Io tutto tuo e Tu tutto mio… – Mt 10, 37-42

Mt 10, 37-42 – Gesù nell’amore vuole il primo posto

Mt 10, 39 – Chi avrà perduto la vita per causa mia, la troverà

da un’omelia di P. Francesco Chimienti

Martina Franca  13.07.1987

ESSERE GENEROSI COL CRISTO

(Mt 10, 34-39)

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  1. “Chi avrà trovato la sua vita, la perderà; e chi avrà perduto la sua vita per causa mia, la troverà” (Mt 10, 39)

 Il Cristo è il Dio dell’assurdo, perché ci chiede delle cose che non seguono la logica umana. Se io tengo cento lire e le do, non ho più le cento lire; se invece le ricevo, e alle cento lire di prima aggiungo le altre cento lire ho duecento lire.

Invece il Cristo dice: Se tu tieni la vita e la conservi, ossia la spendi per te, l’hai perduta; se invece la spendi per gli altri, tu conservi la vita, vivi. È un assurdo umano, ma gli assurdi umani diventano realtà di fede. Bisogna soltanto credere e provare. Solo dopo aver provato potete dire: mi hai ingannato! Oppure: non mi hai ingannato!

Per capire questo discorso vi porto alcuni esempi, perché con gli esempi si capisce tutto.

Nei primi tempi del cristianesimo al Cristo – che aveva detto: Beati i poveri!, se voi darete le vostre ricchezze starete bene, ritroverete tutto – i cristiani hanno creduto: prendevano le ricchezze, vendevano i terreni, le cose che avevano, e portavano il ricavato agli apostoli. Con questi soldi tutti stavano bene, mai nessuno è stato male.

Sant’Antonio abate era ricco ed aveva una sorella nubile, che faceva affidamento su di lui, perché il padre e la madre erano morti. Non avevano più nessuno! Con la rendita che avevano delle loro proprietà si mantenevano tutti e due. Un giorno sant’Antonio, riflettendo sulle parole di Gesù: “Beati i poveri, perché di essi è il regno dei cieli”, gli crede: vende tutte le sue terre, tutte le sue cose e se ne va nel deserto; però lascia un pezzo di terra, perché con la rendita di questo terreno la sorella potesse vivere. Va nel deserto, e meditando si rende conto che non ha dato tutto, mentre il Cristo a lui ha chiesto di dare tutto. Chi darà tutto avrà cento volte tanto sulla terra, ma per chi non dà tutto la Parola di Dio non si avvera. Vende il terreno, fidando che alla sorella ci avrebbe pensato Dio, e ritorna nel deserto. Sapete che cosa è successo? Tutti gli abitanti del paese, avendo saputo che il fratello aveva tutto venduto e aveva affidato alla provvidenza di Dio la sorte della sorella, facevano a gara ogni giorno a interessarsi di lei. È morta santamente, senza che mai abbia avuto bisogno di qualche cosa.

Si sono avverate le parole di Gesù: Se tu vendi, io ti darò non uno, ma il centuplo.

Per capire queste parole: “perdere la vita”, dovete tenere presente il martire. I cristiani del primo secolo, a cui veniva intimato: O tu adori Apollo, Venere, Mercurio, o noi ti uccidiamo, prendevano in parola Gesù che aveva detto: Non abbiate paura di coloro che uccidono il corpo, temete piuttosto colui che può mandare e il corpo e l’anima all’inferno; e che aveva detto pure: Chi perde la propria vita a causa mia, la ritroverà. Credendo alle parole del Cristo i martiri andavano incontro alla morte gioiosamente. Hanno ritrovato la vita, non l’hanno perduta, sono santi.

Gli altri invece, gli apostati, dicevano: perché mi devo fare uccidere? Che devo fare? Un po’ d’incenso a Giove? Prendevano l’incenso e incensavano Giove. Si sono salvati? Solo Dio lo sa.

Dice Gesù: Chi perde la vita per causa mia la ritrova, la ritrova nell’eternità in paradiso. Chi invece non spende la propria vita per Dio e per i fratelli la perde nell’altra vita, si danna, c’è l’inferno.

  1. Dobbiamo essere disposti a dare la vita per compiere la nostra missione

A ciascuno di noi Dio ha affidato una missione: a me di sacerdote e di religioso, a voi di mamme di famiglia, nonne, maestre, professoresse, ecc. Per compiere questa missione secondo Dio e secondo i dieci comandamenti, dobbiamo essere disposti anche a perdere il portafoglio, a perdere l’onore, a perdere la salute, ma bisogna compiere il proprio dovere. Bisogna fare il proprio dovere con sacrificio, con generosità.

Siate generosi senza misurare, senza fissare le misure con Dio, senza misurare il limite, perché a voi e all’anima vostra ci penserà il Signore.

Se dici: A me fa male la testa e oggi non vado a scuola; hai perduto la vita! Mi fa male il fegato e non insegno; hai perduto la vita!

Stamattina non me la sento e vorrei non spiegare il vangelo. No, devo crepare, ma il vangelo lo devo spiegare perché voi come fate tutta la santa giornata senza un pensiero di Dio?

– Padre, ma voi crepate! Non si crepa, non si crepa! Voi avete l’esempio delle mamme e dei padri di famiglia. I sacrifici che fanno le mamme e i padri sono immensi, sono sacrifici da morire, ma non sono mai morti per compiere il loro dovere. Pensate ad un padre di famiglia che fa le prime otto ore di lavoro e poi altre ore; che si alza alle due di notte e se ne va a letto alle dieci!

CONCLUSIONE

Non si può compiere il proprio dovere senza sacrificio e senza generosità. Quindi, se vi date a Dio, vi dovete dare con tutto il cuore senza mettere limiti.

Dovete essere disposte a perdere anche la vita, ma non a trasgredire i dieci comandamenti, perché la vita deve essere al servizio di Dio e al servizio dei nostri fratelli.

Chi invece fa il suo comodo perderà la vita, non la guadagnerà, la perderà e poi si troverà alla fine della sua esistenza con un mucchio di mosche, cioè senza la lampada piena di olio e senza la fiamma ardente della carità.