La S.Scrittura tra le mani, sulle labbra… nel tuo cuore – Mt 22, 34-40

da un’omelia di P. Francesco Chimienti O.M.

Martina Franca, 20.08.1976

 

GESU’, INTERROGATO, RISPONDE

SEMPRE CON LA PAROLA DI DIO

(Mt 22, 34-40)

 

rispondere con la parola di Dio a chi t’interroga

            “Maestro, qual è il più grande comandamento della legge? (Mt 22, 36).

 

 

Voglio farvi tre osservazioni sul Vangelo.

 

  1. Gesù ha risposto sempre a coloro che gli volevano tendere un tranello

Coloro che interrogano Gesù non sono sinceri. Gli fanno una domanda per fargli fare una brutta figura. Come si comporta Gesù? Risponde loro con semplicità e sincerità: “Amerai il Signore Dio tuo con tutto il cuore, con tutta la tua anima e con tutta la tua mente. Questo è il più grande e il primo dei comandamenti. E il secondo è simile al primo: Amerai il prossimo tuo come te stesso”    (Mt 22, 37-39).

Questa è una cosa che noi dobbiamo imparare. Noi pensiamo che a chi è sincero dobbiamo rispondere con sincerità, a chi è astuto con astuzia. No, Gesù è stato sempre maestro, ha risposto a tutti con semplicità e sincerità.

 

  1. Gesù ha risposto non inventando nulla

Ha preso una risposta dal Deuteronomio e una dal Levitico. Ha dato la risposta di Dio. Così dobbiamo fare noi. Quando ci interrogano su di un argomento, dobbiamo dare la risposta di Dio.

Alla domanda: Che ne pensi tu del divorzio?, io rispondo: Io non penso proprio niente. Apro la Genesi e vedo che cosa dice Dio: In principio Dio li creò maschio e femmina e l’uomo lascerà il padre e la madre e i due saranno una carne sola. Poi Gesù ha aggiunto:- Prima il divorzio vi fu permesso per la durezza del vostro cuore, ma da ora non sarà più così.

Quando la risposta di Dio c’è nell’Antico testamento Gesù la prende di lì, perché la Parola di Dio è eterna. Dio non si ripete mai. Quando la questione non è stata definita, la dà lui, sapienza di Dio.

 

  1. Gesù ha dato la risposta definitiva ad una questione difficile: “Qual è il più grande e il primo dei comandamenti?”

L’amore di Dio è al primo posto. I santi questo lo hanno capito e hanno accentuato questo aspetto in una maniera esagerata.

San Francesco dava 23 ore a Dio e una ai fratelli. C’erano centinaia di persone a Paola che lo aspettavano per una benedizione, per una parola di conforto, ma lui non se ne curava, dava tutto a Dio e le briciole ai fratelli; ma quelle briciole valevano più di tutti i discorsi. Bastava una sua parola per convertire. Io ho speso due anni per convertire un giovane, due anni di discorsi, di ragionamenti, non l’ho convertito, anzi è diventato più cattivo; invece un’Ave Maria recitata per lui con i bambini della Prima Comunione, ha prodotto in lui la conversione.

Un altro esempio è P. Pio, che tutti voi avete conosciuto.

C’erano migliaia di persone che aspettavano di essere confessate da lui; non se ne curava, lui confessava solo per un’ora, il resto lo dava tutto a Dio.

Per celebrare impiegava quattro ore, non poteva celebrare in mezz’ora e stare tre ore e mezza a confessare? No! Dava tutto a Dio!

Noi ci saremmo messi a confessare dalle cinque del mattino alle cinque di sera; P. Pio no.

Chi converte è Dio, non l’uomo! Adesso esiste l’eresia che dice: lasciare Dio per Dio.

È un’eresia. Ci siamo dati all’apostolato senza Dio.

Sembrerebbe questo che dico in contrasto con quello che dice san Giovanni: Se non ami il fratello che vedi, come puoi amare Dio che non vedi? Ma non è così, perché quando c’è l’amore di Dio, c’è certamente l’amore dei fratelli.

Quando c’è l’amore dei fratelli non è certo che c’è l’amore di Dio.

Si possono amare i fratelli per filantropia. La società attuale è socialista, cioè si impegna ad alleviare le sofferenze degli uomini, ma non dà Dio, non ha l’amore di Dio.

 

CONCLUSIONE

Il cristianesimo non è sociologia, è amore di Dio.

Il secondo comandamento io non l’ho mai spiegato nella mia vita sacerdotale e mai lo spiegherò, perché quando c’è l’amore di Dio, c’è certamente l’amore del prossimo.