e Tu usi solo Misericordia… – Mic 7, 14-20

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Mic 7, 14-20 – Dio si compiace di usare misericordia

Mic 7, 18-20 – Dio usa la sua misericordia con chi riconosce il peccato e chiede perdono

Lc 15, 11-32 – Il figliol prodigo

Lc 15, 1-3,11-32 – Il figliol prodigo

Lc 15,1-3.11-32 – Riconoscersi peccatore e chiedere perdono a Dio

da un’omelia di P. Francesco Chimienti O.M.

Martina Franca 24.07.1990

LA MISERICORDIA DI DIO 

(Mic 7, 18-20)

“Qual dio è come te, che toglie l’iniquità e perdona il peccato al resto della sua eredità; che non serba per sempre l’ira, ma si compiace d’usar misericordia? Egli tornerà ad avere pietà di noi, calpesterà le nostre colpe. Tu getterai in fondo al mare tutti i nostri peccati. Conserverai a Giacobbe la tua fedeltà, ad Abramo la tua benevolenza, come hai giurato ai nostri padri fino dai tempi antichi” (Mic 7, 18-20).

I. L’atteggiamento di Dio verso il peccatore pentito

Io mi commuovo sempre per l’atteggiamento di Dio nei miei riguardi, soprattutto perché vedo che ogni giorno pecco, sono peccatore ed ho bisogno della sua misericordia. So che non posso entrare in cielo sporco, ma pulito, ma ogni giorno noto che l’anima innocente e immacolata non esiste, non c’è e allora mi commuovo per l’atteggiamento di Dio nei miei riguardi:

  • Toglie il peccato e perdona

Mi toglie la colpa. La colpa commessa non l’ho più, e poi mi perdona. Fin da questo momento mi fa entrare nella sua amicizia come prima.

Questo è il perdono: entrare nell’amicizia di Dio. È sufficiente dire: Ho peccato contro il cielo e contro di te, non sono degno di essere chiamato tuo figlio, trattami come uno dei tuoi servi! Ma il Signore non mi tratta come uno dei suoi servi, perdona il mio peccato ed io ritorno ad essere suo figlio.

  • Non serba per sempre l’ira

Dio è irato contro di me fino a quando non gli chiedo perdono. Quindi la sua ira è legata fino al riconoscimento della mia colpa e all’atto di umiltà che devo fare nei suoi riguardi.

“Ho peccato contro il cielo e contro di te”, riconosco la mia colpa; e poi confessare la colpa: Ho peccato, non sono degno. Da quell’istante Dio non serba più l’ira. Mentre se fosse un uomo, e non Dio, l’ira l’avrebbe conservata anche dopo che io avessi riconosciuto la mia colpa e accusato il mio peccato.

Di questi esempi ne abbiamo anche in famiglia: i nostri genitori non arrivano dove arriva Dio. Quando si commettono delle colpe molto gravi loro serbano per sempre l’ira e la conservano anche dopo il riconoscimento del proprio peccato.

  • Si compiace di usare misericordia

Io mi commuovo perché so che Dio mi toglie il peccato e mi perdona, cioè ritorno ad essere suo figlio. So che l’ira di Dio finisce non appena io riconosco il mio peccato.

La misericordia non è l’amore che perdona, è molto di più dell’amore che perdona. La misericordia è l’amore di Dio che continua ad essere amore, nonostante che io sia nello stato di inimicizia, nello stato di peccato. È molto di più dell’amore che perdona.

L’amore che perdona è l’amore di Dio verso il figlio che riconosce la sua colpa; ma la misericordia è l’amore di Dio verso colui che non riconosce la sua colpa. Quindi continua ad amarlo, a fargli del bene, a riempirlo di grazia nonostante che sia in contrasto con lui. Ecco la ragione per cui vi ho detto che Dio non punisce il peccatore.

Chiesero a Gesù: Chi ha peccato lui o i suoi genitori? Non ha peccato né lui né i suoi genitori. Mentre avevano peccato! Quale uomo è giusto dinanzi a Dio? Avevano peccato sia il cieco nato, sia i suoi genitori, ma Gesù ha voluto dire che la cecità non è effetto del peccato, di un peccato che loro avevano commesso. Purtroppo è effetto di quella legge di natura che Dio ha dato e che l’uomo ha trasgredito. È chiaro che chi ci capita sotto piange, ma non come conseguenza del peccato.

Pecchi, dunque sei punito! Non esiste questo, Dio continua a beneficarci. 

Questa è la misericordia: sapere che io continuo a essere figlio nonostante che sto pascolando i porci e sto mangiando le ghiande che mangiano i porci, nonostante che sto dissipando tutte le sostanze che il Padre mio mi ha dato con compagnie equivoche e con le donne. Nel suo cuore di Padre c’è lo stesso amore verso di me che sto pascolando i porci che verso quel figlio che sta in casa e che può disporre di tutte le sostanze del Padre.

  • Tornerà ad avere pietà

Questa mattina ciò che più mi ha colpito è la certezza che Dio non cambierà atteggiamento nel futuro. Perché è vero che ho peccato e ho riconosciuto la mia colpa; sono figlio di questo Padre perché ho riconosciuto la mia colpa; ma domani che sarà di me? 

Poiché sono peccatore la terra ha dato il suo frutto e la terra darà il suo frutto: continuerò a peccare. E Dio che cosa farà di me? 

C’è un proverbio che dice: “La prima volta ti perdono, la seconda ti condono, la terza ti bastono!”. Noi non arriviamo al di là di due volte. S. Pietro che fu generoso disse: Signore bastano sette volte? Era generosissimo. Se mio fratello pecca sette volte, io gli perdono sette volte, ma l’ottava volta devo pur far vedere il mio risentimento. Invece avere la certezza di questo atteggiamento di Dio nel futuro è una cosa che mi commuove molto più del perdono di Dio oggi.

  • Egli tornerà ad avere pietà di noi.

Se peccherò avrà pietà di me, mi perdonerà. Avere questa certezza è una cosa strabiliante, bellissima perché questa esperienza nelle nostre famiglie con papà e mamma non l’abbiamo mai, né la faremo. I nostri genitori, anche se ci vogliono tanto bene, non tornano ad             avere pietà di noi quando commettiamo certe sciocchezze   grosse, la seconda e la terza volta. Invece tutte le volte che io peccherò, lui tornerà ad avere pietà di me. Ho questa certezza: tornerà ad avere pietà di me.

  • Calpesterà le nostre colpe

Quindi sarà Dio l’artefice della distruzione delle nostre colpe, non sarò io ad allontanare da me il peccato, a distruggere il peccato in me, ma sarà lui. Ecco perché non entreremo in paradiso per le nostre opere buone, come voi avete creduto qualche volta, non entrerà nessuno in paradiso per le sue opere buone, ma per la infinita misericordia di Dio. Lui calpesterà le nostre colpe, le rifiuterà, le metterà sotto i suoi piedi.

  • Getterà in fondo al mare tutti i nostri peccati

Non solo distruggerà i peccati dentro di noi, ma non ricorderà più i peccati commessi. Il passato sarà come il presente. Avere questa certezza.

  • Conserverà la sua fedeltà

Mi commuove il pensiero che il Signore, nonostante il mio peccato, conserverà la sua fedeltà: ciò che ha detto manterrà.

Se io mi convertirò a lui, lui si convertirà a me. Quindi, se il peccato non esiste più, io divento figlio onorato. Il passato non conterà.

Lui ha detto:- Chi osserva la mia legge, io lo riempirò di benedizioni. Ebbene, nonostante che io ho peccato, basta che io ritorni a lui, e lui mi tratterà da figlio. Ecco l’atteggiamento del padre del figliuol prodigo. Dopo il riconoscimento del suo peccato il padre lo tratta come figlio.

II. Il peccato non è un ostacolo alla santità

  • Possiamo diventare santi nonostante il peccato

Il peccato, purché sia riconosciuto come peccato e sia deplorato come peccato, è cancellato e si può sempre riprendere la strada della santità. Il peccato non è un ostacolo alla via della santità, purché sia riconosciuto come tale e deplorato come tale. A Dio interessa la volontà dell’uomo, l’impegno dell’uomo, la sua conversione attuale. Ci è sempre vicino affinché oggi dica: Lascio il male e faccio il bene! Questa è la ragione perché l’ultimo istante della nostra vita sarà l’istante determinante della salvezza o della perdizione.

Beati coloro che si abituano oggi, mentre vivono la loro vita qui sulla terra, a deplorare il peccato, a riconoscere il peccato, a riparare il peccato, perché quegli atti che noi abbiamo compiuto durante la vita con facilità li compiremo nell’ultimo istante della nostra vita.

  • Oggi dobbiamo cambiare la nostra vita

Non pensate al cambiamento della vostra vita all’ultimo istante dell’esistenza; pensate al cambiamento della vita oggi, perché se lo farete oggi, lo farete anche domani e anche nell’ultimo momento; ma se non lo fate oggi, non lo farete nemmeno nell’ultimo momento perché l’ultimo momento non lo percepiremo come l’ultimo, ma lo percepiremo come la vita che continua e che ritornerà in noi nonostante il male.

Io ho assistito tanti moribondi; nessuno di loro ha avuto la percezione di morire, ma tutti si aggrappavano alla vita. La percezione l’avevo io che assistevo e vedevo che si spegnevano, ma loro questa percezione non l’avevano, avevano la percezione di continuare a vivere, che il Signore avrebbe concesso ancora una proroga alla loro esistenza sulla terra.

Questa è la ragione che: se abbiamo un momento per pentirci è il presente, non è il futuro. Il futuro è nelle mani di Dio, e lo sa e lo conosce come futuro, mentre il presente è nelle nostre mani e per noi sarà sempre un presente che si vive.

CONCLUSIONE

Io mi commuovo sempre a sapere che Dio mi perdona oggi; ma è ancor più commovente sapere che Dio mi perdonerà domani, per cui ho la certezza della mia salvezza per ciò che riguarda Dio.

Devo temere sempre la mia caparbietà, la mia cattiva volontà, ma non la misericordia di Dio. Ecco perché se volete diventare sante pensate a voi, non agli altri; pensate a voi, non a Dio, perché Dio ciò che deve fare lo sa fare, e come ha detto così farà. Mentre noi, ciò che dobbiamo fare non lo sappiamo fare e ciò che diciamo possiamo non farlo. C’è da guardare, come dice san Paolo, alla nostra salvezza con timore e tremore.

Non è per la infinita misericordia di Dio, ma è per la nostra cattiva volontà che possiamo perderci. Allora modifichiamoci oggi, per trovarci modificati domani; convertiamoci oggi, per trovarci convertiti domani; santifichiamoci oggi, per trovarci santificati domani.