Grazie, Signore! Grazie – 1Cor 1, 3-9

1Cor 1, 1-9 – I motivi del mio ringraziamento al Signore

Mt 24, 42-44 – La necessità di vivere la vita presente in attesa dell’incontro con il Signore

da un’omelia di P. Francesco Chimienti O.M.

Martina Franca, 28.8.1986

 

I motivi del ringraziamento al Signore

 

i motivi del ringraziamento

Faccio mie tutte le parole che ha detto S. Paolo nella prima lettura della Messa, proprio all’inizio della prima lettera ai Corinzi: “Ringrazio continuamene il mio Dio per voi”.

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  1. Perché siete i testimoni di Cristo (1 Cor 1, 6)

Di questo vado anche io orgoglioso, perché avete detto: Costi quel che costi, la parola che ho dato la manterrò. È vero, voi e io siamo deboli, qualche volta non abbiamo mantenuto la parola, però ultimamente siamo andati dal Signore e abbiamo detto:-  Signore, ho sbagliato, ho peccato, ti chiedo perdono, però intendo alzarmi e riprendere il cammino.

La parola di Dio l’abbiamo testimoniata in casa, in ufficio, sul lavoro, per la strada, in chiesa, in vacanza. Non siamo venuti meno a questo impegno.

È vero qualche volta per debolezza abbiamo peccato, però non è il peccato che ferma la testimonianza, né la santificazione; è il voler rimanere nello stato di peccato che ferma il nostro cammino verso la santità.

 

  1. Perché nessun dono di grazia più vi manca (1 Cor 1, 7)

È proprio così!. È proprio così! Ciò che dipende da Dio l’avete ricevuto. È chiaro che ognuno va a questa sorgente di acqua zampillante della grazia e dei doni di Dio col suo recipiente. Chi tiene il recipiente di un litro, riempie il recipiente di un litro: chi va con il recipiente di dieci litri, raccoglie acqua da dieci litri; chi va con il bidone di cinquanta litri, raccoglie cinquanta litri; chi va con le botti, raccoglie cento litri, duecento litri. Chi ha più capacità più ottiene, chi ha meno capacità, meno ottiene.

I doni, Dio ve li ha dati, ve li dà e ve li vuole dare, soltanto che qualche volta, anche se avete dei recipienti molto capienti, purtroppo il buco da dove deve entrare l’acqua l’avete stretto in una maniera tale che l’avete fatto diventare il buco della bottiglia di profumo, che è così stretto che l’acqua entra a goccia a goccia. Quindi non è Dio che non ci ha dato i doni, ma la colpa è nostra che abbiamo rifiutato i doni; siamo stati talmente egoisti che abbiamo stretto il buco attraverso il quale doveva entrare la grazia di Dio; però nessun dono di grazia vi manca. Avete avuto tutto, anche il dono della carità, il dono della sofferenza, dell’umiltà. Siete voi che non li volete. Volere l’umiltà senza le umiliazioni è impossibile; non la potete avere perché appena chiedete l’umiltà, subito Dio vi dà l’esercizio dell’umiltà, che sono le umiliazioni.

Se chiedete l’amore, Dio ve lo darà, ma per averlo bisogna pregare. Allora per farvi pregare di più vi mette nella solitudine. Vi dà il tempo per pregare; questo significa la solitudine. Ci dà più tempo per dire il rosario, per fare la Via Crucis, per fare la meditazione, per fare la lettura spirituale, per leggere la Parola di Dio.

 

 

  1. due verità consolanti

 

  1. Il Cristo vi confermerà nella grazia fino alla fine (1 Cor 1, 8)

          Il Cristo che ti ha dato la grazia continuerà a dartela fino all’ultimo istante della tua esistenza. È bello sapere che Dio una volta che ci ha dato la grazia non la ritira, ma continua a darcela, sia quando siamo buoni, sia quando siamo cattivi. Anche quando peccheremo lui starà sempre a fianco a noi. Io starò sempre con voi, ha detto Gesù, fino alla consumazione dei secoli. Ciò che vi ha dato ve lo manterrà sempre.

Questo non significa che l’entusiasmo di oggi rimarrà in me. Il dono dell’entusiasmo e della gioia non è un dono permanente, è un dono ma non è permanente; è temporaneo come il Tabor per Pietro, Giacomo e Giovanni; ce lo dà in quel momento in cui ne abbiamo bisogno. Quando staremo nell’afflizione a Gerusalemme, dobbiamo ricordare che il Cristo nella sofferenza è lo stesso Cristo della gloria. Poiché l’abbiamo sperimentato nella gloria e nella consolazione, questo pensiero ci conforterà.

La consolazione è un dono temporaneo, quindi non vi potete lamentare quando finisce. Significa che da lattanti siete diventate adulte: potete mangiare il pane duro della tribolazione e bere l’acqua delle lacrime. Ma è bello sapere che ci confermerà nella grazia sino alla fine, sempre, anche quando peccheremo, quando ci allontaneremo da lui.

 

  1. Il Cristo vi conserverà irreprensibili nel giorno dell’incontro con lui (1 Cor 1, 8)

          Dio ci darà il dono della perseveranza finale. Quando ci incontreremo con Dio ci troverà in pace con lui, irreprensibili: non avrà niente da dire nei nostri riguardi, cioè ci darà il Paradiso. È bello sapere che ci darà la grazia lungo il corso della vita e nell’ultimo istante.

Il perché ce lo dice S. Paolo: perché Dio è fedele (1 Cor 1, 9) e ciò che dice lo mantiene.

Se da lui siamo stati chiamati alla comunione col Figlio suo Gesù Cristo, Signore nostro, da lui avremo il dono della perseveranza finale. Perché ci avrebbe chiamati a essere spose del Cristo, se poi lui in Paradiso e noi all’inferno? Può stare lo sposo lontano dalla sposa? Vicini sulla terra, vicini in cielo, insieme sulla terra, insieme in cielo!

Abbiamo partecipato alla stessa sorte sua sulla terra: incoronato di spine e inchiodato alla croce; però la stessa sorte avremo in cielo: lui alla destra del Padre, noi vicino a lui per glorificare il Padre in Cristo Gesù, nostro Signore.

 

conclusione

 Ringraziate continuamente Dio per tutti questi doni

          Non basterà una vita per ringraziare Dio per tutti i doni che ci ha fatto, ci fa e ci farà.

Ecco perché la giaculatoria più bella che può uscire dalla vostra bocca ogni giorno, ripetuta non una volta, non dieci volte, ma centinaia di volte è: Grazie, grazie, grazie!