Ap 10, 8-11

LEGGERE, MEDITARE, PRATICARE

LA PAROLA DI DIO

(Ap 10, 8-11)

 

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  1. Dio ci ha fatto dono della sua Parola

Un angelo stava ritto con un piede sul mare e un piede sulla terra e con in mano un libro.

In questa visione Giovanni sente una voce che gli dice: Prendi quel libro che è in mano all’angelo, è un libro aperto, non chiuso. Era chiuso con sette sigilli, nessuno lo poteva toccare o prendere. Soltanto Gesù ha potuto aprirlo, e divoralo. Stai attento però perché quando lo divorerai avrai una grande dolcezza nella bocca, mentre dopo averlo mangiato, nello stomaco ti produrrà una amarezza grandissima.

 

Giovanni ubbidisce, va dall’angelo, prende il libro e lo mangia. Dopo averlo divorato, sentì nelle viscere tutta l’amarezza, mentre nella bocca ne sentì tutta la dolcezza. Sempre la voce gli dice: Va’ e profetizza, perché devi annunziare queste parole agli altri.

Questa è la missione di S. Giovanni che racconta nel libro dell’Apocalisse. Vuol dir che Dio ha lasciato sulla terra un libro, è il libro della S. Scrittura, il libro della Bibbia, composta di 73 libri: quarantasei dell’Antico Testamento, ventisette del Nuovo Testamento. è aperto, tutti lo possono leggere e tutti lo possono capire.

 

  1. Il cristiano deve nutrirsi di Parola di Dio

Per divorare un cibo bisogna avere un grande appetito, un appetito formidabile, tanto che non si fa in tempo a masticare il cibo che subito lo si inghiotte e va giù. Così, dice il Signore, dovete fare con il libro della S. Scrittura; dovete avere una voglia matta di leggerlo, una voglia matta di masticarlo, di assimilarlo. Se avete questa voglia matta lo leggerete ogni giorno, lo divorerete ogni giorno.

Non si può vivere la vita cristiana se non si legge ogni giorno la Bibbia. Diceva S. Girolamo: L’ignoranza della S. Scrittura è ignoranza di Dio, è ignoranza di Gesù.

Chi vuole la fede deve masticare la parola del Vangelo. Quando dico “Vangelo” intendo parlare non soltanto dei libri di Matteo,

Marco, Luca e Giovanni, ma di tutta la Scrittura: Antico e Nuovo Testamento

Non si può crescere nella fede, se non si legge e non si medita ogni giorno la S. Scrittura. Non si può vivere da cristiani se non si legge e non si medita la S. Scrittura.

Per leggere la S. Scrittura ogni giorno e meditarla, lo Spirito Santo ci dà il dono della sapienza; dono che ci è stato dato nel S. Battesimo, è stato cresciuto nella Cresima e ci è dato ogni volta che ci accostiamo all’Eucaristia. Con questo dono si gusta la Parola di Dio, non si vede l’ora di leggerla, come si fa con i romanzi. Si leggono di giorno e di notte, camminando, in treno, in casa, basta un ritaglio di tempo, perché si vuole sapere subito la conclusione dell’intreccio, si divora, si legge tutto d’un fiato.

Il dono della sapienza ci fa gustare la Parola di Dio. “Dolce come il miele è la tua parola”. Ce la fa gustare per non lasciarla più. S. Cecilia portava sul petto il  santo Vangelo, perché al momento giusto, quando aveva un ritaglio di tempo di giorno o di notte, lo prendeva, lo leggeva, lo studiava, lo meditava, ripensava alle parole e ai gesti di Gesù. I Santi hanno fatto a meno di tutti i libri, ma non hanno fatto a meno di un libro, il libro della S. Scrittura, la Bibbia, il Vangelo.

 

  1. In ogni casa ci sia il Vangelo

Sono disposto a darvelo gratis, ma il mio desiderio è che in ogni casa ci sia il Vangelo. Il marito deve avere il Vangelo sul comodino a destra e la moglie deve avere il Vangelo a sinistra. Quando non prendete sonno ve lo leggete. Quando uno entra a casa vostra sul tavolino del salotto deve trovare il Vangelo.

Qualche volta sono andato nello studio di qualche avvocato, di qualche medico, nella sala d’aspetto ci sono tutte le rivistacce possibili e immaginabili, mai il Vangelo. Non si può essere cristiani senza il Vangelo. A casa vostra c’è il Vangelo? Lo leggete? Tre o quattro hanno fatto cenno di sì, e gli altri? Avete paura del dolor di pancia che dopo vi produce? Più si conosce Dio, più lo si ama; meno si conosce meno si ama Sapete qual è la ragione dell’ateismo delle nuove generazioni, dei nostri figli, dei vostri mariti? Non leggono il Vangelo, non conoscono il pensiero di Dio, non conoscono come Dio ha risolto i problemi che noi ogni giorno ci poniamo è mancanza di conoscenza di Dio, è mancanza di amore.

 

          conclusione

Sappiate che questa vita non vale niente, se non è vissuta nella prospettiva dell’al di là. Se vi date da fare per avere una moglie, la morte vi separerà. Se vi date da fare per aver un marito, verrà la morte e lascerete il marito. Se vi date da fare per avere i figli, i figli li lascerete. Se vi date da fare per avere i soldi, i soldi li lascerete. Se vi date da fare per vestire all’ultima moda, l’ultima moda vi lascerà. Non esiste una realtà della vita che porterete con voi nell’al di là. Una cosa sola porteremo: la salvezza eterna. Tutto il bene che avete fatto e tutto il bene che avete voluto a Dio, quello rimarrà, nessuno ve lo potrà togliere, dice Gesù, né i ladri, né la ruggine. Sono beni intaccabili, che rimangono per tutta l’eternità. A che serve vivere venti anni o cento anni, se non ci salviamo l’anima?

Chi ci insegna a salvarci l’anima? Dio tramite la sua parola, la sua rivelazione, tramite la Bibbia, tramite il Vangelo. Non ci sono altre strade, figli miei carissimi, non ci sono, perché se ci fossero Gesù ce l’avrebbe detto e io l’avrei ripetuto! Dovete convincervi di questo: ogni giorno dieci minuti di Vangelo. Dice giustamente la S. Scrittura,  che è dolce nella bocca. Quando si legge, quando si studia, quando si medita porta una gioia profonda; ma dopo a mettere in pratica il Vangelo viene il dolore di pancia, ed è vero, perché si tratta di mortificazione, si tratta di sofferenza, si tratta di rinuncia, si tratta di fare secondo la volontà di un altro e non secondo la propria volontà. è chiaro, porta amarezza. Però è una dolce amarezza, è un’amarezza che salva, è un’amarezza che rende migliori, è un’amarezza che fa conquistare il Paradiso.