L’Eucaristia è cibo dell’anima – Gv 6, -15

da un’omelia di P. Francesco Chimienti O.M.

Martina Franca, 28.07.1991

 

IL CRISTO NELL’EUCARISTIA SI FA CIBO PER NOI

(Gv 6, 1-15)

 

 

«Dove possiamo comprare il pane perché costoro abbiano da mangiare?».  (Gv 6, 6).

Gesù alza gli occhi e vede venire una grande folla. È chiaro che Gesù non vedeva solo cinquemila uomini, vedeva tutti gli uomini che sarebbero andati da lui, e si pose il problema: Chi darà loro da mangiare?

Gesù sapeva ciò che stava per fare, avrebbe moltiplicato il pane per saziare tutti. Egli però non pensava al pane che perisce, ma ad un altro pane, quello che non perisce, cioè alla sua Carne e al suo Sangue.

Nel miracolo della moltiplicazione dei pani dobbiamo vedere il miracolo dell’Eucaristia.

 

  1. Nell’Eucaristia il Cristo è veramente presente in Corpo, Sangue, Anima e Divinità

Dice il Concilio di Trento che il Cristo è presente veramente e realmente nell’Eucaristia, per cui non ci deve essere nessun dubbio da parte nostra; anzi dobbiamo vivificare questa fede ogni volta che andiamo in chiesa a fare la visita a Gesù Sacramentato.

Non si può fare la visita a Gesù Sacramentato se non si ha la convinzione che a due passi dalla nostra casa, forse a cento metri, a duecento metri o ad un chilometro, nell’Eucaristia c’è Gesù, lo stesso Gesù che sta in cielo alla destra del Padre, veramente e realmente nella sua umanità e nella sua divinità. Non lo vediamo, ma lo crediamo. Il nostro è un atto di fede. Se lo vedessimo saremmo nella visione e non ci sarebbe bisogno della fede, così come in cielo non c’è bisogno della fede.

Qui sulla terra il Cristo è nascosto dal velo del pane e dal velo del vino. Noi vediamo e tocchiamo con mano gli accidenti, cioè le specie del pane e del vino, perché il Cristo nell’Eucaristia sta come sostanza. E il miracolo consiste in questo: pur non essendoci la sostanza del pane, gli accidenti rimangono, mentre tutti gli accidenti devono stare nella loro sostanza. Al posto della sostanza del pane c’è il Corpo di Cristo vivo e vero, reale, non fittizio, vivo, non morto.

Il miracolo consiste nel fatto che gli accidenti rimangono senza la loro sostanza. Noi vediamo solo gli accidenti, cioè solo le apparenze del pane e del vino, ma in essi c’è il Cristo. È la fede che ce lo dice. Chi ha questa fede va a fare la visita a Gesù Sacramentato; chi non l’ha, oppure ha una fede debole a livello solo di intelletto, non va a fare la visita a Gesù Sacramentato.

Chi crede che nell’Eucaristia Gesù è presente, va a trovarlo, chi non lo crede presente, non va.

Chi crede che il Cristo nell’Eucaristia è presente a livello intellettuale, non si dà da fare, nemmeno con un piccolo sacrificio, per andare a trovare il suo Dio, che è quel Dio che sta in cielo, ma che sta anche sulla terra.

Dobbiamo fare la visita a Gesù Sacramentato, perché è un’esigenza di amore!

Andate da Gesù Sacramentato; non vi preoccupate della vostra aridità! Potete anche trovarvi dinanzi a lui nella condizione di non poter dire niente, però questa vostra presenza vi darà certamente il beneficio di imbevervi del Cristo.

Riempitevi di Dio, perché soltanto chi è pieno di Dio darà Dio; chi è pieno del Cristo darà il Cristo. Questo avviene andando alla sorgente. Nell’Eucaristia sta la sorgente, andateci, bevete e date, non abbiate paura della vostra aridità, del vostro non saper dire niente, perché è sufficiente la semplice vostra presenza, dinanzi a lui.

 

 

  1. Nell’Eucaristia Gesù si comunica, si dona all’uomo, affinché l’uomo si identifichi con lui

 Il Cristo si fa cibo perché l’uomo, immerso nella divinità, possa identificarsi al Cristo, possa avere gli stessi pensieri del Cristo, gli stessi desideri e possa vivere come lui ha detto e come lui ha fatto.

Vi dovete identificare al Cristo in tutti i suoi aspetti, dalla nascita fino alla morte in croce.

L’identificazione al Cristo del Minimo deve avvenire almeno su questi  cinque aspetti:

 

  1. Amare ciò che il Cristo amava.
  2. Detestare ciò che il Cristo detestava.
  3. Gioire della stessa gioia di cui gioiva il Cristo.
  4. Soffrire per le stesse cose per cui egli soffriva.
  5. Abbandonarsi al Cristo.

 

Come Minime, dalla Comunione dovete ricevere anche l’amore al silenzio e al nascondimento. Dovete amare il silenzio e il nascondimento così come li amava il Cristo.

Dovete detestare la vanagloria e il voler primeggiare, così come li ha detestati il Cristo, che ha detto: “Gli ultimi saranno i primi e i primi saranno gli ultimi”.

Non dovete compiere le vostre opere per essere viste, per essere lodate, per essere stimate dagli uomini (cfr. Mt 5, 1-2).

Dovete gioire come gioiva il Cristo, nell’avvicinare i bambini, che sono i suoi preferiti.

Dovete soffrire delle stesse sofferenze del Cristo. Egli soffriva per i peccati degli uomini; voi dovete soffrire per la conversione dei peccatori.

Infine dovete abbandonarvi al Cristo, facendo tutto ciò che egli faceva e nel modo in cui lo faceva.

Dovete fare le cose nel migliore dei modi e sempre per amore.

 

 

  1. Nell’Eucaristia Gesù sta nello stato di vittima: si offre continuamente al Padre per espiare i peccati del mondo

 

Quando fate la visita a Gesù Sacramentato dovete tenere presente che egli sta riparando ed espiando i vostri peccati.

Il Cristo nell’Eucaristia sta nello stato di vittima e continua a soffrire per i peccati degli uomini. Il suo venerdì santo non è ancora finito, continua nei secoli. Finirà soltanto quando l’ultimo uomo che sta sulla terra morrà, perché solo allora non ci sarà più bisogno dell’offerta del suo Corpo al Padre, in espiazione dei peccati degli uomini.

Se il Cristo sta soffrendo, uniamo la nostra sofferenza alla sua, nel nostro interesse. Noi abbiamo peccato e noi dobbiamo scontare; noi dobbiamo espiare i nostri peccati.

A questo interesse personale dovete aggiungere l’interesse di espiare i peccati dei vostri parenti, della vostra famiglia, dei vostri amici, dei vostri conoscenti, dei vostri nemici, di coloro che peccano, perché anche voi date l’occasione diretta o indiretta di peccare. Anche per loro dovete pregare e offrire la vostra vita. Infine dovete pregare e soffrire per i peccati di tutto il mondo, per la conversione dei peccatori.

 

 

 

            conclusione

 

Vivificate la vostra fede con la convinzione che il Cristo nell’Eucaristia è presente, si comunica ed espia. Il Cristo fa questo per la gloria del Padre e per la salvezza delle anime; ma noi dobbiamo essere altrettanto impegnati a glorificare il Padre e a salvare noi e i nostri fratelli.

Beati voi, se vivrete di questa fede! Riceverete tanti benefici, che si riverseranno non solo sulla vostra anima, ma anche su tutti coloro che vi avvicineranno, i quali sentiranno il beneficio della pienezza del Cristo nell’anima vostra.

Andate per le vie del mondo, ma comunicate quel Cristo di cui siete piene. Guai se foste vuote del Cristo, dareste voi stesse e, con voi stesse dareste i vostri limiti e il vostro peccato. Invece se siete piene di Cristo darete l’infinità di Dio, la grandezza di Dio, la bellezza di Dio e i benefici di Dio.

Siate portatrici di Cristo, così come la Madonna della Bona Nova continua ad essere la portatrice di Cristo per le vie del mondo. Sappiate che quando avete dato il Cristo, avete dato tutto.

L’uomo ha bisogno di Dio. Poiché siete uomini, anche voi avete bisogno di Dio. Poiché i nostri fratelli sono uomini, anch’essi hanno bisogno di Dio.

Dice la S. Scrittura: Beati coloro che hanno sete e fame di questo pane, perché saranno saziati. Abbiate sempre di questa fame e di questa sete, perché sarete saziati dal Corpo e dal Sangue di Cristo.