Incontro a Te, Signore mio – Gv 1, 1-6. 19-28

Gv 1,6-8.19-28 – Prepariamoci all’incontro con Dio

da un’omelia di P. Francesco Chimienti O.M.

Martina Franca, 15.12.1996

 

STATE SEMPRE LIETI; PREGATE INCESSANTEMENTE,

 IN OGNI COSA RENDETE GRAZIE

(1 Ts 5, 16-18)

 

 

Oggi, 15 dicembre 1996, stiamo celebrando la terza domenica di Avvento che si chiama “domenica laetare”, cioè la domenica della gioia, perché siamo vicinissimi al Natale. Con gioia vi faccio delle riflessioni sulla parola di Dio, tratte dalla prima lettera ai Tessalonicesi.

San Paolo dice: “Questa è la volontà di Dio, in Cristo Gesù verso di voi: State sempre lieti, pregate incessantemente, in ogni cosa rendete grazie” (1 Ts 5, 16-18).

Vi consegno queste tre frasi come volontà di Dio.

 

  1. State sempre lieti

 

Sottolineo l’avverbio sempre! Non deve esistere un giorno, un’ora, un minuto in cui non dobbiamo essere lieti! Dobbiamo essere lieti nella vita e nella morte, lieti nella gioia e nel dolore, lieti quando le cose vanno bene e quando le cose vanno male; sempre.

Qual è il motivo della nostra letizia? Vi do soltanto due ragioni:

         La prima ragione è sapere che la grazia di Dio è in noi. Se non avete la grazia di Dio, non potete essere lieti. La grazia di Dio è il dono dei doni.

La Minima è sempre lieta, è sempre serena anche nelle avversità, perché tutto le possono togliere, ma mai il gaudio indicibile della presenza di Dio nel suo cuore. Tutto ci possono togliere, ma nessuno mai ci potrà togliere la grazia di Dio; ce la possiamo togliere noi da soli, ma non ve l’auguro! Ce la possiamo togliere con un atto di ribellione al Signore, non osservando i dieci comandamenti.

         La seconda ragione per cui dobbiamo essere sempre lieti è compiere la volontà di Dio, attraverso il compimento del nostro dovere, attraverso l’esercizio del nostro carisma, che è il fine per cui Dio ci ha creati. Ci sono doveri professionali, doveri di famiglia, doveri di consacrati, doveri di apostoli, doveri di cristiani e doveri di cittadini. Quando avete compiuto il vostro dovere,
potete dire:- Ho compiuto il mio dovere, ciò che a Dio dovevo dare l’ho dato, ciò che agli uomini dovevo dare l’ho dato, per cui sono lieta! Siate sempre liete di aver compiuto un servizio a Dio e un servizio ai fratelli.

Dice il profeta Isaia: “Io gioisco pienamente nel Signore, la mia anima esulta nel mio Dio, perché mi ha rivestito delle vesti della salvezza, e mi ha avvolto con il manto della giustizia, come uno sposo che si cinge il diadema e come una sposa che si adorna di gioielli” (Is 61, 10).

Dobbiamo essere sempre lieti, perché con la grazia mi salvo, e col compimento del mio dovere mi santifico. Sono certo di salvarmi e sono certo di santificarmi!

Dinanzi a queste verità la Madonna dice: “L’anima mia magnifica il Signore e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore” (Lc 1, 46-47).

         Di Gesù nel vangelo leggiamo che “esultò nello Spirito Santo e disse: «Io ti rendo lode, Padre, Signore del cielo e della terra, che hai nascosto queste cose (la salvezza e la santificazione) ai dotti e ai sapienti e le hai rivelate ai piccoli»” (Lc 10, 21).

         Siate sempre liete! Nessuno vi potrà togliere questa serenità! Ricordatevi che lo stesso Gesù sulla croce, anche nella sua tremenda sofferenza, nella profondità del suo cuore era lieto e sereno, perché sapeva di compiere la volontà di Dio.

La serenità e la letizia derivano dalla consapevolezza di compiere la volontà di Dio. Gesù era lieto e sereno, perché compiva la volontà di Dio e perché salvava finalmente e definitivamente l’umanità intera: gli uomini che furono, che sono e che saranno.

 

  1. Pregate incessantemente

 

Dovete pregare sempre. Gesù ha detto: “Pregate sempre, senza stancarvi mai” (cfr. Lc 18, 1).

Pregate incessantemente! C’è la preghiera propriamente detta e la preghiera fatta di rettitudine di intenzione, di giaculatorie e di uniformità della nostra volontà a quella di Dio. Vi consiglio di rinnovare spesso, durante la giornata, la rettitudine d’intenzione.

Io vi ho consegnato cinque verbi, che la Minima ogni giorno coniuga. Essi sono: soffrire, accettare, offrire, pregare, amare.

Da quando ci alziamo fino a quando andiamo a letto, si soffre sempre. Dunque la Minima soffre, accetta la sofferenza, la offre e prega. Infatti ogni sua azione deve essere preceduta, accompagnata e seguita dalla preghiera. Infine ama.

Questi atti dimostrano il nostro amore genuino verso Dio e verso il prossimo.

         Oltre alla rettitudine di intenzione, vi consiglio di dire, ad ogni azione: Signore, te la offro per questo motivo o per quest’altro motivo. Per esempio, te la offro per riparare, per impetrare, per implorare, ecc.

Offrite sempre le vostre azioni al Signore. Più rinnovate la rettitudine d’intenzione, meglio è.

         Un’altra forma di preghiera efficacissima è quella delle giaculatorie. Sappiate esprimere i vostri sentimenti, volta per volta, ora per ora, quarto d’ora per quarto d’ora, azione per azione, con le giaculatorie. Sappiate dire:- Signore, ti amo! Ti voglio bene! Sia fatta la tua volontà! Grazie di tutto quello che mi fai! Abbi pietà di me! Abbi misericordia! Salvalo! Salvami! Salvaci!

Sappiate dire queste parole, che devono essere l’espressione dei sentimenti che scaturiscono dall’azione umana che state compiendo e che con la rettitudine d’intenzione diventa divina.

 

  1. In ogni cosa rendete grazie

 

Vi dovete abituare a ringraziare. Dovete arrivare a raggiungere questa meta che ci indica san Paolo: per ogni cosa saper dire: Grazie!

Vi alzate; dite: grazie! Andate a letto, grazie! Vi mettete le scarpe, grazie! Camminate, grazie!

Io lo faccio ora in modo particolare, perché non so se le mie gambe mi funzioneranno o meno, e allora, come muovo i primi passi, dico: grazie! Prendo la tazza di caffè e dico: grazie! Vado, grazie! Mi seggo, grazie! Mi alzo, grazie! Scendo giù e non cado, grazie! Entro in macchina, grazie! Esco dalla macchina, grazie! Vedo un bel panorama, grazie! Sento il vento, grazie! La pioggia, grazie! La grandine, grazie! La neve, grazie!

In ogni cosa rendete grazie a Dio e, se siete intelligenti, della intelligenza spirituale di cui parla san Paolo, troverete sempre un motivo per rendere grazie. Abituatevi a dire la semplice parola: Grazie!

Dice san Paolo: “In ogni cosa rendete grazie” (1 Ts 5, 18).

 

Dopo aver ricevuto un dono di Dio, dobbiamo dire grazie. Tutto è dono di Dio: la vita e la morte, la salute e l’infermità, il lavoro e la disoccupazione. Tutto è grazia di Dio: il camminare e il fermarsi, il soffrire e il gioire.

 

 

         CONCLUSIONE

 

Ogni bene viene da Dio, quindi è grazia di Dio. Se vi fermate, troverete sempre un motivo per dire con convinzione grazie a Dio. Tutta la vita della Minima deve essere una Messa, perché la messa è un’azione di grazie.

Quando recitate la Liturgia delle Ore, metteteci l’intenzione del ringraziamento, perché la Liturgia delle Ore è una preghiera di ringraziamento. La Messa è una preghiera di ringraziamento, la più grande e la più bella.

Sappiate dire grazie soprattutto per questi due doni che il Signore vi ha dato: la grazia di Dio e la consacrazione con la quale vi ha chiamate alla santità. Sono questi i due motivi di cui parla il profeta Isaia quando dice: “Mi hai avvolto con il manto della giustizia, come uno sposo che si cinge il diadema e come una sposa che si adorna di gioielli” (Is 61, 10).