Signore, che io compia le opere del tuo Spirito – Rm 8, 12-17

da un’omelia di P. Francesco Chimienti O.M.

Taranto 24/10/77

 

 

lo Spirito Santo ci rende figli di Dio

(Rm 8, 12.17)

 

  1. L’opera della santificazione è dello Spirito Santo

Le parole su cui mi fermerò sono queste: “Tutti quelli che sono guidati dallo Spirito di Dio costoro sono figli di Dio. …Lo Spirito stesso attesta al nostro spirito che siamo figli di Dio” (Rm 14,15).

Dio ci vuole tutti salvi, ma l’opera della nostra santificazione è opera dello Spirito Santo. è lo Spirito Santo che ci santifica. è lo Spirito Santo che ci fa figli di Dio. Se non avessimo avuto lo Spirito Santo, saremmo creature dinanzi al Creatore, ma non figli; saremmo servi dinanzi al padrone, saremmo peccatori dinanzi al Santo dei Santi, ma non figli.

 

  1. Lo Spirito Santo ci fa figli di Dio

Lo Spirito Santo viene in noi e ci rende veri figli di Dio, adottivi, ma figli. Il vero figlio di Dio, il Figlio Unigenito, che il Padre ha generato, è il Verbo; noi siamo figli veri, ma adottivi. Nell’adozione umana si diventa figli adottivi, ma è una finzione giuridica, infatti nel figlio non circola lo stesso sangue dei genitori. Se io, Francesco Chimenti, venissi adottato non mi chiamerei più così, mi chiamerei col nome di chi mi ha adottato, però in me non circolerebbe il sangue dei genitori adottivi, ma il sangue di mio padre e di mia madre, con i loro pregi e i loro difetti. I figli infatti sono la brutta copia, o la bella copia dei loro genitori, in essi circola il loro sangue. Ecco perché i genitori si inteneriscono dinanzi ai figli, come i figli si inteneriscono dinanzi ai loro genitori.

Con Dio non è così, non è una finzione, siamo veri figli. Non potendoci generare, ci ha adottati, ma siamo veri figli, in noi circola la vita di Dio, la vita della grazia. Sono vero figlio del Padre, come vero figlio è Gesù; posso chiamarlo papà, come lo chiamava Gesù: “Abbà”, che è una espressione dialettale che vuol dire: “papà”.

 

  1. Lo Spirito Santo ci fa eredi del Paradiso

Se siamo figli, siamo anche eredi: eredi di Dio, coeredi di Cristo.

L’eredità di Dio è il Paradiso, che mi tocca perché sono figlio. Questo è l’inno più bello a Dio Padre uscito dalla mente di un uomo. Ora ve lo rileggo: “Abbiamo ricevuto uno Spirito da figli adottivi per mezzo del quale gridiamo: “Abbà, Padre”. Lo Spirito stesso attesta al nostro spirito che siamo figli di Dio. E se siamo figli, siamo anche eredi: eredi di Dio, coeredi di Cristo, se veramente partecipiamo alla sue sofferenze per partecipare anche alla sua loria”.

Il Figlio suo, come uomo, Dio lo ha purificato, lo ha santificato con la sofferenza e con la morte in croce. Anche noi dobbiamo partecipare alle sue sofferenze per essere purificati e santificati.

 

conclusione

Che cosa bella poter chiamare Dio col nome di Padre! Ora nella celebrazione della Messa diremo: Padre nostro, che sei nei cieli. Dio è mio Padre e se è mio padre lui deve pensare a me. Non sarò io a preoccuparmi di cosa devo mangiare, di cosa devo indossare. A queste cose ci pensano i genitori. Io quando arrivo a mezzogiorno mi siedo, mangio e bevo. Non è così che fate voi giovani? Io mangio, bevo e mi diverto; a darmi da mangiare ci pensa Dio. E poi mi deve dare anche il suo regno. In Paradiso Gesù, in Paradiso io.