San Francesco di Sales

da un’omelia di P. Francesco Chimienti O.M.

Taranto, 24.01.1979

SAN FRANCESCO DI SALES

 

  1. San Francesco di Sales è un convertito

 San Francesco di Sales, Vescovo e Dottore della Chiesa, lo festeggiamo in modo particolare noi Minimi, perché è il patrono del Terz’Ordine dei Minimi. Di lui che cosa vi posso dire? È un convertito innanzitutto, un uomo che ha vissuto una vita lontana da Dio. Poi, vinto dalla grazia, si è donato a Dio. Conversione che lo ha portato alla santità. Ecco perché non dobbiamo mai scoraggiarci dinanzi alla nostra vita che forse è stata una vita lontana da Dio, perché in qualsiasi momento possiamo accettare la grazia di Dio, convertirci, dare la sterzata e incominciare un’altra vita. Dio attende la nostra conversione fino all’ultimo istante della nostra vita. Ricordate il buon ladrone; Gesù lo attese sulla croce. Qualche minuto prima che morisse quell’uomo ha accettato la grazia di Dio e ha dato la sterzata alla sua vita. Ha accettato il programma di Dio, si è convertito e si è santificato. Non dovete mai scoraggiarvi né di voi, né di coloro che stanno vicino a voi. La misericordia di Dio è infinita; se non ha trionfato oggi, può trionfare domani. Dio attende tutta una vita per poter salvare un’anima.

San Francesco di Sales era un collerico. Madre natura gli aveva dato un carattere focoso; era un ribelle, uno che sapeva farsi giustizia con le sue mani; superbo! Alla scuola di Gesù è cambiato ed è diventato mansueto ed umile di cuore.

Quando Gesù avvicina un’anima la trasforma. Se vogliamo sapere se veramente la nostra vicinanza con Gesù è una vicinanza reale, dobbiamo vederlo dagli effetti. Se gli effetti sono sani e sono santi significa che la nostra vicinanza a Gesù ha portato il cambiamento. Se invece gli effetti non sono né sani né santi significa che è stata solo una vicinanza fisica ma non morale.

Quando noi facciamo la comunione siamo assimilati a Gesù, questa assimilazione è vera, reale o è fittizia? Se ci modifichiamo è reale. Se rimaniamo gli stessi, è fittizia. Io auguro a ciascuno di voi di fare come san Francesco di Sales, che è riuscito con la grazia di Dio a trasformare se stesso e a fare di sé un altro.

 

  1. San Francesco di Sales ha convertito la sua diocesi con la predicazione

 Nella sua diocesi c’era una eresia che aveva portato lontano da Dio, da Gesù e dalla Chiesa moltissime anime. San Francesco di Sales era convinto che per salvare le anime era necessaria la predicazione della Parola di Dio; perché questa predicazione avrebbe dato la fede, e la fede la salvezza. Non ha mai guardato il numero dei suoi uditori; non ha mai guardato l’età dei suoi uditori, o la loro intelligenza e la loro comprensione; ma ha fatto sempre da seminatore.

Di lui si racconta che da vescovo ha celebrato la Messa dinanzi ad una sola persona, e ha predicato come se dinanzi a sé avesse una chiesa piena di fedeli. Credeva alla salvezza delle anime operata dalla predicazione. E alla predicazione non ha mai rinunziato. Attraverso questa sua continua azione di fede è riuscito, dopo tanti anni, a convertire tutta la diocesi. Prima erano cinque che credevano e novantacinque che non credevano, alla fine novantacinque credevano e cinque non credevano.

Semina e non guardare il terreno che accoglie il seme. Il tuo compito è manifestare il messaggio di Dio agli uomini. Lascia fare a Dio quello che è di Dio e tu fai quello che è tuo. A te, ripetere il messaggio; a Dio, fecondare le anime. Diceva Paolo: Io ho piantato, Apollo – che è l’apostolo che è andato subito dopo di lui a Corinto – ha irrigato, ha innaffiato, ma chi ha dato la vitalità, l’incremento a questa pianta della fede, è stato Dio. Guai a me, se non credessi in questo Dio a cui tutto è possibile!

 

  1. San Francesco di Sales, figlio spirituale di Francesco di Paola

 A voi Terziari consegno l’ultimo pensiero. San Francesco di Sales è un grande santo, senza dubbio; ma tutti i Santi sono stati degli ammiratori e degli imitatori di altri Santi, o se volete dei patriarchi, cioè di coloro che sono stati destinati da Dio a tracciare nella Chiesa una strada che porti più facilmente alla meta, alla vetta della carità perfetta. Uno di questi Santi, insieme con san Domenico, con san Francesco d’Assisi, con san Benedetto, con sant’Antonio abate è san Francesco di Paola, un uomo che ha tracciato una strada per raggiungere più facilmente il paradiso. San Francesco di Sales si è innamorato di questa spiritualità, fatta di umiltà, di ubbidienza, di penitenza, fatta di preghiera, e pur essendo Vescovo domandò ed ottenne di essere Terziario, figlio di san Francesco di Paola.

Questo Santo lo innamorava. Quando andava nei suoi conventi e si prostrava dinanzi alla sua statua, rimaneva talmente immerso nella preghiera che non si distraeva nemmeno quando era circondato e toccato da una moltitudine di fedeli. La sua gioia di appartenere al Terz’Ordine dei Minimi era tale ed era tanta che tutte le volte che incontrava un Padre Minimo si toglieva il cingolo, il cordone che lui portava sotto le sue vesti di Vescovo, lo mostrava e diceva: “Anch’io sono figlio di san Francesco di Paola”.

Non si può imitare un Santo se non lo si ama, e lo si ama perdutamente, eroicamente. Facciamo parte di un esercito, l’esercito di Cristo Re, però questo esercito è formato di tanti drappelli. Il nostro drappello è guidato da questo capitano che è san Francesco di Paola ed ha una bandiera, la bandiera della carità. Tutti al servizio di Cristo Re, ma ognuno deve appartenere ad un drappello. Non invidiate gli altri drappelli, tutti serviamo lo stesso Re; ognuno ha il suo posto. Io amo il mio Ordine, ma ammiro e stimo tutti gli Ordini religiosi e in modo particolare gli Istituti Secolari, che sono l’ultima invenzione dello Spirito Santo. Negli Istituti Secolari le anime personalmente devono essere forgiate all’eroismo. Nessun superiore obbliga ad osservare la legge di Dio, ad amare Dio e il prossimo come Dio vuole. Ogni giorno devono esercitarsi nell’eroismo, ogni giorno possono non essere fedeli e ogni giorno sono fedeli.

Se qualcuno però mi dicesse: Padre, perché non lasciate l’Ordine dei Minimi e andate nel mondo e appartenete a un Istituto Secolare?, io risponderei: amo il mio abito, amo il mio san Francesco, amo il mio piccolo drappello che il Signore ha voluto nella Chiesa di Dio. Ammiro e stimo tutti, ma amo il mio drappello.

Stimate e amate questo Patriarca che avete scelto; ammirate pure tutti gli altri, ma siate coerenti nel posto che il Signore vi ha dato nell’esercito di Dio e siate soprattutto contenti di questo capitano che vi guida, e di questa spiritualità alla quale dovete attingere ogni giorno.

 

conclusione

 Francesco di Sales, pur essendo Vescovo, ripeto, mostrava il cordone ai frati e diceva: “Anche io sono figlio di san Francesco di Paola”. Orgoglioso lui e orgoglioso anche io di essere figlio di questo grande Santo; amatelo perché san Francesco mai si è fatto vincere in generosità. È una strada tracciata e collaudata; l’ha tracciata lui e l’ha percorsa lui, e percorrendola è arrivato in paradiso. Seguirla è più facile che attraversarla per primi. Sotto la protezione della Madonna del Miracolo e sotto la protezione di san Francesco di Paola e di san Francesco di Sales possiamo essere sicuri di avere, alla fine dei nostri giorni, il trionfo della nostra anima, il trionfo della misericordia divina.