Sulle orme di Maria per incontrare il Signore Gesù – Mt 24, 42-44

da un’omelia di P. Francesco Chimienti O.M.

Martina Franca, 25.08.1977

PREPARIAMOCI

ALL’INCONTRO COL SIGNORE

(Mt 24, 42-44)

“Vegliate dunque, perché non sapete in quale giorno il Signore vostro verrà. Questo considerate: se il padrone di casa sapesse in quale ora della notte viene il ladro, veglierebbe e non si lascerebbe scassinare la casa. Perciò anche voi state pronti, perché nell’ora che non immaginate, il Figlio dell’uomo verrà” (Mt 24, 42-44).

  1. Il Signore verrà

“Vegliate”, cioè state con gli occhi aperti. Sono parole che noi dobbiamo riascoltare e rivalutare, e che i primi cristiani, che non erano degli sciocchi, avevano sempre presente.

Gli apostoli, dopo Gesù, hanno insistito tanto su questo pensiero. Dicevano: State con gli occhi aperti, perché quando meno ve lo aspettate verrà il Signore e vi chiederà conto del vostro operato; se avrete fatto il bene vi darà il premio, se avrete fatto il male non vi premierà, ma vi castigherà. Quindi, state con gli occhi aperti, fate sempre il bene, abbiate le lampade accese.

  1. Il Signore ci chiederà conto del nostro operato

Il Signore usa misericordia per tutti i figli suoi, senza dubbio; ma il Signore ha messo a tua disposizione il tempo della vita per santificarlo, altrimenti perché ti ha dato la vita? Forse per fare il servo infingardo e stare senza far niente? Peggio ancora, per fare il servo malvagio che mangia, beve e sciupa tutti i doni che il Signore gli ha dato? Non è un buon modo di procedere questo. Quindi ognuno deve stare al suo posto e deve fare il suo dovere, perché non vale la pena vivere una vita per trovarsi, alla fine dei propri giorni, con un pugno di mosche in mano.

Gesù ci dice: Figli miei, vegliate, osservate la legge di Dio, fate il bene, evitate il male, impegnatevi ad amarvi tra voi e ad osservare tutti i comandamenti che Dio vi ha dato; non rimandate l’osservanza dei comandamenti e dei consigli che io vi ho dato alla fine della vostra vita, quando non avrete più tempo per metterli in pratica, ma realizzate oggi quello che potete realizzare oggi, e state sempre in attesa di questo Dio, che non sarà giudice per chi opera il bene, ma lo sposo benevolo, che vuole incontrarsi con la sua sposa per darle quel premio che le ha preparato fin dall’eternità.

  1. Il Signore verrà ad incontrare la sua sposa

La morte è un incontro. È Gesù che lo dice: è l’incontro della sposa con lo Sposo.

Quando finiranno i miei giorni, io anima, che sono la sposa, mi incontrerò con lo Sposo. L’ultima pagina dell’Apocalisse dice proprio così: Gesù, che è lo sposo di tutte le anime, volta per volta scende dal cielo, adorno dei suoi vestiti più belli, per incontrarsi con la sua sposa, cioè con ogni singola anima.

Dove si incontrerà con ciascuna anima non ve lo so dire; noi diciamo che è meglio incontrarci quando stiamo a letto con una malattia lunga, in modo che, piano piano, ci prepariamo, ma la realtà è che lo Sposo s’incontra con l’anima. Io dico sempre, ripetendo il pensiero di Gesù, che l’incontro sarà col Signore ad un angolo di una strada di questo mondo. Quale angolo sarà, non ve lo so dire e nemmeno voi lo sapete, né Gesù ce l’ha voluto dire. Se avrete il cancro, e qualcuno vi dirà che fra poco morrete, vi farà una grande grazia. Ma ora gli uomini fanno di tutto per far morire gli altri senza far sapere il valore del loro sacrificio e della loro immolazione.

L’incontro dove sarà? Non lo so. Quando sarà? Non lo so. Sarà ad un angolo della strada e non c’è da desiderare quale. L’importante, dice Gesù, è che tu sposa abbia la lampada accesa e l’olio.

La lampada è la vita. Nella S. Scrittura la vita è sempre paragonata ad una lampada.

Gesù ci dice: ti do la vita, e questa vita tu la devi spendere per me. Tu non devi sapere quando sarà la fine di questa vita, perché io verrò quando tu meno te lo aspetti, però ricordati che ti ho dato la vita in dono!

Quindi ogni giorno, quando mi alzo devo dire: Grazie Signore, di questo grande dono! La vita è un dono che deve essere speso tutto per lo Sposo. Chi ha l’esperienza del matrimonio, sa che cosa significa essere sposa. La sposa pensa sempre allo sposo e prepara ogni cosa perché lo sposo sia felice della sua sposa. Questa è la vita della sposa: fare felice il suo sposo.

L’olio sono le opere buone. Devi vivere, ma devi fare il bene, infatti la vita ti è stata data come dono perché tu la spenda per glorificare Dio e per fare il bene al prossimo, mai il male. Bisogna aiutare, consigliare, servire, amare, cioè bisogna fare il bene dalla mattina alla sera. Quando la tua vita incomincia a venir meno e sopraggiunge la vecchiaia, significa che l’incontro dello sposo è imminente; allora bisogna prendere la corona in mano e pregare, perché la preghiera è l’opera più buona delle opere buone che ci possono essere. Così ci si prepara veramente, non con un vasetto pieno di olio, ma con un vasone pieno di olio, all’incontro col Signore.

4. L’incontro non sia uno scontro

Questo incontro non sia uno scontro, perché Gesù viene per incontrarsi, non per scontrarsi con l’anima. Se ci si scontra il peggio è il nostro; noi andiamo a finire all’inferno, anche se c’è la verginità.

Infatti se hai dato il tuo corpo al Signore e non gli hai dato la vita, cioè non hai fatto il bene, a te, vergine, Iddio dirà: Non ti conosco!

La vita è un dono di Dio, ma è un dono che Dio ha dato a ciascuno di noi, perché si faccia il bene. La verginità non vale niente, se non si fa il bene. Se non farai il bene, Gesù ti dirà, chiudendoti la porta in faccia: Non ti conosco!

Allora tutti dietro la porta incominceremo a gridare: Signore, ma io ti ho ascoltato! Facevo tre o quattro meditazioni al giorno, ti ho ascoltato per dieci giorni.

– Non ti conosco!

– Ho mangiato con te, ho bevuto con te, sono andato a Messa, ho fatto la Comunione!

– Non ti conosco! Ci stanno le opere buone? No! E allora fuori!

CONCLUSIONE

Dico a me e dico a voi: la salvezza eterna è frutto di una grazia particolare di Dio; quindi ci salveremo perché Dio ci salverà. Cerchiamo di dire ogni giorno: Signore, salvami! Però cerchiamo di fare la nostra parte. Fate il bene!

Questa preghiera io faccio sempre al Signore: Signore, fa che il mio incontro con te sia veramente un incontro e non uno scontro.

Prepariamoci all’incontro col Signore facendo il bene, senza nessuna pretesa, perché siamo uguali agli altri, sia all’inizio della vita, che nel suo svolgimento e nella sua conclusione.

Tutto è grazia di Dio, ma tutto è frutto della collaborazione dell’uomo. Se l’uomo senza pretese e senza presunzione collaborerà con Dio e ogni giorno dirà: Gesù mio, misericordia, ciò che non sono capace di fare io, fallo tu!, è chiaro che il Signore alla fine dirà: Vieni servo buono e fedele, perché hai fatto le opere buone e sei stato fedele nell’eseguire i miei comandi! Vieni servo buono e fedele, perché sei stato fedele nel poco, e io anche di poco mi accontento, anche di un rosario al giorno, perciò vieni a godere ciò che io ti ho preparato!