Chi è il tuo dio? colui che possiede il tuo cuore – Es 20, 1-17 – Mt 13, 18-23

Es 20, 1-17 – Dio vuole il primato nell’anima tua

Mt 13, 18-23 I motivi della non produttività del seme della PdD

Mt 13, 18-23 – L’incostanza

 

da un’omelia di P. Francesco Chimienti O.M.

Martina Franca 24.07.1987

 

DIO VUOLE IL PRIMO POSTO

NELL’ESISTENZA DELL’UOMO

(Es 20, 1-6)

 

Mi fermo a fare qualche considerazione sulla prima lettura della S. Messa, tratta dal libro dell’Esodo, che mi dice che Dio vuole il primo posto nell’anima mia.

 

 

  1. Dio è il Signore

 “Io sono il Signore, tuo Dio… Io, il Signore, sono il tuo Dio” (Es 20, 2. 5)

Dobbiamo dire: Grazie, Signore, perché ci hai rivelato questo. Dovevamo arrivare a te con le nostre forze intellettuali; dovevamo, attraverso la nostra intelligenza e la nostra esperienza, affermare che tu sei il Creatore del cielo e della terra, il Signore del cielo e della terra e il nostro Dio, ma tu sei stato tanto buono che ce lo hai rivelato! Grazie!

Questo grazie scaturisce soprattutto dall’esperienza storica di popoli interi, che tutt’ora, e non soltanto nei secoli passati, non conoscono ancora la verità che il Dio vero è quel Dio che ha creato il cielo e la terra, di cui ora è il Signore.

Poiché il Signore è Dio, vuole che la creatura stia al suo posto di creatura, mentre Dio, che è tutto, stia al primo posto. Egli dice questo con tanta semplicità, tanto è vero che esclude tutte le altre creature: Non avrai, non adorerai né in terra, né sottoterra altre creature al di fuori di me: ci sono io e basta! (cfr. Es 20, 2-3).

Ripeto, diciamogli grazie, perché abbiamo avuto una rivelazione che ci ha tolto ogni dubbio.

 

2. “Io sono un Dio geloso, che dimostra il suo favore fino a mille generazioni, per quelli che mi amano e osservano i miei comandi” (Es 20, 6)

Il nostro Dio è un Dio che vuole il primo posto, infatti ci dice con chiarezza che se non glielo diamo, ci punisce; se glielo diamo, ci premia.

Questa è la storia del popolo d’Israele. Quando il popolo seguiva Dio, tutte le cose andavano bene, cioè era benedetto.

Sappiamo che durante la battaglia si fermò il sole, e Giosuè combattè e vinse. Quando Mosè alzava le mani verso il cielo, il Signore lo esaudiva, ma, non appena disubbidivano ai comandi del Signore arrivavano i serpenti, si spaccava la terra! Il popolo stette lontano dalla terra promessa per quarant’anni.

Questa è la storia del popolo d’Israele anche dopo aver raggiunto la Palestina. Quando si allontanava da Dio, i popoli vicini li sconfiggevano, il cielo si chiudeva e non c’era la pioggia, ma non appena si pentivano e ritornavano a Dio, immediatamente il Signore aveva compassione di loro e ritornava ad essere favorevole al suo popolo, per cui ogni cosa continuava ad andare per il suo verso. Questa è la storia d’Israele al tempo dei Giudici: se il popolo non osservava la legge era punito da Dio, se il popolo si pentiva, Dio ritornava a lui. Questa è la storia d’Israele  al tempo dei  Re; questa è la storia del popolo che segue Cristo; questa è la storia di Dio con qualsiasi creatura.

Prima della storia del mondo e della creazione dell’uomo, quando Dio presentò il suo progetto d’amore agli angeli, alcuni si ribellarono e Dio per loro creò l’inferno; gli angeli invece che accettarono il disegno divino, rimasero in cielo.

Questa è la nostra storia: Dio ci presenta un progetto, ci presenta una legge che dobbiamo osservare. Se l’osserviamo, avremo un premio; se non l’osserviamo, avremo un castigo. Non si sfugge! Guai se il malvagio avesse la stessa ricompensa del buono! Ci sarebbe confusione di ruoli. Chi fa il bene sarà premiato, chi fa il male sarà castigato.

 

  3. Dio è giusto giudice

In ogni momento della nostra giornata o pensiamo, o parliamo, o agiamo; sappiate però che non esiste un pensiero, una parola o un’azione dell’uomo che non sia giudicata da Dio e non sia soggetta o a un premio o a un castigo.

In ogni momento della giornata dobbiamo sempre fare una scelta: schierarci con Dio e avere un premio, o schierarci contro Dio e avere un castigo. Non si sfugge! Io dico sempre: o amiamo Dio per piacere, o lo amiamo per forza. Se lo amiamo per piacere, il nostro sarà amore puro; se lo amiamo per forza, sarà timore, ma in cielo ci sono tanti santi che ci sono andati anche per timore! Però se non lo amiamo o se non lo temiamo, il cielo non è per noi.

Voi, come catechiste, lo dovete ripetere ai vostri ragazzi, in quanto questo è l’autentico pensiero di Dio. Il Signore non è un Dio che non premia e non punisce, è un Dio giusto che dà il premio o la punizione. E sappiamo pure che, se il malvagio si converte, anche lui per i meriti infiniti del Cristo che ha pagato per i suoi peccati, andrà in paradiso. Ma giustizia vuole che la trasgressione della legge sia pagata.

Il Cristo misericordioso ha pagato e paga per il peccatore, ma non si entra in paradiso senza aver pagato.

Il profeta Isaia al capitolo 40 ricorda che quando il popolo d’Israele ha pagato con duecento anni di esilio il suo peccato, Dio lo ha chiamato dall’esilio nella sua patria, e come un buon pastore è andato con il suo popolo verso la Gerusalemme celeste ed ha portato con sé i premi.

Dice il Signore: Vi siete pentiti, siete ritornati a me e io ritorno a voi, ma, giustizia vuole che chi fa il bene deve godere e chi fa il male deve essere punito. Non si può mettere sullo stesso livello il buono e il cattivo, non si può dare la stessa ricompensa al buono e al cattivo.

Allora siamo degli interessati? Sì! Guai se l’uomo non fosse interessato. È Dio che ci ha creati così e così ci vuole. Dobbiamo essere degli interessati, ma interessati degli autentici valori, interessati con intelligenza. Poiché Dio è il primo, lo metto al primo posto; poiché le creature sono seconde, io le metto al secondo posto.

Se metterò Dio al primo posto, lo godrò per l’eternità. Dio non accetta che io metta le creature al primo posto e lui al secondo, perché è un Dio geloso. Sta al primo posto e vuole stare al primo posto. Guai a chi lo pospone, viene punito! Chi non lo pospone è premiato.

Se pecchiamo stiamo dalla parte dei malvagi, però possiamo sempre salvarci, se ci pentiamo, perché al posto nostro paga il Cristo e col riscatto del Cristo e la redenzione del Cristo, la salvezza è anche una realtà per i peccatori, che ritornano a Lui.

 

CONCLUSIONE

         “Io sono il Signore tuo Dio e non avrai altro Dio al di fuori di me”.

Mettiamo Dio al primo posto perché, quando avremo messo al suo posto Dio, tutte le altre cose si metteranno al loro posto.