Gv 1, 12-16 – Siamo figli di Dio

1da un’omelia di P. Francesco Chimienti O.M.

Martina Franca, 05.01.1997

 

 

IL DONO DELLA FIGLIOLANZA DIVINA

(Gv 1, 12-16)

 

  • Siamo figli di Dio

Il dono dei doni che Dio ha fatto a Maria SS. è la maternità divina. Da questo dono sono derivati a lei tutti gli altri doni.

Il dono dei doni che Dio ha fatto a noi è quello di diventare figli di Dio.

Dio ha dato alla Vergine, per mezzo del Figlio, la maternità divina. Ha dato a noi, per mezzo del Cristo, la figliolanza divina.

“A quanti lo hanno accolto, dice san Giovanni, il Cristo ha dato potere di diventare figli di Dio: a quelli che credono nel suo nome, i quali non da sangue, né da volere di carne, né da volere di uomo, ma da Dio sono stati generati” (Gv 1, 12-13).

Siamo diventati figli di Dio Padre per mezzo del Cristo. San Paolo, ripetendo e chiarendo lo stesso concetto dice che il Padre ci ha predestinati ad essere suoi figli adottivi per opera di Gesù Cristo. Questo è il dono dei doni, e di questo dono dobbiamo dire grazie a Dio.

Da questo dono sono derivati a noi tutti gli altri doni.

Gesù Cristo è figlio vero, ma naturale di Dio, generato dal Padre; è il Verbo per mezzo del quale sono state create tutte le cose e per mezzo del quale tutte le cose continuano ad esistere.

Il Padre, per mezzo di Gesù Cristo, ha generato anche noi e siamo figli suoi veri. Possiamo chiamare Dio non più Signore e Creatore, ma lo possiamo chiamare così come lo chiamava il Cristo: Abbà, Padre. Ecco perché Gesù ci ha consegnato la grande preghiera del “Padre Nostro”. Possiamo chiamarlo Padre, perché veramente è nostro padre e noi siamo suoi figli.

 

  • Siamo fratelli di Gesù Cristo

Se siamo figli, dice san Paolo, siamo fratelli di Gesù Cristo. Lui, figlio vero, noi figli veri; lui figlio naturale, noi figli adottivi. Come lui ha diritto all’eredità del Padre, che è il paradiso, anche noi abbiamo diritto all’eredità del Padre, che è il paradiso. Meglio di così non ci poteva accadere. Siamo coeredi.

San Paolo, per confermare che siamo figli veri ma adottivi, dice che siamo “predestinati”. Quindi, prima di essere concepiti e nati, eravamo già predestinati ad essere figli e a possedere il regno eterno, cioè il Paradiso. Questa è la ragione per cui la Chiesa ha condannato la concezione che alcuni uomini sono predestinati alla vita eterna e altri sono predestinati alla dannazione eterna. Invece ha proclamato come vera, fondata sulla S. Scrittura, la concezione che tutti gli uomini sono predestinati alla gloria eterna e, se ci saranno alcuni che andranno all’inferno, saranno solo coloro che vorranno andarci per forza. Ci andranno contro il volere del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo, i quali, quando vedranno che l’ultimo sforzo da loro fatto è risultato vano ed è venuta l’ora della morte, vedendo all’inferno questo loro figlio, piangeranno.

 

  • In noi circola la stessa vita del Cristo

“In lui era la vita” (Gv 1, 4). La vita è la grazia, che è la partecipazione della vita di Dio in noi.

Questa vita, questa grazia il Cristo ce l’ha data per mezzo del sacramento del battesimo.

Valorizzate il sacramento del battesimo! Siamo diventati figli di Dio, e Dio è diventato nostro Padre; siamo diventati fratelli di Gesù ed eredi del paradiso come erede del paradiso è il Figlio.

Il dono della grazia è un dono grandissimo, che il Cristo ci ha meritato.

Dice san Giovanni: “Il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi; e noi vedemmo la sua gloria, gloria come di unigenito dal Padre, pieno di grazia e di verità …Dalla sua pienezza noi tutti abbiamo ricevuto e grazia su grazia” (Gv 1, 14. 16).

Noi siamo più fortunati di Adamo ed Eva. Loro avevano ricevuto la grazia, ma una volta perduta non l’hanno potuta più riavere.

Noi col Battesimo riceviamo la grazia, cioè la vita di Dio in noi, la figliolanza divina e se la perdiamo, Gesù ci ha dato grazia su grazia, ci ha dato anche il sacramento della Penitenza, il sacramento dell’Eucaristia, il sacramento della Cresima, il sacramento del Matrimonio, il sacramento dell’Ordine Sacro, dell’Unzione degli infermi. Cioè anche se veniamo a perdere la grazia della figliolanza possiamo sempre, in virtù della morte e risurrezione di Cristo, riaverla.

Se mi permettete l’espressione dialettale: ci ha “abbuffati” di grazia, per cui sarebbe un guaio se noi la rifiutassimo.

Adesso potete capire le parole di san Paolo: “Possa egli (il Padre della gloria) davvero illuminare gli occhi della vostra mente per farvi comprendere a quale speranza vi ha chiamati (la speranza della salvezza eterna), quale tesoro di gloria racchiude la sua eredità tra i santi (la gloria del paradiso)(Ef 1, 18).

E Gesù: “Padre, voglio che dove sono io siano anch’essi, perché vedano la gloria che tu mi hai dato fin dalla fondazione del mondo” (Gv 17, 24).

 

Conclusione

Dobbiamo andare orgogliosi di essere figli di Dio, e dobbiamo fare di tutto perché questa figliolanza rimanga integra fino alla morte dentro di noi. Ma dobbiamo anche proclamare agli altri che il dono dei doni che Dio ha dato agli uomini è quello di diventare figli di Dio, e che dobbiamo custodire questa figliolanza per mezzo della grazia e non perderla mai. Nel caso la perdessimo dobbiamo riacquistarla subito, perché non c’è dono più grande dell’essere figli di Dio. Questo ha predicato Gesù, questo hanno predicato gli apostoli, questo hanno creduto i cristiani dei primi secoli. San Gregorio Magno, che è del 500, diceva:- Figli miei, considerate la dignità di essere figli di Dio!