La ricetta della felicità – Mt 6 34

Da uun’omelia di P. Francesco Chimienti O.M

La ricetta della felicità

Gesù voleva che noi, su oi figli, fossimo felici, per cui ci ha dato la ricetta della felicità: “Non affannatevi per il domani, perché il domani avrà già le sue inquietudini. A ciascun giorno basta la sua pena” (Mt 6, 34). Ogni uomo sulla terra tiene la sua croce, una, ed è quell a di oggi. A ciascun giorno basta la sua pena, quindi ognuno di noi tiene la sua pena. Volete o non volete, io e voi abbiamo la nostra pena. Gesù ha detto: chi vuole venire dietro di me prenda la sua croce, la sua pena, il suo dolore di ogni giorno e mi se gua. Ad ogni giorno c’è la sua pena, quindi Gesù non ci ha ingannati, non ha detto: io oggi non vi do la croce; non l’ha detto, anzi ha detto: prendetela e venite appresso a me. Sappiate però che l’uomo è fatto d’intelligenza e ha il pensiero. Nella testa a. ha tre pensieri: il passato, il presente, il futuro. Il passato L’uomo vorrebbe che la vita che ha vissuto nel passato, a 20 anni, a 30, a 40, a 50 anni non l’avesse vissuta così come l’ha vissuta. Vi porto un esempio: io mi sono sposato e ho preso quest a moglie; vorrei non aver sposato questa moglie! Ditemelo voi, si può fare questo? No. Porto un altro esempio: vorrei non aver scelto il mestiere di contadino, avrei voluto essere avvocato. Ma ora sei contadino, non sei avvocato, è inutile che ti lambicchi il cervello, che ti rodi la mente. Ah, se avessi saputo avrei fatto il sacerdote come P. Chimienti! Ora che cosa sei, padre di famiglia? E fai il padre di famiglia. Quante croci si mette sulle spalle questo uomo? Si mette due croci: una è quella di oggi, che gli ha mandato il Cristo e non gliela toglie, l’altra se la prende lui, perché sta pensando al passato. Se stai pensando al passato, il passato diventa croce. Ma quella croce te la prendi tu, non te l’ha data il Cristo, perché l’acqua passata non macin a più, se n’è andata a mare. Quegli anni della vostra vita ormai sono stati vissuti. Abbiamo sbagliato, ma il Cristo è venuto con la sua misericordia e ci ha perdonati. È inutile adesso stare a pensare: Perché ho fatto quella sciocchezza? Perché mi sono fa tto sacerdote, non potevo essere padre di famiglia? Perché mi sono fatto padre di famiglia? Perché sono contadino? Perché sono maestro? Perché sono avvocato? Perché ho avuto quattro figli, non erano meglio due? E perché ho avuto due figli, non erano meglio quattro? Acqua passata non macina più! Chi pensa al passato si prende la seconda croce, perché la croce di oggi, più la croce di ieri diventano due croci. E sono più pesanti. b. Il futuro Noi uomini siamo preoccupati del futuro. Quando avrò ottant’anni, che cosa mi succederà? Adesso i figli stanno crescendo, e quando li avrò cresciuti e si saranno sposati mi guarderanno in faccia, o mi cacceranno di casa? E se questi soldi che tengo me li vengono a rubare? E se si incendia la casa? Il futuro sta nelle vostre mani? No, e allora è inutile preoccuparsi. Il futuro è nelle mani di Dio.

T re giorni fa il dottore che è morto ieri poteva pensare che, andando a gioire col suo collega per il matrimonio conseguito, mettendosi in macchina sarebbe morto? Diciamoci la veri tà: che ne sappiamo quando morremo? Dove sta scritto che devo vivere 80 anni e che i miei figli mi devono tenere a casa loro? Non posso morire adesso uscendo dalla chiesa? Chi vi dice che morrete col cancro o con l’infarto? Il futuro è nelle mani di Dio. L asciamo fare a Dio quello che è di Dio e lasciamo fare agli uomini quello che è degli uomini. Non affannatevi del domani. Non vi preoccupate! c. Il presente Di che cosa ci dobbiamo preoccupare? Del presente. Perché dice Gesù: è inutile che vi preoccupate del futuro, perché il domani avrà la sua pena, avrà la sua croce. Altrimenti che cosa succede? La croce di oggi ce l’ho, la croce di ieri me la prendo io e me la metto addosso, la croce di domani, che non esiste, me la creo con la mia fantasia e fanno tre. Ci nque più cinque, dieci, più cinque, quindici! Siete capaci di portare quindici chili al giorno? Poi ve la prendete con Gesù Cristo: È assai! Assai! Assai! La croce di ieri ce l’hai? E quella di domani ce l’hai? Sì. Te le sei prese tu. Non sono le croci che solo la croce di oggi. ti ha dato Gesù, il Cristo ti ha dato Gesù, poiché queste cose le sapeva, ci ha detto: a ciascun giorno basta il suo affanno.

CONCLUSIONE

Vi do la ricetta della felicità: sarete lieti, felici prendete soltanto la croce di oggi come lo sono io che non ho nessuna croce. È e così leggera la mia croce. La vostra è pesante! Voi dite: ma a voi non fa male la gamba? Adesso cammino e basta, quando si bloccherà mi fermerò. Ma chi mi dice che domani non camminerò? Chi mi dice che domani per derò la vista? Chi mi dice che domani sarò in un letto e farò tutto nel letto? Chi me lo dice? Nessuno. Adesso posso fare tutte queste cose? Sì. Grazie, Signore! Basta ad ogni giorno la sua pena. Non affannatevi per il domani, perché il domani avrà, se il Signore ci dà vita, le sue pene, ma non quelle di oggi. Prendete la croce di ogni giorno, baciatela, offritela al Signore e portatela allegramente, perché è leggera; ma guardatevi bene dal prendere la croce di ieri e di domani, perché unite a quella di ogg i diventano pesantissime e non si è capaci di portarle.