Signore, grazie, grazie, grazie! – Gv 12, 20-33

da un’omelia di P. Francesco Chimenti O.M.

Martina Franca, 16.03.1997

LA CROCIFISSIONE DI GESU’

E’ LA GLORIFICAZIONE DEL PADRE E DI SE STESSO

(Gv 12, 20-33)

 

 

Oggi, il vangelo ci parla della richiesta di alcuni pagani di voler conoscere Gesù e parlare con lui. Ci troviamo nell’ultima Pasqua. Gesù risponde: “è giunta l’ora che sia glorificato il Figlio dell’uomo” (Gv 12, 23).

 

  1. La morte in croce di Gesù è il culmine della glorificazione del Padre e del Figlio

La glorificazione di Gesù e la glorificazione del Padre è avvenuta per mezzo della sua morte in croce. Gesù ha glorificato il Padre, perché ha pagato per il peccato di tutti gli uomini e quindi la giustizia di Dio è stata soddisfatta.

È stato glorificato lui, perché con la sua passione e morte ha salvato tutti gli uomini e tutti gli uomini guarderanno a lui per essere salvati.

In questo modo Gesù è glorificato, e il patibolo della croce non sarà più considerato un patibolo di ignominia, ma un patibolo di salvezza e di redenzione.

Per far capire che la sua morte in croce avrebbe glorificato il Padre e avrebbe glorificato il suo nome, Gesù parla del chicco di grano, che per produrre la spiga deve essere preso e gettato sotto terra. Proprio nella sepoltura e nella morte del chicco di grano c’è la potenza della futura spiga, ma è una morte apparente.

“Se il chicco di grano caduto in terra non muore, rimane solo; se invece muore, produce molto frutto” (Gv 12, 24).

Gesù paragona la sua morte a quella del chicco di grano. Come la morte del chicco gettato nella terra produce la spiga, così sarà di me, dice Gesù. Morrò, mi metteranno nel sepolcro, però risorgerò. Gli uomini saranno salvati, la Chiesa sarà fondata e, attraverso i secoli, tanto bene scaturirà da questa mia morte: la società sarà completamente cambiata.

 

  1. La morte in croce di Gesù è una sua libera scelta

 

La mia morte, dice Gesù, avviene perché io lo voglio.

“Ora l’anima mia è turbata; e che devo dire? Padre, salvami da quest’ora?” (Gv 12, 27).

Sono giunto a quest’ora perché devo morire e devo salvare gli uomini.

“C’è un battesimo che devo ricevere; e come sono angosciato, finché non sia compiuto!” (Lc 12, 50).

“Sono venuto a portare il fuoco sulla terra; e come vorrei che fosse già acceso!” (Lc 12, 49).

Il fuoco e il battesimo che Gesù doveva ricevere è proprio l’ora della sua crocifissione e morte.

 

  1. Con la sua morte in croce Gesù sconfigge il demonio e dà inizio a una nuova creazione

Dice Gesù: “Ora è il giudizio di questo mondo, ora il principe di questo mondo sarà gettato fuori” (Gv 12, 31). Pagherò il debito al Padre per mezzo della mia passione e morte, col versamento di tutto il mio sangue, e il dominio del demonio passerà dalle sue mani nelle mie mani, perché io sono più forte di lui.

Quando gli dissero che scacciava i demoni in nome di Beelzebul, Gesù affermò proprio questo: Se un regno è diviso in se stesso è destinato a perire. Invece se una casa è custodita da un uomo forte e viene un altro più forte di lui, lo disarma e lo caccia fuori (cfr. Mc 3, 24-27).

Adesso è giunto proprio questo momento, dice Gesù, e poiché io sono più forte del demonio, lo disarmo e lo caccio fuori. La sua casa diventerà mio possesso e tutte le anime saranno mio possesso. È giunta l’ora, questa è l’ora. Il principe di questo mondo sarà gettato fuori. Io avrò in mano le redini dell’umanità per la loro salvezza.

“Quando sarò elevato da terra, attirerò tutti a me. Questo diceva per indicare di qual morte doveva morire” (Gv 12, 32-33).

Con la mia morte in croce incomincerà una nuova era: l’era del bene, l’era della carità, l’era della salvezza, l’era del perdono, l’era della misericordia.

Non ci sarà più la disperazione, ma la speranza.

Non ci sarà più l’odio, ma l’amore.

Non ci sarà più la disperazione, ma il perdono.

Non ci sarà più la giustizia, ma la misericordia.

 

 

conclusione

 

Ecco il significato della morte di Gesù. L’ha detto lui stesso: Glorificherò il Padre e io sarò glorificato; non sono gli altri a mettermi in croce, sono io a volere la morte di croce per la salvezza degli uomini. Con la mia morte scaccerò dal mondo il demonio e incomincerà l’era dell’affermazione della carità sull’odio, della misericordia sulla giustizia, della speranza sulla disperazione.

Prendiamo il crocifisso, baciamolo e diciamogli: Grazie Signore, perché ci hai salvato per mezzo della tua morte. Credevamo, come i discepoli di Emmaus, che con la tua morte tutto sarebbe finito, invece adesso, alla distanza di duemila anni, possiamo dire che con la tua morte è incominciata una nuova era: l’era della misericordia, l’era del perdono, l’era della salvezza.