Dalla bocca non esca parola cattiva – Mc 3,22-30

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Mc 3, 22-30 – Il Cristo è più forte del diavolo

da un’omelia di P. Francesco Chimienti O.M.

 

COME COMPORTARSI NELLA CALUNNIA

(Mc 3, 22-30)

  1. Gesù è stato calunniato

Il vangelo di oggi tratta di una calunnia verso Gesù: è ritenuto posseduto da Beelzebul. Anche a noi possono capitare le calunnie, che consistono nel dire una cosa per un’altra.

Gesù scacciava i demoni perché era il Figlio di Dio, invece gli scribi dicevano che li scacciava perché era il principe dei demoni; ma noi sappiamo che il demonio e l’acqua santa non possono andare insieme. Gesù Cristo e il demonio non possono andare d’accordo, la luce e le tenebre non possono andare d’accordo. Se c’è l’uno non c’è l’altro, se c’è l’altro non c’è l’uno, perché sono in opposizione.

  1. Come si è comportato Gesù nella calunnia

Il comportamento di Gesù deve convertirci, farci cambiare mentalità e migliorarci.

Devo fare il contrario di ciò che facevo prima. Devo guardare la mia vita nello specchio della parola di Dio per cambiare, per fare come Gesù ha fatto. Quando una persona mi calunniava, io mi arrabbiavo e non le parlavo più, non le rivolgevo più la parola; invece Gesù non ha fatto così: ha mandato a chiamare quelli che lo calunniavano e ha fatto loro un ragionamento, cioè ha dato loro la luce, li ha illuminati, perché non sempre coloro che ci calunniano, coloro che dicono una cosa per un’altra nei nostri riguardi, sono cattivi. Spesso dicono determinate cose, pensando di dire la verità.

Gesù ci dice: Se uno ti ha calunniato, può averlo fatto per due motivi: in buona fede, perché lui ha visto così e ha detto così; oppure in cattiva fede. Se è in buona fede e tu lo illumini, lui si ricrederà e ti dirà: Scusa, credevo che fosse come io ho detto, ho sbagliato e ti chiedo scusa. E così tutto finisce lì. Se invece è in cattiva fede, anche se avanzate dei ragionamenti e vi arrabbiate e gridate, non concluderete niente. Dovete solo sopportare la calunnia. Ciò vi sarà causa di sofferenza, di dolore, che bisogna accettare e sopportare, offrendolo a Dio, perché gli atti di calunnia, dinanzi a Dio, hanno un grandissimo valore, il valore della sofferenza.

Vale di più la lacrima di un viandante sulla terra, diceva P. Pio, anziché mille preghiere di un beato in cielo.

E allora che cosa fa Gesù di fronte alla calunnia? Manda a chiamare i suoi calunniatori e dice: Non è possibile che io sia il principe dei demoni, perché in una casa dove c’è una persona, se questa persona scaccia se stessa, quella casa non regge più!

Se in una casa infatti il marito si mette contro la moglie e la scaccia, non c’è più la famiglia. Se la moglie si mette contro il marito e lo scaccia, non c’è più la famiglia, perché ogni cosa, se è divisa, è distrutta.

Se il demonio scaccia il demonio, dice Gesù, dalla casa di un ossesso, significa che stanno l’uno contro l’altro, che si odiano, e se si odiano, il regno di satana è distrutto; ma satana non può distruggere se stesso. Se invece in una casa c’è una persona e viene un altro da fuori più forte di lui, questi entra nella casa, lotta con il padrone di casa, lo vince, lo lega e lo manda fuori.

Quindi Gesù scaccia il demonio dagli ossessi perché è più forte del demonio, l’ha legato e può fare del demonio ciò che vuole, perché è il Figlio di Dio.

In altri termini l’insegnamento di Gesù è questo: Quando una persona vi calunnia, bisogna chiamarla ed illuminarla; se è sincera, vi chiederà scusa, altrimenti non c’è niente da fare, dovete solo accettare quella calunnia così come l’ha accettata Gesù.

 

  1. Il peccato contro lo Spirito Santo

Gesù poi ci dice questa grande verità, che noi dobbiamo accettare: Quando uno si mette contro la verità, si mette contro lo Spirito Santo!

Il peccato di asserire la falsità, nonostante si sia convinti della verità, è un peccato contro lo Spirito Santo, che è Verità assoluta.

Questo peccato, ha detto Gesù, non sarà perdonato, non perché io non perdono, ma perché l’uomo non riconosce di aver sbagliato e non dice: Signore, perdonami! Infatti per avere il perdono di Dio bisogna dire: Signore, pietà! E per dire: Signore, pietà!, bisogna riconoscere di aver sbagliato.

Chi dice: ho sputato in faccia mia madre, e ben le sta!, quello non può essere perdonato, perché non riconosce di aver fatto male. Se invece dice: Mamma, è stato un momento di debolezza, scusami, perdonami!, Dio lo perdona, perché ha riconosciuto il suo torto.

Chi impugna la verità conosciuta pecca contro lo Spirito Santo ed è imperdonabile, perché non sta nelle condizioni di chiedere perdono e quindi non riceve il perdono.

Quando uno ha sbagliato, ma crede di aver agito nella verità, agisce in buona fede; ma quando un altro gli fa vedere che ha sbagliato, la prima cosa che deve fare è dire: Scusami, ho sbagliato! Allora nella verità stava prima e nella verità rimane dopo.

          conclusione

La parola che oggi vi volevo dire è questa: anche le calunnie non ci devono toccare; ma dobbiamo pensare all’altro che ci ha calunniato, per dargli una mano ed alzarlo; perché l’altro è caduto, non io!

Tu mi puoi calunniare, ma se io non ho fatto quello che tu dici, sono caduto io? No! Poiché tu hai detto male di me, sei caduto tu; e allora, come in ogni peccato anche in questo della calunnia bisogna guardare il fratello che ha peccato e che è degno di essere rialzato, per cui gli diamo una mano.

Poiché ha sbagliato nella valutazione di un fatto, io lo illumino; se è sincero, si ricrede, quindi mi dà la mano e io lo rialzo; se non è sincero, a terra stava e a terra rimane, ma non è mancato da parte mia l’atto di carità. C’è stata una mancanza da parte sua, perché non ha voluto ricevere la carità. Quindi io rimango sempre libero e santo dinanzi a Dio, mentre l’altro è doppiamente responsabile: sia perché ha commesso il male, sia perché ha rifiutato la grazia di Dio.

Fate così? Io, vi devo dire la verità, non facevo così; ma da stamattina farò così come ha detto Gesù.