritiere dentro il cuore e dentro l’anima, e siate veritiere al di fuori.

 

conclusione

Tutto ciò che appare al di fuori deve corrispondere a ciò che c’è dentro; ma la verità è sempre Dio. Quindi la vostra azione sia sempre conforme ai principi divini.

Io vi auguro, che quando vi presenterete dinanzi al giudizio di Dio, il Cristo, nostro giudice, vedendovi arrivare, vi indichi a tutti i santi e agli angeli del cielo come coloro nella cui vita non c’è stata mai falsità o finzione.

Elogio più bello di questo non lo potrete avere; ma potrete averlo solo se vivrete nella sincerità e nella verità qui sulla terra.