Signore, perdonami! – Lc 18, 13

da un’omelia di P. Francesco Chimienti O.M.

Martina Franca 24.8.95

 

         Come si vince il peccato

 

  1. Riconoscendosi peccatori

Il grande sforzo che noi dobbiamo fare, e che nemmeno siamo capaci di fare, è riconoscerci peccatori.

Oggi è la giornata della confessione e dovete dire: Mi vado a confessare perché sono peccatore!

Leggiamo nella parabola del fariseo e del pubblicano: “Il pubblicano invece, fermatosi a distanza, non osava nemmeno alzare gli occhi al cielo, ma si batteva il petto dicendo: O Dio, abbi pietà di me peccatore!” (Lc 18, 13).

Il pubblicano si riconobbe peccatore e tornò a casa sua giustificato, mentre il fariseo, che si giustificava, tornò a casa sua senza aver ricevuto il perdono, perché “Chi si esalta sarà umiliato, chi si umilia sarà esaltato” (Lc 18, 14).

Il grande peccato di noi consacrati è questo: commettiamo il peccato e ci giustifichiamo sempre!

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Questo peccato non è dei peccatori. Quando i peccatori si confessano dicono tutto con sincerità e senza scuse; invece le anime consacrate portano le scuse!

Io vi ripeto il consiglio di san Francesco: Quando vi confessate siate brevi, chiari e non portate scuse!

Se confessate di esservi adirate non aggiungete altro, non c’è bisogno di dire:- Mio fratello mi ha fatto adirare!, perché se dite questo non vi dichiarate peccatrici!

Il vostro giudice sapete chi è? È Dio! La sapienza infinita non ha bisogno delle vostre scuse per vedere la malizia del vostro peccato!

Quando venite a confessarvi da me, che sono un sacerdote, io non sto a vedere quale malizia riveste il vostro peccato! Se voi lo confessate, io ve lo tolgo nel nome di Gesù, che è morto per salvarci! Io non esprimo mai giudizi su di voi; dico:- Signore, sei tu che devi assolvere!

San Francesco dice che la confessione deve essere chiara! Quindi basta dire: Mi sono adirata! Con chi e perché non interessa al sacerdote!

La confessione inoltre deve essere fatta senza scuse.

San Giovanni afferma: “Se diciamo che siamo senza peccato, inganniamo noi stessi e la verità non è in noi. Se riconosciamo i nostri peccati, Egli che è fedele e giusto ci perdonerà i peccati e ci purificherà da ogni colpa. Se diciamo che non abbiamo peccato, facciamo di Lui un bugiardo” (1 Gv 1, 8-10).

Chi porta le scuse non si riconosce peccatore, perché scusandovi è come se diceste: Se non ci fosse stato mio fratello o mia sorella, io non avrei fatto questo peccato!

E allora riconoscetevi peccatori e basta! Mettetevi in ginocchio e dite:- Ho fatto questo, questo e questo!, prendendovi tutta la vostra colpa.

Leggete prima di confessarvi il salmo 50, con cui Davide dice: Ho peccato Signore, abbi misericordia di me! Cancella il mio peccato. Liberami dal sangue!

Davide non poteva dire che il sangue l’aveva versato Ioab e non lui? Sapeva, però, di aver mandato la lettera a Ioab per mettere Uria in prima fila, e si attribuisce il peccato della sua uccisione, senza scuse.

Quando la confessione è senza scuse, il perdono da parte di Dio è totale e quindi c’è il dono dello spirito di contrizione.

Da come vi confessate, io mi accorgo se avete il dono della contrizione; se invece portate delle scuse, la contrizione non c’è.

La confessione sia fatta brevemente con chiarezza e senza scuse!

Dichiaratevi peccatrici nel cuore! Sappiate dire: Sono peccato e ho generato il peccato! Abbiate dinanzi a voi l’esempio luminoso di san Francesco, che dopo 91 anni di vita, mentre moriva ha detto quelle parole che ripeteva sempre nella vita: “Signor mio Gesù Cristo, abbi pietà di me miserabilissimo peccatore!”.

Con verità san Francesco ha detto queste parole, perché si confessava ogni giorno! Allora c’era la possibilità di fare la comunione e la confessione una volta al mese. Egli ha potuto fare la comunione ogni giorno, dopo aver avuto un permesso particolare; altrimenti prima l’ha fatta una volta al mese e si preparava per quindici giorni all’incontro con Gesù Eucaristia e lo ringraziava per quindici giorni!

 

 

  1. Per vincere il peccato occorre una forte volontà

Non si vince il peccato con i mezzi termini. Dice Gesù: “Se il tuo occhio ti scandalizza, cavalo! Se la tua mano ti scandalizza, tagliala! Se il tuo piede ti scandalizza, taglialo!” (Mc 9, 43-47).

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Occorre una forte volontà per vincere il peccato. L’ha detto Gesù:  “Il regno dei cieli soffre violenza e i violenti se ne impadroniscono”  (Mt 11, 12).

Nella vita spirituale la violenza è qualcosa di negativo, così come lo è nella vita civile e di relazione, ma Gesù l’ha detto a proposito del regno dei cieli, ed ha affermato che solo i violenti lo rapiscono! Quindi ci vuole una volontà ferrea per vincere il peccato, senza alcun compromesso; infatti Gesù ci dice di tagliare.

Per vincere un peccato bisogna decidere di non frequentare più quella compagnia o quella persona! Occorre una forte volontà, ecco perché sant’Agostino, che aveva fatto l’esperienza del peccato e che non riusciva ad uscire dal peccato, diceva: “Chi ha creato te senza di te, non può salvare te senza di te”. E per riuscirci ha guardato gli esempi degli altri peccatori, che sono diventati santi perché hanno lasciato il peccato.

Se vivete nel compromesso, non vincerete mai il peccato! Se non tagliate avrete una cancrena, ma non la guarigione; cioè starete peggio di prima! Non potete aspettare, dovete tagliare! Gesù sempre ha fatto leva sulla volontà dell’uomo. Al paralitico che stava alla piscina di Betzata, Gesù chiese: “Vuoi guarire?”. E dopo che fu guarito gli disse: “Ecco che sei guarito; non peccare più, perché non ti abbia ad accadere qualcosa di peggio” (Gv 5, 6. 14).

 

 

  1. Per vincere il peccato occorre chiedere perdono

Se volete vincere il peccato, dovete riconoscervi peccatori, avere una forte volontà e chiedere perdono. Quando vi confessate non avete mai una forte volontà di vincere il peccato, per cui i peccati che avete fatto quando avevate dieci anni li dite anche adesso; così come faccio io, che determinati peccati li confesso da quando avevo dieci anni. Non li ho eliminati, perché non li ho mai voluti eliminare!

Bisogna chiedere perdono dei propri peccati, così come fece il figliuol prodigo, che disse:

         “Mi leverò e andrò da mio padre e gli dirò: Padre, ho peccato contro il cielo e contro di te; non sono più degno di esser chiamato tuo figlio” (Lc 15, 18).

Dice il Signore: “Su venite e discutiamo. Anche se i vostri peccati fossero come scarlatto, diventeranno bianchi come neve. Se fossero rossi come porpora, diventeranno come lana” (Is 1, 18).

Credete che se chiedete perdono a Dio, ve lo dà certamente?

Il salmo 102 così recita: “Buono e pietoso è il Signore, lento all’ira e grande nell’amore. Non ci tratta secondo i nostri peccati, non ci ripaga secondo le nostre colpe. Come il cielo è alto sulla terra, così è grande la sua misericordia su quanti lo temono; come dista l’oriente dall’occidente, così allontana da noi le nostre colpe” (Sal 102, 8. 10-12).

Quando chiedete perdono il rosso e il porpora dei vostri peccati diventano bianco, il nero diventa lucente. Ecco perché vi ho detto di chiedere al Signore il dono della contrizione.

 

 

CONCLUSIONE

 

Domani celebreremo la messa per la remissione dei nostri peccati. Il peccato è il più grande male che possiamo commettere contro Dio, contro noi stessi e contro l’Istituto.

Il peccato dinanzi a Dio è zavorra, che non fa galleggiare la barchetta dell’Istituto.

A Lourdes, in Palestina e a Fatima vi ho invitato a dire:- Basta con il peccato mortale! Il Padre non vi ha chiesto niente; vi chiede solo di lasciare il peccato mortale.

Ricordatevi che dove c’è il peccato non c’è la santità.

Sappiate che l’unica preoccupazione di Dio nei riguardi della creatura è che sia senza peccato. Se la creatura ha il peccato la invita a toglierlo con la confessione; se non ce l’ha, la invita a non commetterlo ed a vigilare.

Dice la S. Scrittura: “Chi crede di stare in piedi, guardi di non cadere” (1 Cor 10, 12).

La preghiera di ogni giorno della creatura deve essere questa: “Non ci indurre in tentazione”.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Noi facciamo questa preghiera recitando il Padre nostro, però ditela con attenzione! Dite:- Signore, non permettere che qualche tentazione di peccato diventi per me peccato, non mi mettere nell’occasione di peccato!

“Non ci indurre in tentazione, ma liberaci dal male”.

Sappiate dire:- Signore, ho peccato, liberami tu dal peccato, perché da sola non ce la faccio. Ti prometto che ce la metterò tutta! Se una volta ti ho cacciato da casa mia, da oggi in poi ti prometto che non ti caccerò più!