La nostra patria è il cielo… desideriamola! – Lc 12, 40

da un’omelia di P. Francesco Chimienti, O.M.

Martina Franca 9 agosto 1994

La nostra patria è il cielo

 ImmagineCome dobbiamo vivere sulla terra? Con gli occhi fissi all’eternità, da stranieri, perché la terra non è la nostra patria. Dobbiamo vivere da pellegrini in viaggio, e su questo concetto Gesù costruisce la parabola di oggi, che ci esorta a stare pronti con la cintura ai fianchi, cioè in cammino.

Ai tempi di Gesù si portavano vesti lunghe, e poiché potevano far inciampare venivano alzate, come faccio anch’io quando indossando i paramenti sacerdotali, alzo la veste bianca usando il cingolo.

Allo stesso modo, i pellegrini senza l’impedimento della veste e col bastone, affrontavano il viaggio.

Gesù, dunque, ci esorta a stare pronti, in cammino verso una nuova residenza. Ma poiché il Figlio dell’uomo verrà nell’ora che non pensiamo (cfr. Lc 12, 40), ci invita a tenere la lampada accesa, simbolo della fede e della carità, in particolare delle opere della carità che la Chiesa ha riassunto nelle sette opere di misericordia corporale e nelle sette opere di misericordia spirituale.

L’anima che cammina con la lucerna accesa va verso l’eternità e negli anni che trascorre sulla terra compie il bene, sia spirituale che materiale. Così facendo, quando Gesù verrà la troverà pronta e le aprirà la porta, facendola entrare in paradiso. Al contrario, se non la troverà pronta, quando essa busserà, si sentirà dire da Gesù: Non ti conosco.

Ecco perché si dice nella lettera agli Ebrei che il cristiano deve credere a due cose: che Dio esiste e che egli è il rimuneratore, colui che darà a ciascuno il suo, il premio ai buoni e il castigo ai cattivi.

 

 

 

conclusione

 

Esiste un’altra vita in cui godremo, se abbiamo fatto il bene sulla terra, e in cui non godremo se abbiamo vissuto per l’intera vita lontani da Dio.

Questo è il pensiero che vi consegno, esortandovi anche a parlare più spesso dell’eternità, perché gli uomini hanno abbassato gli occhi e guardano soltanto alle cose della terra, usandole e abusando di esse anche contro il disegno di Dio. Invece è necessario alzare gli occhi verso il cielo e comunicare con gli occhi fissi sul Cristo che ci ha preceduti in cielo e che ci aspetta lì per darci il premio delle nostre fatiche e dei nostri dolori.

 

 

 

 

 Come