Sulle orme di Cristo, annunciamo – Mt 28, 16-20

Da un’ omelia di P. Francesco Chimenti O.M..

IL CRISTO CI AFFIDA LA SUA STESSA MISSIONE
(Mt 28, 18-20)

Quando muore una persona cara si domanda sempre quali sono state le sue ultime parole, perché sono la sintesi di tutta una vita o delle consegne alle persone care.
Di Gesù, oltre alle ultime parole che ha detto nell’ultima cena, noi abbiamo anche le prime dopo la risurrezione e le ultime prima di salire al cielo. Sono queste: “Mi è stato dato ogni potere in cielo e in terra. Andate dunque e ammaestrate tutte le nazioni, battezzandole nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo, insegnando ad osservare tutto ciò che vi ho comandato”(Mt 28, 18-20).
La missione che il Padre gli ha affidato, Gesù la trasmette agli apostoli.
Il Signore ci ha chiamati a compiere questa missione. Proprio quella missione che lui aveva affidato agli apostoli l’ha affidata anche a noi. Ha voluto un Istituto che facesse presente nella Chiesa questo ultimo messaggio pressante di Gesù, che è la sintesi di tutta la sua vita pubblica, di tutte le sue aspirazioni e di tutti i suoi desideri.

1. Andate per il mondo intero

Andare! È la consegna che io ho fatto a voi e che oggi vi ripeto nel nome di Gesù: andate!

2. Ammaestrate tutte le nazioni

Il Signore a voi ha affidato la missione di ammaestrare tutte le nazioni.
Nessuno è escluso dalla missione che il Signore vi ha affidato; sono incluse tutte le genti, tutte le lingue, tutte le età, tutti i ceti sociali, escluso nessuno. Poiché noi siamo minimi vi ho detto: vi affido in modo particolare i piccoli, però la nostra è una missione universale.
Poiché i piccoli sono trascurati, sono coloro che non trovano chi li ammaestri, saremo noi, in spirito di servizio e di umiltà ad occuparci di loro. Dobbiamo rendere testimonianza nella Chiesa che non ci deve essere un’età in cui questo comando: “ammaestrate tutte le nazioni” non dev’essere realizzato.

3. Insegnando ad osservare tutto ciò che vi ho comandato

Nella Chiesa noi prendiamo in modo specifico la missione di fare la catechesi, cioè di insegnare a tutti, compresi i bimbi dell’asilo infantile, ad osservare tutte le cose che il Signore ha comandato.
Presenteremo un programma ed invoglieremo ad osservarlo. Questo è fondamentale, perché non ci può essere comunismo se non c’è la filosofia comunista, non ci può essere liberalismo se non c’è la filosofia liberale, non ci può essere cristianesimo se non c’è la filosofia cristiana, cioè se non c’è la promulgazione di un programma.
Il cristianesimo non lo si misura dalle cose che si conoscono, ma dalle cose che si fanno; però non si potrà fare nulla se non si conosce quello che Gesù ha detto.
Per osservare tutte le cose che Gesù ha comandato, dobbiamo conoscere il messaggio del Cristo. Dopo la fede viene la grazia.

4. Battezzandole nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo

Il battesimo è il primo sacramento, quello che dà la prima grazia, ma è subordinato alla trasmissione del messaggio evangelico. In altri termini non potete ottenere mai un santo, se non ottenete un uditore attento, diligente delle cose di Cristo.
Ci sono stati dei santi che sono stati istruiti direttamente dal Signore, attraverso l’unione intima con Dio – l’aveva detto Gesù che verrà lo Spirito Santo e vi insegnerà personalmente tutto quello che io vi ho detto – però c’è sempre un insegnamento. O il Signore si serve di altri uomini, e comunemente avviene così, oppure si serve dello Spirito Santo.
San Paolo per tre anni è stato nel deserto ed è stato istruito direttamente da Gesù, dallo Spirito Santo, lo Spirito di Gesù.
San Francesco di Paola è stato dai 14 ai 19 anni nel deserto, è stato istruito personalmente, attraverso la presenza dello Spirito Santo.
Anche noi siamo istruiti personalmente dallo Spirito Santo, infatti se leggiamo un brano evangelico, lo Spirito Santo oggi ci fa capire una cosa, fra dieci giorni ci fa capire un’altra cosa o la stessa cosa da un altro punto di vista o in profondità. Ci sono dei brani che abbiamo letto tante volte senza farci caso, perché non eravamo stati colpiti da nessuna frase, invece altre volte siamo stati colpiti da quello che lo Spirito Santo ci ha suggerito. Guai se venisse a mancare questo Maestro; però la grazia è frutto della catechesi.
Impostare la nostra azione apostolica sulla grazia, senza la catechesi, è voler costruire un edificio senza le fondamenta; avremo i cosiddetti castelli in aria che alla prima ventata crollano.
I cristiani di oggi possiamo dire che hanno ricevuto una tradizione cristiana, cioè hanno osservato delle cose, ma non hanno ricevuto le convinzioni cristiane. Per questo vediamo dei cristiani che una volta fanno una cosa, un’altra volta fanno il contrario di quello che facevano prima; stanno continuamente in contraddizione perché non hanno delle profonde convinzioni. Non parliamo poi di quei tali che quando si trovano di fronte alla difficoltà lasciano proprio il cristianesimo, perché non trovano in esso la soluzione dei loro problemi.

5. Io sono con voi tutti i giorni

Io oggi vi ripeto le parole di Gesù: Andate! Andate e ammaestrate! Gesù non ci ha affidato la sua missione e poi ci ha abbandonato, ma ci ha assicurato la sua presenza.
“Io sono con voi tutti i giorni fino alla fine del mondo” (Mt 28, 20).
È vero che Gesù è andato in cielo, però è rimasto sulla terra ed è con me tutti i giorni, tutte le ore, tutti i momenti, tutti i secondi. Mi dice: Vai e insegna; ma mi dice anche: Io sarò con te.
Com’è consolante questo, e quanta fiducia, quanta serenità porta nel nostro animo.
I bambini piccoli stanno sempre con la mamma; tutte le cose le fanno sempre con la mamma, e se fanno qualche cosa da soli, subito guardano la mamma e il papà, perché vogliono avere la certezza che papà e mamma sono con loro, e sono tranquilli, sereni, fiduciosi. Io vedo i bambini dell’asilo, stanno con la maestra, ma non appena arriva la mamma la maestra è finita, corrono appresso a lei; in lei ripongono tutto. Andare altrove, ma avere la certezza che la mamma è con loro, porta la serenità, non hanno problemi; invece quando vengono a sapere che la mamma non c’è, non verrà, sono inconsolabili, piangono continuamente.
Gesù invece ci assicura la sua presenza tutti i giorni, fino alla fine del mondo. Potreste dirmi: Padre, io Gesù non lo vedo e non lo sento, non l’ascolto!
Gesù comunemente, nella nostra vita, tiene l’atteggiamento che ha avuto con i discepoli di Emmaus, cioè è stato tutta una giornata a camminare e a ragionare con loro senza che loro se ne accorgessero; poi per un minuto si è fatto riconoscere. Hanno avuto tanta gioia nel sapere che era lui; ma è andato via, perché non è questa la nostra vita definitiva, ma è quella. È chiaro che qui si cammina nella fede.
Bisogna credere che Gesù è con noi, ma non si vede, non si sente, non si tocca. La Madonna è stata beata perché ha creduto a tutte le cose che le sono state dette.
Credere sapete che significa? Non vedere, non capire; altrimenti non è fede.
Credo che Gesù è con me, ma dove sta questo Gesù? Nel tabernacolo! Apriamo il tabernacolo e che cosa vediamo? Una pisside. Scopriamo la pisside, che cosa vediamo? Pane. Là c’è Gesù in corpo, sangue, anima e divinità. Vogliamo assaggiarlo? Gustiamo il pane, tocchiamo il pane.
Credo che Gesù c’è, ma non lo vedo, non lo tocco, non lo sento, non lo gusto.
 CONCLUSIONE
Dobbiamo vivere nella fede, ed è bello sapere che Lui c’è.
Questa meditazione sia di consolazione per noi. Gesù sta in cielo, ma non se n’è andato, è rimasto con noi. È andato lì per fare tutto quello che ha fatto, ma ci ha affidato una missione e questa missione la dobbiamo compiere. Quando avremo compiuto questa missione nel suo nome, ritorneremo ad occupare quel posto che già Gesù ci ha preparato.