Signore sei accanto a me… e non riesco a riconoscerti: perdonami! – Gv 1, 19-28

Gv 1, 19-28 – Gesù, uno che non conoscete…

Gv 1, 19-28 – Chi è il Cristo secondo San Giovanni Battista

da un’0melia di P.Francesco Chimienti O.M.

CHI è IL CRISTO

(Gv 1, 19-28)

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La domanda che fecero i Giudei a Giovanni Battista è la stessa che noi oggi, nel nome della Chiesa gli facciamo, perché vogliamo una risposta da Lui: Chi è il Cristo che viene il 25 dicembre?

La risposta è: “In mezzo a voi sta uno che voi non conoscete, uno che viene dopo di me, al quale io non sono degno di sciogliere il legaccio del sandalo” (Gv 1, 26-27).

Questa è la risposta che San Giovanni Battista ha dato allora, e questa è la risposta che dà oggi a noi, per cui dobbiamo prepararci al 25 dicembre facendo un esame di coscienza su queste parole:

  1. “è uno che voi non conoscete”

Vediamo se veramente questa risposta di Giovanni vale per noi, che siamo qui presenti; lasciamo stare gli altri cristiani.

Il Cristo si può conoscere in due modi: con l’intelligenza e con la vita pratica.

Con l’intelligenza. Abbiamo letto il Vangelo? Abbiamo letto la S. Scrittura? Ogni giorno leggiamo il Vangelo? Se leggiamo il Vangelo lo conosciamo, perché egli è la parola di Dio, quella parola che Dio ha voluto che fosse scritta nel libro della S. Scrittura. Più lo leggiamo più lo conosciamo, meno lo leggiamo meno lo conosciamo.

Io non vi chiedo se avete letto i libri che parlano di Gesù Cristo, sono tanti, il mondo ne è pieno, ma almeno il Vangelo!

A casa vostra avete il Vangelo? Lo avete messo sul tavolino del vostro salotto? Sul comodino, vicino al vostro letto matrimoniale, c’è un Vangelo? Sul tavolino dove voi studiate, dove i vostri figli studiano, vostro marito studia, c’è il Vangelo? Lo leggete ogni giorno per almeno cinque minuti, dieci minuti? Se la risposta è sì, voi conoscete il Cristo; se la risposta è no, voi non conoscete il Cristo.

Dopo duemila anni, il rimprovero di Giovanni vale anche per noi: “Gesù è uno che voi non conoscete”.

Ma lui ci conosce? Sì. Ci conosce nei pensieri, nelle parole e nelle azioni. Ci conosce quando agiamo nel segreto e quando agiamo dinanzi a tutti; ci conosce fino nei sentimenti e nella profondità del nostro animo, per cui dice giustamente san Paolo nella lettera agli Ebrei: Tutto è nudo e scoperto dinanzi a lui. Non esiste nemmeno una fibra del nostro cuore che non sia conosciuta da lui. Non esiste, in nessun momento della nostra giornata, anche un solo pensiero, un solo desiderio che non sia conosciuto da lui. Se vado in cielo, dice il salmista, lo trovo; se scendo nell’abisso del mare, nella profondità della terra, anche là io lo trovo. Se voglio andare il più lontano possibile da tutti gli uomini, al di là degli orizzonti che vedo e che conosco, anche là mi conduce lui. Non esiste un punto dell’universo in cui Dio non c’è, in cui il Cristo non c’è. Ci dobbiamo convincere di queste verità di fede.

Noi non lo conosciamo, ma lui ci conosce. E allora dobbiamo fare in questo modo: Lui conosce noi e noi dobbiamo conoscere Lui, perché più lo si conosce più lo si ama, meno lo si conosce e meno lo si ama.

  1. “Sta in mezzo a voi”

Chi è il Cristo che viene? È uno che sta in mezzo a noi, cammina con noi, ma non è uno di noi. È uno come noi, ma è tanto diverso da noi.

Non dobbiamo andare in cielo per trovare Dio; non dobbiamo andare in cielo per trovare il Cristo. Il Cristo è in mezzo a noi, qui nell’Eucaristia. Vi dovete spostare, sì e no da casa vostra di un chilometro e troverete il Cristo che abita in mezzo a noi; tiene proprio la casa. La chiesa è la sua casa; il tabernacolo è la sua stanza.

Sta in mezzo a noi e cammina con noi. Vai al mercato? Con te c’è il Cristo. Si ripete la storia che ci racconta san Luca, dei due discepoli di Emmaus. Incontrarono un pellegrino: un uomo che camminava e si avvicinò a loro. Parlarono insieme per tutto il tragitto, ma non lo conobbero, non sapevano che era il Cristo.

Non lo conosciamo, non lo vediamo, ma cammina con noi, risponde a tutte le nostre domande, vede le nostre lacrime, gusta le nostre gioie, sente le nostre parole e comprende le nostre angosce e i nostri dolori. Cammina con noi, ma non è uno di noi: non è un uomo, è Dio.

Gesù è uno come noi, ma è tanto diverso da noi, perché oltre ad essere uomo è anche Dio. Gli abitanti della Palestina dovevano credere per riconoscerlo; come lo conosciamo noi se lo crediamo.

A me piace tanto sapere che quando cammino, il Cristo cammina con me. Mi consola proprio tanto questo pensiero; è una cosa stupenda! Il Cristo cammina con me. Non lo vedo, ma c’è.

Vado a passeggio e mi dicono:- Padre, siete sempre solo!

– Lo dite a me? Io sono in compagnia. Io parlo con tutto il paradiso.

Non sono mai solo, il Cristo cammina con me, è uno come me, ha i polmoni come li ho io, mi capisce! Ha sofferto come ho sofferto io, ha gioito come gioisco io, ha temuto la sofferenza, l’angoscia come la temo io. È stupendo sapere che al mio fianco c’è uno che cammina con me, che non mi lascia mai solo, mi capisce, mi sostiene, mi spinge, mi aiuta, mi alza se cado, comprende tutta la mia miseria, per cui mi ama sempre, ha sempre compassione, mi usa sempre misericordia!

È in mezzo a noi, cammina con me, è come me, però è tanto diverso da me, perché lui è anche il Figlio di Dio.

 

  1. “è uno che viene dopo di me, al quale non sono degno di sciogliere il legaccio del sandalo”

Ai tempi di Gesù c’erano i padroni e gli schiavi. I lacci delle scarpe non se li scioglieva il padrone, lo facevano gli schiavi. Ebbene, dice san Giovanni: io non sono degno neppure di essere suo schiavo. Vedete che considerazione grande, che pensieri aveva san Giovanni di Gesù?

Voleva dire: è il Figlio di Dio, è infinito, onnipotente. Sta in mezzo a voi, ma voi non lo conoscete. è uno al quale non sono degno di sciogliere il legaccio del sandalo, perché è Dio. Un uomo non può non solo toccare Dio, ma nemmeno accostarsi.

È il Figlio di Dio fatto uomo, perché l’uomo diventi figlio di Dio con la grazia.

              Conclusione

Siate voce di Colui che non ha più voce, perché Gesù sta nel tabernacolo ma non ha la voce.

In questo istante la voce di Gesù sono io; ma quando voi andrete a casa, la voce di Gesù dovete essere voi. Quando andrete al mercato, al lavoro, chi deve essere la voce di Gesù? Dovete essere voi.

San Giovanni dice: io sono la voce di Gesù. Voi dovete essere la voce di Gesù, gli dovete prestare la bocca, il fiato, ma le parole che devono uscire dalla vostra bocca devono essere le sue.

Siate la voce di Colui che non ha più voce. Quindi annunziatelo. Dite a tutti: Preparate la via. Preparatevi al Natale!

Prepararsi al Natale significa farsi salvare, perché Gesù viene per salvarci.

Dio Padre ci dice: Ascoltatelo! Gesù dice: Convertitevi! E dirà anche: Seguitemi!

              Si fa la novena di Natale per prepararsi all’incontro con Cristo, per diventare figli di Dio ed essere voce del Cristo presso i nostri amici e nemici, presso i nostri familiari e parenti, affinché il Cristo venga e ponga la sua dimora in mezzo a noi.