La Parola produce frutti buoni… tu cosa mediti? – Mt 7, 15-20

Mt 7, 15-20 – I falsi profeti: giudicateli dalle azioni

da un’omelia di P. Francesco Chimienti O.M.

“ogni albero buono produce frutti buoni” Mt 7, 17

LE CONDIZIONI PERCHÉ IL SEME DELLA PAROLA DI DIO

FRUTTIFICHI CENTUPLICATAMENTE

(Mt 7, 15-20)

“ogni albero buono produce frutti buoni” Mt 7, 17

Le condizioni perché il seme fruttifichi sono due: fede nella Parola e docilità nell’esecuzione.

  1. Fede nella Parola

“Gesù diceva: «Il regno di Dio è come un uomo che getta il seme nella terra; dorma o vegli, di notte o di giorno, il seme germoglia e cresce; come, egli stesso non lo sa. Poiché la terra produce spontaneamente, prima lo stelo, poi la spiga, poi il chicco pieno nella spiga»” (Mc 4, 26-28).

La prima condizione perché il seme fruttifichi è la fede.

Vi voglio dire una cosa, che dovete mettervi nella testa come un chiodo fisso, perché mi dovete capire e soprattutto dovete capire Gesù: la fede non è logica. Non c’è un prima e un poi, una causa ed un effetto. La fede non è matematica: 4+4=8; la fede è adesione alla Parola che mi è stata data e mi è stata detta. Se esiste un perché, il perché è solo questo: l’ha detto Dio, e basta.

Vi porto un esempio preso dal vangelo. Una ragazza sta male, molto male, sta per morire; il padre va da Gesù e gli dice:- Mia figlia sta male, vieni, guariscila!

– Verrò e la guarirò.

Questa è la logica: sta malata la mamma, vado dal dottore, il quale dice: verrò e la guarirò. Viene, la guarda, la osserva: tiene questo male, prendi questa medicina. La mamma la prende e guarisce.

È logica: causa ed effetto.

Lungo la strada arrivano degli uomini, chiamano in disparte il padre di questa figliola e gli dicono: Non disturbare il Maestro, perché tua figlia è morta.

Quando una persona muore, non ha più bisogno del dottore, ha bisogno dei becchini. Questa è la logica.

L’uomo, nella disperazione del dolore, era andato da Gesù come guaritore, non come donatore della vita, per cui ora dice: Maestro è inutile che ora andiamo a casa, mia figlia è morta. Questa è la logica.

Ecco che si cambiano le carte in tavola. Gesù dice: Tua figlia non è morta, dorme! Tu continua ad avere fede. Qui non c’è più la logica. La fede è adesione alla Parola. Mi hai detto che dorme, ma umanamente parlando, secondo la logica, tu mi hai ingannato, perché chi muore non dorme; ma poiché lo dici tu io ci credo.

Questa non è più logica, è fede: credo alla parola che tu hai detto.

Tutti si sono accorti che è morta, anche il dottore di famiglia ha constatato che è morta, per cui tutti deridono Gesù. Nella fede tutti ci deridono. Ma Gesù dice: Tu continua ad avere fede, non ti ho detto che dorme e non è morta?

Ti credo! Cosa farai non lo so; tu hai detto che dorme, si sveglierà, ti credo!

Gesù caccia via tutti, soprattutto coloro che non credevano, entra dentro: “Talità kum”, figliola, te lo dico io, alzati! L’ha risuscitata! Questa è la fede. Non c’è logica, non c’è relazione di causa ed effetto.

Pensate all’Eucaristia! Io prendo un pezzo di pane e dico: “Questo è il mio corpo”. Pane era prima e pane è dopo. Prendo il vino e dico: “Questo è il mio sangue”; vino era prima e vino è dopo. C’è una relazione tra causa ed effetto? No.

Perché sto in ginocchio? Perché adoro? Perché dico: Gesù mio misericordia? Perché credo in quella parola, non perché vedo; non c’è la logica dei sensi, né dell’intelletto, né della volontà, né del cuore. Credo perché tu l’hai detto. Questa è la fede.

Non vedo la logica in “Beati i poveri in spirito, perché di essi è il regno dei cieli”. Non c’è la logica in “Beati i tribolati perché saranno consolati”. Dove sta la logica? A chi le andate a raccontare queste chiacchiere? Voi dite: Beato chi sta bene, non beato chi sta male! Chi sta male crepa.

“Beati voi quando sarete perseguitati”. Noi invece diciamo: Quand’è che finisce questa tribolazione, questa persecuzione?

Occorre aver fede, fede nella Parola. È la Parola che opera miracoli. Che tu stia sveglio o dorma, alla Parola non interessa. Che sia detta di giorno o di notte, alla Parola non interessa, perché tutto ciò che produce, lo produce spontaneamente, cioè per un impulso, una forza che Dio le dà.

“Beati i tribolati, beati i perseguitati, beati voi se vi calunniano”. Andate a dire queste parole a qualcuna di voi: “Beata te, se ti calunniano”. Solo il pensiero che qualcuno potrebbe, non dico calunniarvi ma pensare diversamente da voi, vi fermate e non fate più niente.

Si deve credere alla Parola, a Colui che l’ha detta. Questa è la fede nella Parola.

Se volete che fruttifichi il seme che è caduto nella vostra anima, dovete credere a quel seme. Questo è il terreno adatto perché fruttifichi. Ce l’avete questa fede?

Quanto mi piace quella raccomandazione amorosa che Gesù fa a quel padre, sottovoce: Tu continua ad aver fede, lascia stare la logica! Voleva favorirlo e gli voleva dire che chi salva è la fede.

“Beati i puri di cuore perché vedranno Dio”. Abbiate fede, l’ha detto Gesù: “Ti darò il centuplo”. Ma io non lo vedo! Credi!

  1. Docilità nell’esecuzione

Credere ed essere docili!

“Quelli che ricevono il seme sul terreno buono, sono coloro che ascoltano la parola, l’accolgono e portano frutto, nella misura chi del trenta, chi del quaranta, chi del sessanta, chi del cento per uno” (Mc 4, 20).

L’ascoltano, l’accolgono e portano frutto! Ecco che cosa significa la docilità.

Docilità significa che devi eseguire, anche se non capisci niente. Non puoi dire: prima capisco, e dopo che ho capito faccio.

Figlia mia, devi dire: poiché l’hai detto tu, lo farò. Non perché io l’ho capito, ma perché tu l’hai detto!

Non si tratta di amore, si tratta di fede! Il fondamento della vita spirituale è la fede; si tratta di credere in Dio, che non inganna nessuno, né lui si inganna.

Quindi docilità nell’esecuzione significa che non devi far passare la parola di Dio attraverso la tua intelligenza.

  1. Il rendimento è diverso

Voi dite: Padre, perchè Gesù nel vangelo dice: alcuni hanno prodotto il trenta, altri il sessanta, altri il novanta, altri il cento per uno?

Le ragioni sono molte. Una prima ragione è questa: non tutti ce la mettono tutta. 

conclusione

Vi ripeto quali sono le condizioni perché il seme fruttifichi: fede e docilità nell’esecuzione.

Dopo che avete creduto, dovete eseguire e non filtrare la parola di Dio attraverso la vostra intelligenza, perché l’infinito non si fa filtrare dal finito. Poi accettatevi così come siete, rendete quello che potete rendere, mettendocela tutta, con il massimo dello sforzo; però senza rammaricarvi, dice il Signore, perché in cielo tutti renderanno gloria a Dio, sia quelli che hanno avuto poco, sia quelli che hanno avuto molto, sia quelli che hanno reso poco, sia quelli che hanno reso molto. L’essenziale è che non si renda poco per infingardaggine, per vigliaccheria, ma che si renda poco perché queste sono le nostre possibilità.

A scuola l’avete visto: su venticinque ragazzi, non tutti rendono per dieci, e non perché non tutti studiano per dieci, ma perché alcuni, avendo quella possibilità intellettiva, rendono per quella possibilità intellettiva.

Due cose dovete chiedere nella vostra preghiera: la fede e la docilità. Se crederete veramente alla Parola di Dio che leggete ogni mattina, porterete frutto. Se crederete e metterete in pratica questa Parola, veramente il vostro frutto rimarrà nel tempo e nell’eternità.