Signore non stancarti di piegarti sulle mie sporcizie – Mc 10, 32-45

da un’omelia di P. Francesco Chimienti O.M.

SERVIRE DIO E I FRATELLI

(Mc 10, 32-45)

 

Nel vangelo di oggi è Gesù che si mostra come modello del nostro operare. Ci dice: “Il Figlio dell’uomo non è venuto per essere servito, ma per servire e dare la propria vita in riscatto per molti” (Mc 10, 45).

Questa è la frase che io consegno a voi, nel nome di Gesù, perché Lui ha detto: Come faccio io, così dovete fare voi.

Il servizio è mettersi a disposizione di Dio prima di tutto, poi dei fratelli. Non si può escludere dal servizio Dio, non è possibile. Anzi, se noi serviremo i nostri fratelli, lo faremo sempre, come dice san Paolo, per amore di Dio.

 

  1. Servire Dio

Il primo servizio è mettersi a disposizione di Dio. Con parole più povere significa fare la volontà di Dio. Gesù non è venuto per essere servito, ma per servire.

Quando il Padre ha visto che l’uomo si era allontanato da Lui per mezzo del peccato, ha detto al Figlio: gli uomini si perdono, che cosa devo fare? E Gesù risponde: Eccomi, ci sono io, manda me. Tu non hai chiesto sacrifici, né olocausti di pecore, di montoni e di animali, ebbene, dammi un corpo e io con questo corpo scenderò sulla terra, morrò al posto dei miei fratelli, in riscatto di molti. Loro saranno salvi, e anche se devo morire, non importa.

Questo è il mio cibo, dirà poi Gesù, fare la volontà del Padre mio. È vero che a dodici anni Gesù si è smarrito nel tempio, ma l’ha fatto apposta, perché doveva dire alla Madonna: da questo momento io sono indipendente, non dipendo più da voi, miei genitori. Anche se questo atto apparentemente sembra di ribellione, di disubbidienza ed ha portato dolore alla Madonna, subito dopo, aggiunge il vangelo, Gesù andò a Nazaret, e fu sottomesso a loro. Gesù ha voluto dimostrare che ogni azione da Lui compiuta, da dodici anni fino alla morte, è stata un’azione di obbedienza al Padre, non più a papà e mamma. Nel padre putativo e nella mamma Maria vedeva la volontà del Padre. La volontà di Dio era che Lui rimanesse per tanti anni nel segreto.

Quando lasciò la casa? Quando questa fu la volontà del Padre. Quando incominciò a fare i miracoli? Quando l’aveva stabilito il Padre, tanto è vero che quando la Madonna gli chiese il primo miracolo, alle nozze di Cana, Gesù disse: Donna, non è giunta ancora la mia ora.

Quale ora, quella stabilita da Lui, o quella stabilita dal Padre? Quella stabilita dal Padre. Per le preghiere della Madonna, della sua mamma, alla quale Lui e il Padre volevano tanto bene, fece l’eccezione, e fece il primo miracolo.

Quando lo perseguitavano a Gerusalemme, Lui molte volte se ne è andato, perché diceva: Non è giunta ancora l’ora stabilita dal Padre. Non è ancora l’ora in cui io devo morire.

Quando stavano lontani da Gerusalemme e gli proponevano di ritornare, Gesù diceva: No, non è giunta ancora l’ora del Padre. Faceva alcune azioni per uniformarsi alla volontà del Padre, altre azioni non le faceva perché il Padre non voleva che fossero fatte.

Quando nell’orto del Getsemani, Pietro tirò fuori la spada e tagliò l’orecchio al servitore Malco, perché voleva difendere Gesù e non farlo cadere nelle mani dei suoi persecutori, di coloro che erano venuti a prenderlo, disse: Metti la spada nel fodero, perché questa è l’ora delle tenebre, questa è l’ora del Padre; perché se non fosse l’ora stabilita dal Padre affinché i miei nemici mi prendano, mi processino, mi condannino a morte, il Padre mi manderebbe dodici legioni di angeli che farebbero sparire dalla circolazione tutti questi soldati. Ma è l’ora delle tenebre, è l’ora stabilita dal Padre e bisogna ubbidire al Padre.

Ecco che cos’è il servizio. Il primo servizio è il servizio a Dio, e lo si compie per mezzo dell’ubbidienza, per mezzo dell’uniformità alla volontà del Padre. Questo si chiama amore di Dio. Chi serve Dio ama Dio; chi fa la volontà di Dio, ama Dio.

E noi come facciamo la volontà di Dio? Osservando i dieci comandamenti. Chi osserva i dieci comandamenti serve Dio; chi osserva i dieci comandamenti ama Dio. Quindi tutto il servizio che noi facciamo per amore di Dio, e che noi facciamo a Dio, è amore di Dio.

 

  1. Servire i fratelli

L’altro servizio è quello dei fratelli. Però ricordatelo sempre: il nostro servizio ai fratelli è un’esplicitazione, un’emanazione, è una conclusione pratica dell’amore verso Dio.

Il vero amore al prossimo del cristiano, che è diverso dall’amore al prossimo di chi non crede in Dio, ma che pur serve i propri fratelli, si distingue da questo: che noi ameremo i fratelli guardando in loro il Cristo.

Qualunque cosa che voi avrete fatto, dice Gesù, al più piccolo dei miei fratelli, l’avrete fatta a me.

Gli altri servono i fratelli per servire i fratelli, per alleviare le loro sofferenze, per farsi un nome, per diventare senatori, deputati, sindaci; per essere applauditi, ossia per altri fini, ma non è amore, non è servizio, si chiama egoismo; lo fanno per farsi un monumento, per farsi grandi. Invece noi no, non lo facciamo per farci grandi, ma per amore di Dio; serviamo i fratelli, perché vogliamo prendere i nostri fratelli e portarli a Dio.

In altri termini l’amore del prossimo deve scaturire dall’amore verso Dio; il servizio al prossimo deve sempre scaturire dal servizio verso Dio. Se non c’è questo, non è amore di Dio, non è amore cristiano, non è ricompensa per il regno dei cieli.

Ricordatelo sempre: una cosa è dare un bicchiere d’acqua per amore di Dio, un’altra cosa è dare un bicchiere d’acqua per amore mio. È diverso. A qualsiasi uomo che viene a bussare alla mia porta, io do sempre il bicchiere d’acqua, perché in quel fratello vedo il Cristo; se invece è per amore mio, il bicchiere d’acqua lo do soltanto ai miei amici, soltanto ai parenti, a questo sì e a quello no.

Quando si fa per amore di Dio, lo si fa per chiunque. Ecco l’amore del Cristo: si è messo al posto dei peccatori per salvare i peccatori.

Ma quelli sono tuoi nemici! Non fa niente, sono figli di Dio! Il Figlio dell’uomo è venuto per servire i fratelli, ed è arrivato a spogliarsi di se stesso e a morire al posto dei fratelli. Questo è il vero amore. Chi capisce questo amore ha capito tutto.

 

conclusione

Gesù si presenta come modello: come ho fatto io, dovete fare voi.

Gesù ha servito Dio a tempo pieno o come i lavoratori, otto ore al giorno? E noi come lo serviamo, a tempo pieno o otto ore al giorno? Magari fossero otto ore al giorno. Gesù ha servito il Padre sempre, a tempo pieno.

Noi serviamo Dio fino a un certo punto o fino alle estreme conseguenze? Fino a un certo punto. Invece Gesù fino alle estreme conseguenze. Ecco l’amore verso Dio, ecco l’amore verso i fratelli.

Vi voglio ribadire questo concetto dell’amore verso i fratelli, sulla scia della spiritualità di san Francesco di Paola. Lui ha amato i fratelli sì, ma prima ha amato Dio, perché questo è il primo comandamento; poi ha amato i fratelli. San Francesco ha amato i fratelli sempre per amore di Dio, in seconda battuta, non in prima. Prima Dio.

          Riempitevi di Dio, perché Gesù vuole che al prossimo si deve portare Dio. E se non ti sei riempito di Dio, al prossimo cosa darai?

2 Risposte a “Signore non stancarti di piegarti sulle mie sporcizie – Mc 10, 32-45”

  1. S.Francesco aveva sempre Dio nel suo cuore nella sua mente sulle sue labbra e tutto faceva per amore di Dio Carità.Sia questo anche il nostro modo di vivere.Fare tutto per Dio Carità.

  2. La grandezza di un’anima si comprende non dal posto che occupa, dal ruolo che riveste ma dal servizio…perchè servire Dio e i fratelli per amore suo,è l’espressione tangibile ,concreta e più vera dell’amore….”Figlioli, non amiamo a parole ma con i fatti e nella verità” dirà San Giovanni…Il Padre ha sempre detto che servire Dio è regnare. Del resto Gesù, il Re dell’Universo ha servito, si è fatto l’ultimo, indicandomi la via maestra della santità e della salvezza. Grazie Signore Gesù. Aiutami a mettermi a tua totale disposizione e a servirti generosamente nei miei fratelli.

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