Hai deciso di darmi salvezza… – Ap 3, 1-6.14-22 – Lc 19, 1-10

Lc 19, 1-10 -La conversione di Zaccheo rallegra Gesù

Lc 19, 1-10 – Come si fa a convertire un peccatore

Ritiro alle catechiste, Grottaglie, 22.11.1992

tenuto da P. Francesco Chimienti, OM

 

 

l’intervento del Cristo

nella mia storia di salvezza

(Ap 3, 1-6 . 14-22)

 

Stasera commentando il terzo capitolo dell’Apocalisse vedremo come Dio interviene nella nostra storia per salvarci, non per risolvere un nostro problema, quale prendere moglie o marito o ottenere un posto di lavoro. Dio ci parla per salvarci; si preoccupa sempre della nostra salvezza.

Nel libro dell’Apocalisse leggiamo che il Signore manda dal cielo un messaggio per le sette Chiese, cioè per tutte le Chiese, infatti il sette è un numero universale. Gesù dà a S. Giovanni un messaggio, che oggi vuole trasmettere a noi.

Il messaggio è il seguente: Ci sono tre specie di fedeli:

 

  1. I fedeli che vivono nel peccato mortale e che non possono salvarsi se non lasciano il peccato;

 

  1. I fedeli che vivono in grazia e che sono impegnati non solo nell’evitare il peccato mortale e veniale, ma anche nel progredire nelle virtù;

 

  1. I fedeli che non fanno niente di male e niente di bene, perché pur avendo avuto da Dio dei doni, li hanno sotterrati.

Gesù incontra S. Giovanni e gli dice:- Scrivi! Ed egli scrive. Però prima gli fa la seguente premessa: “Io tutti quelli che amo li rimprovero e li castigo”(Ap 3, 19).

Il Signore mi dice: Sto intervenendo nella tua storia, perché ti amo. Ti voglio parlare, perché ti amo. Ti amo tanto che ho lasciato il cielo per venire sulla terra per salvarti; sono stato sulla terra perché ti amo; ho parlato per tre anni, perché ti amo; sono morto in croce, perché ti amo; ora sono presso il Padre, ma in ogni istante intercedo per te, perché ti amo e dico al Padre: Non punirlo. Io sto a fianco a te, ti ho dato la Chiesa perché ogni volta che pecchi e ti vuoi ravvedere, i miei sacerdoti alzeranno la mano e ti assolveranno. Io starò con te fino alla fine dei secoli, perché ti amo, e poiché ti amo, ti rimprovero e ti castigo.

“E qual è il figlio che non è corretto dal Padre. Se invece non subite correzione, mentre tutti ne hanno avuto la loro parte, allora siete figli illegittimi, non figli! (Eb 12, 7-8).

Il padre che ama rimprovera il figlio, quando non si comporta bene; invece il padre che non ama non lo rimprovera. Quando io, in famiglia, commettevo sempre gli stessi errori, mio padre mi castigava, per correggermi. Quello è un castigo che non scoraggia, ma che fa  riprendere il cammino, evitando di fare le stesse mancanze. Dio ci rimprovera e ci castiga, perché ci ama e ci vuole con sé per l’eternità.

 

 I. L’intervento di Dio verso i fedeli che fanno il male è un invito  alla conversione

 

  1. “Io conosco le tue opere, ti si crede vivo e invece sei morto”(Ap 3, 1).

Il Signore mi dice: Io conosco le tue opere, sia manifeste, sia nascoste, e ti do il mio vero giudizio, ti dico: Sei un morto che cammina!

 

  1. I rimedi che il Signore ci offre

Il Signore ci dice:

Figlio mio, ravvediti, convertiti! (Ap 3, 3).

Ricordati quando, tempo addietro, la mia Parola ti ha salvato, ascoltala e ravvediti, altrimenti verrò come un ladro di notte e ti prenderò (cfr Ap 3, 3).

Ci sono dei peccati manifesti ed altri occulti che vede solo Dio, ma non gli uomini. Il Signore mi dice: Io conosco le tue opere! Gli uomini possono essere ingannati, non io che ti conosco.

Oggi Dio fa a ciascuno di noi questa domanda: Dinanzi a me, sei un vivo o un morto? Vivi in grazia di Dio o nel peccato mortale? Sii sincero, perché tu non mi puoi ingannare; io scruto la tua mente e il tuo cuore.

E allora non c’è salvezza per me? C’è salvezza, perché Gesù mi dice:- Figlio mio, convertiti, ravvediti, cambia vita!

Quando l’evangelista Marco ha voluto fare una sintesi del messaggio di Gesù, ha scritto queste parole: “Gesù, predicando il Vangelo di Dio, diceva: il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino; convertitevi e credete al Vangelo!”(Mc 1, 14-15).

è la Parola di Dio che ci dà la fede e la salvezza, che provoca la conversione e ci porta a Dio. Oggi Gesù dice a ciascuno di noi: Figlio mio, convertiti e credi al Vangelo! Ravvediti, lascia il peccato, ritorna alla vita della grazia, attraverso la mia Parola che dà la fede e la salvezza.

Che cosa devo fare? S. Giovanni Battista, a coloro che gli rivolgevano questa domanda , rispondeva:- Accontentatevi delle vostre paghe! Se rubavi, non devi rubare più. Se commettevi atti impuri, non li devi commettere più! Se tradivi tua moglie o tuo marito, non lo devi fare più! .Se non andavi a Messa, ora ci devi andare. Se bestemmiavi, ora devi lodare Dio. Se non pregavi, ora devi pregare. Se  eri falso, adesso devi essere sincero.

 

Figlio mio, ritorna ad ascoltare quella Parola che ti ha dato la fede e mettila in pratica

          “Beati coloro che ascoltano la Parola di Dio e la osservano”(Lc 11, 28).

Il Signore mi dice: Figlio mio, non essere come gli ascoltatori distratti, che ascoltano la Parola di Dio, ma si guardano bene dal metterla i pratica. Non essere come coloro che, dopo essersi guardati allo specchio, rimangono tali e quali (cfr Gc 1, 22-24).

 

Figlio mio, se ti rispecchi nella Parola e non cambi vita, io verrò come un ladro e ti prenderò (Ap 3, 3)

Figlio mio, se ti rispecchi nella Parola, lo devi fare per cambiare vita, perché se non cambi vita, verrò al più presto come un ladro e ti prenderò. Questa non è una minaccia, è la vita di ogni giorno.

Dice S. Pietro: è vero che il Signore è paziente e aspetta, perché vuole convertirti, però  non pensare che ti parlerà all’infinito; arriverà un momento in cui non ti parlerà più e tu morrai nello stato in cui ti trovi (cfr  2 Pt 3, 9-10).

Non fare come il mio popolo nel deserto, dice Dio, che ha indurito il cuore ed io, con un impeto di collera, ho detto: Non entreranno nel luogo del mio riposo ( cfr Sal 94, 10).

Dio è longanime, è misericordioso, è paziente, ma alla fine della nostra vita terrena, non sarà più così. E sappiate che tutti i beni, se non c’è la grazia di Dio, non valgono niente.

“La grazia vale più della vita” (Sal 62, 4).

“Che serve all’uomo guadagnare il mondo intero, se poi perde l’anima sia?” (Mt 16, 26).

 

 

II. l’intervento di Dio verso i fedeli giusti è un atto di consolazione

 

I giusti sono quelli che fanno il bene e non fanno il male, che non  hanno macchiato la loro veste col peccato.

Non mi fermo a lungo su questo punto, perché chi sta in questa condizione  è beato e il Signore gli assicura tre cose:

  1. la grazia di Dio per sempre.: saranno confermati nella grazia
  2. avranno la salvezza eterna: non saranno cancellati dal libro della vita (Ap 3, 5)
  3. avranno come premio il Paradiso: li riconoscerò davanti al Padre mio ( Ap 3, 5).

Disse Gesù: Quando si tratta di salvare un peccatore, io lascio le novantanove pecore giuste, per andare a cercare quella smarrita ( cfr Lc 15, 4).Chi di noi si può mettere tra le novantanove pecore giuste?

 

 

          III.  L’intervento del cristo verso i fedeli tiepidi, che vivono la loro vita spirituale senza impegno: senza fare il male, ma anche senza fare nulla di bene

è questa la storia del servo fannullone, che, avendo avuto il talento, lo sotterrò, e quando il padrone ritornò dal viaggio, gli disse: “Signore, so che sei un uomo duro, che mieti dove non hai seminato e raccogli dove non hai sparso; per paura andai a nascondere il tuo talento sotterra; ecco qui il tuo. Il padrone gli rispose: Servo malvagio e infingardo, sapevi che mieto dove non ho seminato e raccolgo dove non ho sparso; avresti dovuto affidare il mio danaro ai banchieri e così, ritornando, avrei ritirato il mio con l’interesse. Toglietegli dunque il talento e datelo a chi ne ha dieci” (Mt 25, 24-28).

Il Signore ci dice: Perché non preghi? Perché non reciti il Rosario e la Liturgia delle Ore? Perché non vai a Messa ogni giorno? Perché dubiti?

 

  1. Dice Gesù: “Io conosco le tue opere: tu non sei né freddo né caldo. Sto per vomitarti dalla mia bocca” (Ap 3, 15-16).

Che cosa si vomita? Ciò che non si digerisce. Un cristiano che non fa niente di male , né niente di bene sta sullo stomaco del Signore, che gli dice: Se non esci fuori da questa situazione, io ti vomito!

Io credevo di essere santo, perché stavo in grazia di Dio e perché non facevo niente di male, invece il Signore mi dice: Sto per vomitarti!

Tu  dici: Sono ricco (perché non faccio il male), mi sono arricchito (perché sto in grazia) non ho bisogno di nulla”(Ap 3, 17

Il Signore ti risponde: “Tu non sai di essere un infelice, un miserabile, un povero, cieco e nudo”(Ap 3, 17).

Sei un infelice, perché non fai il bene; sei un miserabile, perché sei pieno di miserie; sei povero, perché non hai niente di tuo, né meriti; sei cieco, perché non vedi le tue miserie; sei nudo, perché non hai nemmeno una virtù che ti possa coprire.

Voi dite: sono ricco, ho i sacramenti a mia disposizione, non faccio il male.… Non ho bisogno di niente! Invece Gesù ti dice: Sei un miserabile, sei un infelice; hai la possibilità di fare tanto bene, ma non lo fai. Dici di essere ricco, ma sei povero, infatti non ti eserciti nella virtù, non usi dei sacramenti! Ogni giorno si celebra la Messa, ma tu non vi partecipi. Ti ho dato il sacramento della Penitenza, ma tu, quando ti confessi? E quando ti confessi lo fai con le dovute disposizioni? Ti ho dato il sacramento della Cresima, ti sei cresimato? Ti ho dato la sofferenza, per farti esercitare nella pazienza e in tutte le virtù, l’hai accettata? Quando il fratello che ti era accanto ti ha chiesto un favore, glielo hai fatto?

Sei cieco, non vedi niente! Sei un cieco che conduce un altro cieco.

Se voi riconosceste di essere ciechi, dice il Signore, avreste fatto un passo avanti nella via della santità, ma poiché dite di non  esserlo, il vostro errore è irrimediabile. Nonostante il Signore vi dia tanta luce, vi  siete murati in casa e non volete vedere niente!

Sei nudo! Dice S. Paolo: “Rivestitevi di sentimenti di misericordia, di bontà di mansuetudine, di umiltà, di pazienza…” (Col 3, 12)

Le virtù ci rivestono così come i vestiti rivestono il corpo; quindi dobbiamo rivestirci di ogni virtù: pazienza, misericordia, amore, carità, perdono. Dobbiamo esercitarci nelle virtù, per acquistare meriti.

 

  1. Il Signore ci dà dei rimedi

 

  1. “Ti consiglio di comperare da me oro purificato al fuoco, per diventare ricco”(Ap 3, 18).

Il Signore ci dice: Esercitati nella virtù della carità: ama il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima, con tutta la tua mente e con tutte le tue forze; ama il prossimo tuo come te stesso.

Figliolini miei, diceva S. Giovanni, non amate a parole, ma con i fatti e nella verità.

Dice Gesù: “Se mi amate, osserverete i miei comandamenti (Gv 14, 15).

Basta non osservare un comandamento per fare il male; invece per fare il bene, bisogna osservarli  tutti e dieci.

Se Dio è amore, dobbiamo amarlo. Dio è carità, quindi non si può entrare in Paradiso senza l’amore. Quale amore? Quello provato dalla sofferenza. Infatti ha detto Gesù: Non c’è amore più grande di chi è disposto a morire per la persona amata. Non dobbiamo pensare all’amore affettivo, che consiste nel sentire di pregare, di confessarsi e farlo, mentre se non lo si sente, non si prega, né ci si va a confessare. Il Signore vuole l’amore provato dalla sofferenza. Dovete dimostrare l’amore nella sofferenza.

Il Signore Risorto chiese per tre volte a Pietro: “Mi ami?” E Pietro per tre volte rispose: “Signore, tu lo sai che ti amo”(cfr Gv 21, 16-17). Gesù aggiunse: “Quando eri giovane, andavi dove volevi, ma quando sarai vecchio, tenderai le mani, e un altro ti cingerà la veste e ti condurrà dove tu non vuoi” (Gv 21, 18).

Bisogna fare la volontà di Dio anche se costa sacrificio, anche se si deve morire, come hanno fatto i martiri, che hanno accettato tutte le prove. Quando i primi cristiani si lamentavano con S. Pietro, perché erano perseguitati, egli rispondeva: Non avete ancora sofferto fino al versamento del vostro sangue, non avete dimostrato la totalità dell’amore fino alla morte!  (cfr 1Pt 4, 12).

 

  1. “Ti consiglio di comprarti vesti bianche per coprirti e nascondere la vergognosa tua nudità” (Ap 3, 18).

Il Signore ci dice: Esercitati in tutte le virtù! Impegnati nell’esercizio della virtù della pazienza, dell’umiltà, dell’ubbidienza, dell’amore, della penitenza.

 

  1. “Ti consiglio di comperarti collirio, per ungerti gli occhi e recuperare la vista”(Ap 3, 18).

Questo collirio è la Parola di Dio, che ti fa vedere chi sei. Comprati il Vangelo, la Bibbia,  il messale quotidiano per leggere le letture che la Chiesa ci propone ogni giorno, perché con la Parola di Dio ti salverai, avrai la fede, incomincerai a vedere gli avvenimenti,  le cose alla luce della fede. Non dovete andare a dormire senza aver letto un brano della Parola di Dio, perché ogni giorno Dio vi vuole salvare; ma se non lo leggete, se non lo meditate, se non fate i ritiri e gli Esercizi Spirituali, non vi convertirete.

Gesù oggi ci dice che per uscire dal nostro stato di tiepidezza occorrono l’amore, l’esercizio delle virtù e la Parola di Dio.

  

 

          conclusione

 

 “Ecco sto alla porta e busso. Se qualcuno ascolta la mia voce e mi apre la porta, io verrò da lui, cenerò con lui ed egli con me”            (Ap 3, 20).

La cena è l’espressione più alta dell’amore intimo. Nel banchetto eucaristico Gesù scende fino al mio livello, perché io da uomo diventi Dio. Ditemi se in tutta questa storia, il filone principale non è l’amore.

Il Signore ha detto: Sono intervenuto, perché ti amo, ed io tutti quelli che amo li rimprovero e li castigo.

Facciamoci l’esame di coscienza e chiediamoci: Sei vivo o morto? Sei ingrazia di Dio, evitando  il male e facendo sempre il bene? Oppure non fai niente di male e niente di bene? Il tal caso  il Signore ti dice: Perché non hai portato il tuo talento alla banca? Almeno lo avresti ritirato con gli interessi! Toglietegli il talento,

datelo a che ne ha di più e gettatelo nell’inferno, dove sarà pianto e stridore di denti

Dinanzi a Dio ci sono due categorie di persone: i santi e i malvagi. Quelli che non sono né santi, né malvagi., sono infingardi e malvagi; infatti Dio li ha trattati da malvagi. Ecco perché i teologi dicono che alla fine del mondo ci sarà solo il Paradiso e l’Inferno, ma non il Purgatorio, come c’è ora. Coloro che non fanno né il bene né il male, sono equiparati da Gesù a coloro che fanno il male. Io mi auguro che arriviate a questa conclusione positiva: Voglio vivere la vita così come Dio vuole da me

Una risposta a “Hai deciso di darmi salvezza… – Ap 3, 1-6.14-22 – Lc 19, 1-10”

  1. Come Padre mi colpisce la affermazione “Io tutti quelli che amo li rimprovero e li castigo” perchè è una vera espressione di AMORE. Quando un ci tiene nel rimprovero c’è il sentimento e da esso bisogna apprendere e crescere. Purtroppo nella quotidianità familiare e lavorativa difficile è far comprendere che esso “il rimprovero” è espressione di amore ma per chi ha fede questo deve essere un impegno di vita in quanto come cristiani abbiamo l’obbligo di fare del bene perchè nel battesimo abbiamo ricevuto il dono e l’impegno nella vita di dare incodizionatamente a chi ne ha più di bisogno.
    Un pensiero non mio che però risulta calzante : non si deve guardare nel piatto del vicino per esaminare se ne ha avuto di più ma piuttosto per domandarsi se ne ha avuto abbastanza.

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