Sii misericordioso come … ME – Mt 18, 21-35

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2008

2012

Mt 18, 23-30 – Se non perdonerete di cuore al vostro fratello

Mt 18, 21-35 – L’amore ai nemici

Mt 18, 21-35 – Il segno esterno dell’amore verso Dio e il prossimo- l’amore ai nemici

Mt 18, 21-35 – L’amore ai nemici

Mt 18, 21-35 – Un’opera penitenziale – chiedere e dare il perdono – 2011

Mt 18, 21-35 – Perdonerai senza limiti – 2012

Mt 18, 21-35 – Perdonare di cuore il fratello – 2013

da un’omelia di P. Francesco Chimienti O.M.

IL PERDONO ILLIMITATO

(Mt 18, 21-35)

  1. Abbiamo l’obbligo di perdonare, perché Dio ci perdona

Oggi la Chiesa ci suggerisce come opera di penitenza un’opera di carità: mio fratello ha peccato contro di me e io lo perdono, ma poiché è storto, quante volte lo devo perdonare: fino a quando cambia la testa, o devo aspettare che cambi la testa per perdonarlo?

Gesù dice: Perdona sempre e basta. Tutte le volte che lui pecca contro di te e ti chiede perdono, tu gli darai il perdono. Quante volte? Infinite volte.

Qui l’uomo ripropone il problema: perché devo perdonare infinite volte? Gesù lo dice chiaramente: “Io ti ho condonato tutto il debito perché mi hai pregato. Non dovevi forse anche tu avere pietà del tuo compagno, così come io ho avuto pietà di te?” (Mt 18, 32-33).

Questa è la ragione. Tu devi perdonare al tuo fratello infinite volte, perché io infinite volte ti perdono. Infinite volte il tuo fratello pecca contro di te e anche tu infinite volte pecchi contro di me.

Quando finirà questo peccato? Quando tu morrai. Quindi non c’è limite. Io fino a che tu morrai ti perdonerò. E il tuo fratello, fino a quando lo perdonerai? Fino a quando lui morrà. Come faccio io, dovete fare voi: io perdono sempre e voi dovete perdonare sempre. Altrimenti si avvera la conclusione della parabola: “Il padrone sdegnato lo diede in mano agli aguzzini, finché non gli avesse restituito tutto il dovuto. Così anche il mio Padre celeste farà a ciascuno di voi, se non perdonerete di cuore al vostro fratello” (Mt 18, 34-35).

Il paragone è tra mille miliardi e centomila lire. Centomila lire, il poveretto riuscirà, con un po’ di tempo a restituirli, ma mille miliardi no.

  1. Dobbiamo essere disponibili a perdonare

Vi voglio dire una cosa importantissima per liberarvi dagli scrupoli che avete. Noi dobbiamo perdonare i nostri fratelli così come Dio perdona noi. Ci sono però molti uomini che nonostante offendono Dio non sono perdonati, perché non vanno a chiedere perdono. Io non perdono il mio fratello, non perché non lo voglio perdonare, ma perché lui, dopo aver fatto quello che ha fatto, non viene a chiedere perdono.

Ma sono disponibile a perdonarlo? Sì. Questo è lo stato d’animo che io devo avere nei riguardi del mio fratello: devo essere disponibile a perdonare. Non posso dire: Non ti perdono; con te non ragiono più. L’hai fatto la prima, la seconda, la terza volta. Basta! Questo non lo fa mai Dio, quindi nemmeno io posso farlo. Quindi, se uno mi viene a chiedere perdono glielo devo dare. Quell’azione è come se non l’avesse fatta, perché così fa Dio, ma se non viene devo essere disponibile a perdonarlo. Così fa Dio.

Tante volte vi create degli scrupoli di coscienza a sproposito. Se l’altro non vuole il perdono che colpa avete voi? La stessa cosa è con Dio. Se una persona non gli va a dire:- Signore, ho ucciso mio figlio nel mio seno, ti chiedo perdono, Dio la perdona? No, perché non è andata a chiedergli perdono; ma se gli va a dire:- Ho ucciso dieci volte i miei figli nel mio seno, la perdona? Sì.    

 

  1. Dobbiamo continuare a beneficare il nemico

La seconda osservazione che voglio fare sul perdono, appunto perché ci dobbiamo paragonare con Dio è questa: Dio continua a farci il bene come figli.

Dice Gesù: manda la pioggia sui buoni e sui cattivi, fa risplendere il sole sui buoni e sui cattivi (cfr. Mt 5, 45). Continua ad essere il Padre, sia di coloro che gli chiedono perdono, sia di coloro che non gli chiedono perdono. Continua a fare il Padre, ossia continua a fare il bene agli uni e agli altri, senza distinzione. Forse qui pecchiamo noi.

Voi dite:- Padre, ma lui non mi ha chiesto perdono, che colpa tengo io?

Però quando si tratta di fargli il bene, glielo fai, come fa il Padre nostro che è nei cieli? Dio, sia quando pecco, sia quando non pecco non mi punisce mai, continua a trattarmi come figlio.

Gesù dice: Fate il bene a coloro che vi perseguitano, come fa il Padre vostro che sta nei cieli, il quale manda il sole, la pioggia, l’abbondanza sui buoni e sui cattivi. Non c’è nessuna distinzione, per questo io consolo sempre i peccatori, i quali mi vengono a dire:- Padre, io sono ammalato di fegato perché Dio mi ha punito dei miei peccati! No, Dio non punisce nessuno. Saremo puniti, ma alla fine, non adesso. Il male di fegato ce l’ha pure chi non ha fatto nessun peccato. Prendete P. Pio, prendete san Francesco, prendete san Francesco Saverio, quanti guai tenevano, ma non erano punizioni. La sofferenza non è stata mai una punizione nelle mani di Dio, è stata sempre un segno di amore e di benevolenza. “Beati coloro che soffrono”.

 

CONCLUSIONE

  1. Se vi chiedono perdono, datelo sempre; non solo, ma dovete essere disponibili, come è Dio disponibile, a perdonare sempre. Dovete perdonare ed essere disponibili a perdonare: Adesso hai sbagliato tu e io ti perdono, domani sarò io a sbagliare e tu mi perdonerai!
  1. Fate il bene a coloro che vi hanno fatto del male, perché Dio fa così. Non ci tratta secondo i nostri peccati, secondo il male che abbiamo commesso, ma ci tratta sempre come figli. Per lui non esistono figli buoni e figli cattivi, tutti sono figli, per cui manda a tutti la pioggia e a tutti il sole. A tutti vuole bene e tutti vuole salvare. Ecco perché dice queste parole tremende: “Servo malvagio, io ti ho condonato tutto il debito perché mi hai pregato. Non dovevi forse aver pietà anche tu del tuo compagno, così come io ho avuto pietà di te? E sdegnato, lo diede in mano agli aguzzini (lo diede in mano ai diavoli), finché non avesse restituito tutto il dovuto. Così anche il mio Padre celeste farà a ciascuno di voi, se non perdonerete di cuore al vostro fratello” (Mt 18, 32-35).

Oggi diremo: Signore, perdonami e perdonaci!