Dacci oggi il nostro pane quotidiano – Gn 3,19

da un’omelia di P. Francesco Chimienti O.M.

Martina Franca 19.11.1995

 

LA NECESSITA’ DEL LAVORO

 

“Con il sudore del tuo volto mangerai il pane”

(Gn 3, 19)

 

 

  1. Dobbiamo lavorare per mangiare

 È vero che il lavoro ora ci è stato dato da Dio come punizione, infatti ad Adamo ha detto:

“Con il sudore del tuo volto mangerai il pane; finché tornerai alla terra” (Gn 3,19), però è anche vero che il lavoro è una necessità.

Questa è la ragione per cui la Chiesa chiede a voi, consacrate nel mondo, che non avete il sostegno del marito, né dei figli, di lavorare e di mangiare del vostro lavoro, senza essere di peso a nessuno.

Quindi Dio esclude la dipendenza dai fratelli, dalle sorelle o da altri. Voi dovete provvedere a voi stesse.

 

  1. Il salario è di chi l’ha guadagnato col suo lavoro

 Voi non dovete vivere alle spalle dei vostri fratelli, ma neppure i vostri fratelli devono vivere alle vostre spalle. I fratelli devono lavorare per pensare a sé, senza mangiare alle vostre spalle. Questo lo dovete esigere, perché è il pensiero di Dio. Non potete accettare il motto: “Io lavoro e tu mangi!”. No, no! Ma: Io lavoro e io mangio! Tu lavori e tu mangi!

Certo esiste la carità, ma è per coloro che non possono lavorare: i vecchi, gli ammalati, gli inabili; ma, per grazia di Dio, c’è lo Stato che gli dà una pensione.

Voi dovete dire ai vostri parenti: I soldi li ho lavorati io e sono miei!

Queste parole le dovete dire anche a mamma, a papà, al fratello, alla sorella, perché i soldi dei genitori sono dei figli, ma i soldi dei figli sono dei figli; non si dividono con nessuno!

Questo pensiero lo dovete dire ad alta voce: è pensiero di Dio!

Come dite: Convertiti! Credi e ti salverai!, così dovete dire: Datti da fare a lavorare per mangiare e per non essere di peso a nessuno!