Tu hai cura di me, mi ami! – Eb 12, 5-13 – Lc 13, 22-30

Lc 13, 22-30 – Chi si salverà

Lc 13, 22-30 – Chi si salva

Lc 13, 22-30 – Il regno di Dio non è questione di cibo

Lc 13, 27- Guai a voi operatori di iniquità

da un’omelia di P. Francesco Chimienti O.m.

Oria, 24.8.80

 

la correzione

(Eb 12, 5-13)

 

 

 

 “Figlio mio, non disprezzare la correzione del Signore e non ti perdere d’animo perché il Signore corregge colui che ama e sferza chiunque riconosce come figlio!” (Eb 12, 6).

Prima di parlare dell’atteggiamento di Dio, che è un atteggiamento di amore verso ogni creatura, che è suo figlio, vorrei parlare dei due atteggiamenti dell’uomo dinanzi all’intervento di Dio che corregge.

Dice l’autore della lettera agli Ebrei – e questo è il pensiero di Dio – che sono due gli atteggiamenti dell’uomo dinanzi alla correzione divina: il disprezzo della correzione e lo scoraggiamento.

 

  1. Il disprezzo

          L’uomo non considera l’intervento di Dio come un atto di bontà, ma come un atto di intromissione a sproposito da parte di Dio nelle vicende della propria vita, e allora nasce il disprezzo di Dio. Liberamente l’uomo, figlio di Dio, sceglie una strada diversa da quella che Dio ha tracciato per la sua salvezza e, poiché Dio vuole salvare il suo figlio, con un atto di bontà interviene ostacolando questo suo cammino per costringerlo ad aprire gli occhi e a tornare indietro. Allora poiché i nostri programmi o i castelli in aria che ci siamo costruiti crollano, non si guarda più Dio, ma lo si disprezza. Però sappiate che Dio, quando interviene nelle vicende dell’anima nostra, interviene per amore. Credete all’amore! Chi assume l’atteggiamento del disprezzo non crede all’amore.

 In questi giorni certamente il Signore non vi ha lasciate tranquille, ma sta agendo nel vostro cuore attraverso la meditazione, attraverso la riflessione, attraverso la parola del Padre, attraverso la preghiera, attraverso l’insonnia. Sapete perché il Signore sta operando nel vostro cuore? Perché vi ama! Sapete che cosa sta facendo? Sta annullando tutti i programmi che voi avete fatto. State attente a non disprezzare questa azione di amore di Dio.

 

 

  1. Lo scoraggiamento

          Il secondo atteggiamento, dinanzi alla correzione del Signore, è perdersi d’animo, cioè scoraggiarsi. Lo scoraggiato dice: “Non ce la faccio! Non è per me, ho tentato altre volte e non ci sono riuscito!”. Allora nasce lo scoraggiamento, perché tra l’eseguire il progetto di non poter percorrere la strada di Dio e l’eseguire il mio progetto, vedo di non poter percorrere la strada di Dio, ma di riuscire a percorrere la strada che dico io, per cui dico: “La tua strada, Signore, non sono capace di percorrerla, ma la mia strada invece è buona, perché vedo che la posso percorrere, la so percorrere, perché è conforme alle mie idee”.

 

  1. Il Signore corregge colui che ama e sferza chi riconosce come figlio

 Dovete sapere che nella via della santità, nella via della perfezione, nella via dell’amore, non sono le forze umane che contano; infatti nessuno di noi è capace di diventare santo. Avete sentito come ha risposto Gesù alla domanda: “Signore, sono pochi quelli che si salvano?”. Egli non ha risposto dicendo che sono pochi o sono molti, ma ha detto soltanto: “Sforzatevi di entrare per la porta stretta!”. La via che il Signore presenta non è una via larga, né in discesa, né coperta di rose, ma è una via stretta e la porta che fa entrare in questa via è anche stretta. Infatti il Signore dice: “Sforzatevi di entrare!”. Io traduco queste parole, in questo modo: Affrontate la mortificazione, affrontate la penitenza, cioè dimagrite, perché la porta è stretta e noi siamo grassi. Per entrare per questa porta stretta dobbiamo fare la cura dimagrante che consiste, come ha detto Gesù, nel rinunciare a se stessi, nel prendere la propria croce, nel fare penitenza.

La strada che il Signore ci presenta non è una strada facile, l’ha detto lui per primo e io ve lo ripeto, ma è una strada stretta. Sapete che cosa significa che la strada è stretta?, e che la porta è stretta? Che a nessuno piace entrare, né a me, né a voi. Non dovete credere che a me piace camminare per la strada del Signore! Non piace a nessuno, perché comporta sacrifici, rinunce.

 Il rinnegamento di se stessi è la prima condizione che Gesù mette per la sua sequela! Però, giustamente dice la S. Scrittura: se accetterete la strada di Dio e non la vostra, sappiate prima di tutto che l’intervento di Dio è un atto di amore nei vostri riguardi e che Dio sferza chiunque riconosce come figlio. Abbiate questa fede e dite: Il Signore mi ama, anche se mi sta sferzando, perché mi riconosce come figlio.

Dice giustamente il Signore: la correzione sul momento produce tristezza, sofferenza, però dopo produce gioia, pace, giustizia.

  

         conclusione

          Volete un mio consiglio? Accettate la correzione di Dio come un intervento di amore nella vostra vita. è un intervento diretto che Dio fa per modificare certe nostre convinzioni che sono nel mondo e che devono essere eliminate dinanzi alle convinzioni della fede.

Penitenza significa pure cambiamento di mentalità; fate questa penitenza che consiste nel rifiutare le considerazioni del mondo, le massime del mondo e nell’accettare il pensiero di Dio.